– Di Maio: Imprese, puntare su crescita che resista a shock esterni. Export, risorse siano “strutturalmente” adeguate a richieste imprese. Recovery Fund, 120 mld investimenti occasione per unire imprese e istituzioni. “Usarli in modo veloce, timori per messa a terra progetti”. Ho apprezzato Bonomi, no a tensioni tra imprese e istituzioni
– Pisano: Pa, digitalizzazione necessaria, Recovery Fund utile per azioni veloci. Dal 18/10 app Immuni interoperativa con estero
– Latini (Sace): vediamo presupposti per ripresa, recupero export già in 2021. Mobilitate risorse per 30 mld in primi 9 mesi 2020
– Alverà (Snam): obiettivo è idrogeno a 2 dollari al chilo, entro 2050 avrà 20% mercato. Consumi industria positivi, a settembre +1,3%
Starace (Enel): a novembre nuovo Piano, espansione rinnovabili “senza limiti fisici”. “Dipenderà solo da nostra capacità di realizzare progetti”. Legge bilancio, rendere strutturali fondi export stanziati con Covid
Si è tenuta oggi la terza e ultima giornata di “MADE IN ITALY: THE RESTART – Il rilancio dell’economia italiana nel mondo post Covid”, l’evento frutto dell’accordo di partnership tra ll Sole 24 Ore e Financial Times per il rilancio e la ripartenza nel mondo delle eccellenze del made in Italy.
L’appuntamento odierno è stato dedicato al futuro dell’industria italiana – con focus su innovazione, energia, infrastrutture ed un approfondimento sul ruolo del settore dello sport.
I lavori si sono aperti con l’intervento della ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano che ha sottolineato che la digitalizzazione della pubblica amministrazione in Italia “è necessaria e il Governo ha identificato una data, quella del 28 febbraio 2021 per mettere in atto dei cambiamenti dei servizi digitali”, per esempio sullo Spid, sui pagamenti dei servizi digitali tramite la piattaforma PagoPa e sulla migrazione dei servizi digitali nella nuova app dei servizi pubblici Io. La ministra Pisano ha quindi posto l’accento sul fatto che “la digitalizzazione va oltre le norme, le leggi, deve essere fatta nei fatti. Questo richiede modalità operative chiare e risorse, per questo abbiamo il fondo innovazione che destineremo al processo digitale della Pa”. Secondo Pisano, “il Recovery Plan riveste un ruolo importante, perché oltre a mettere a disposizioni ingenti risorse, impone anche di portare a termine i progetti in tempi brevi e di produrre risultati, altrimenti non avremo i fondi”. La ministra ha detto che “le tecnologie devono essere al servizio delle persone”, motivo per cui in Italia è necessario “muoversi sullo sviluppo e diffusione di servizi digitali semplici e intuitivi, lavorando allo stesso tempo anche sulle competenze digitali”. In particolare, secondo Pisano “in Italia abbiamo molte imprese innovative, ma non abbiamo un sistema che incentivi lo sviluppo di queste società, che devono entrare armoniosamente nel sistema produttivo”. Per questo, “bisogna sostenere le aziende che vogliono farlo, bisogna semplificare i processi e il Governo deve promuovere modifiche normative e regolamentari. Bisogna quindi darsi un metodo, evitare il dilettantismo, la nostra società deve essere in grado di assorbire l’innovazione”.
Nel corso del suo intervento durante l’evento “Made in Italy: the restart”, organizzato da Il Sole 24 Ore e Financial Times, la ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano ha anche detto che la app Immuni, introdotta in Italia per tracciare i contatti con persone positive al coronavirus e il cui uso è stato prorogato dal Governo a tutto il 2021, “è uno strumento unico per abituare la macchina dello Stato a usare le tecnologie digitali, che consentono di dare una marcia in più. Abbiamo voluto sviluppare un sistema che tutelasse la privacy, ci serve per circoscrivere eventuali focolai e per raccogliere dati utili al sistema sanitario”. La ministra Pisano ha sottolineato che il Governo “ha lavorato molto su questa app” e ha annunciato che “dal 18 ottobre sarà interoperativa con altre app analoghe in altri Paesi, ovvero si parlerà anche con quelle di altri Paesi nell’Unione europea, per tutelare chi si muove nel rispetto della privacy”. Secondo Pisano, i benefici non sono solo sanitari: un uso diffuso della app consente di rendere gli spostamenti più sicuri, quindi “consente di fare funzionare meglio l’economia e il turismo”.
Nel corso del convegno de Il Sole 24 Ore e Ft “Made in Italy: The restart” è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Di Maio ha sottolineato che tra le sfide dell’Italia c’è quella di “rilanciare la ripresa economica tramite la crescita e l’export, guardando oltre l’emergenza e concentrare i nostri sforzi su una crescita inclusiva, sostenibile e resistente agli shock esterni”.
In Italia è necessario “rendere le risorse pubbliche, dedicate all’export, strutturalmente adeguate alle richieste delle imprese” ha aggiunto Di Maio, assicurando: “E’ un obiettivo che intendo perseguire fin dalle prossime settimane”.
Nel corso del suo intervento il ministro degli esteri ha detto che “nella Legge di bilancio serviranno risorse strutturali per sostenere l’export” visto che ci saranno anche “le risorse del Recovery Fund”. L’obiettivo, ha assicurato l’esponente del Movimento 5 Stelle, è quello di “rendere strutturali i fondi che abbiamo stanziato per l’emergenza Covid”.
Di Maio ha poi aggiunto che serve un’asse tra il mondo produttivo e quello istituzionale sui progetti del Recovery Fund. Quei “120 miliardi di investimenti vanno costruiti assieme” ha spiegato il titolare della Farnesina, per il quale “ogni genere di intervento economico sul Recovery Fund deve essere l’occasione per unire il mondo produttivo e quello istituzionale. E per riuscirci bisogna lavorare insieme, fin da subito, non appena avremo i primi progetti”. L’obiettivo è spendere i fondi “in maniera efficiente e veloce, ma la grande preoccupazione è la messa a terra di questi progetti”.
Di Maio ha quindi aggiunto: “La riforma fiscale, che stiamo mettendo in piedi in Italia, è un modo anche per rendere più competitivo il prodotto Made in Italy nel mondo”.
Infine il ministro degli esteri ha detto: “Ho ascoltato il discorso del presidente Bonomi durante l’assemblea di Confindustria e in quel discorso c’erano gli ingredienti e la road map per evitare tensioni tra mondo produttivo e mondo istituzionale”.
I lavori di “Made in Italy: the restart” si sono concentrati sul tema dei progetti a sostegno di export, rilancio economico e green new deal che possono svolgere un ruolo funzionale alla ripartenza del sistema Italia, incrementandone la competitività. Se ne è discusso con Pierfrancesco Latini, amministratore delegato di Sace, che, nel corso del suo intervento, ha detto che L’impatto della pandemia “è evidente su tutto il sistema economico”, tuttavia, “nonostante la severità dello shock, vediamo i presupposti per una ripartenza del nostro Paese“. La ripresa “non potrà che essere trainata dai fattori di resilienza dell’economia, come l’export, il Made in Italy, il food, la meccanica, l’ingegneria e il turismo, che sono settori in cui l’italianità è sinonimo di qualità e creatività“, ha detto Latini, sottolineando che proprio da qui occorre “ripartire per sostenere la competitività del sistema”. In questo contesto, l’export non potrà che giocare un ruolo fondamentale: “Attendiamo un recupero quasi totale già nel 2021, dopo il calo previsto per quest’anno”, ha detto Latini, sottolineando che Sace “è pronta a fare la propria parte a fianco delle imprese, attraverso un approccio ben strutturato sulle filiere. Il nostro ruolo è sinonimo di sostegno all’export e internazionalizzazione”. L’operatività di Sace, ha spiegato Latini, “ci ha consentito di mobilitare risorse ingenti, pari a 16 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno, in crescita rispetto allo scorso anno, nonostante l’avversità del contesto. Un impegno rafforzato dagli strumenti governativi messi a disposizione, come Garanzia Italia, che ci vede impegnati insieme al sistema bancario per dare risposte sull’esigenza di liquidità, che ha consentto di erogare finanziamenti supportati dalla nostra garanzia pubblica ad oggi per più di 15 miliardi per oltre 600 imprese. In totale abbiamo mobilitato oltre 30 miliardi di euro a favore delle imprese nella prima parte dell’anno, un risultato molto importante”.
Di energia, infrastrutture e innovazione industriale per lo sviluppo sostenibile e turistico del Paese si è quindi discusso con Marco Alverà, CEO Snam, Andrea Bruzzone, Direttore Generale Made in Italy Investimenti, Giuseppe Falco, CEO BCG Italia, Grecia, Turchia, Israele, Pierroberto Folgiero, CEO Maire Tecnimont, e Francesco Starace, CEO Enel.
“Noi pensiamo che tra 5 anni, se si crea una collaborazione in Europa e anche fuori, si possa far scendere l’idrogeno dai 5-6 dollari attuali al chilo fino a 2 dollari. L’idrogeno a 2 dollari al chilo inizia a diventare veramente competitivo con alcune applicazioni del diesel, questa è la grande scommessa su cui stiamo lavorando” ha detto il ceo di Snam, Marco Alverà. L’idrogeno, ha spiegato, “può avere il 15-20% come quota mercato a lungo termine nel 2050, fino ad allora dovranno convivere metano e idrogeno. Si stanno studiando con le altre Snam europee se usare reti dedicate oppure membrane, se l’idrogeno può convivere con il metano negli impianti di stoccaggio. Questo ci darebbe un vantaggio infrastrutturale molto importante a livello europeo”. La parola chiave per Alverà è fare investimenti orientati al “futuro” ma “procedendo con cautela: l’opportunità di produrre idrogeno dal sole, con costi inferiori rispetto al Nord Europa che lo produce dal vento, è un vantaggio strategico e possiamo anche pensare di esportarlo”.
Il ceo di Snam Alverà ha quindi detto che sul fronte energetico “i consumi industriali sono molto correlati al Pil e in qualche modo lo anticipano. Abbiamo due dati positivi, ad agosto con una crescita dello 0,4% e a settembre +1,3%”. Il dato, ha spiegato Alverà, “tiene assieme il termoelettrico e l’industriale ma, per quanto riguarda l’industriale, l’aumento è senz’altro positivo”.
Nel corso del suo intervento a “Made in Italy: the restart” Francesco Starace, ceo di Enel, ha detto: “A novembre presenteremo il nuovo Piano per prossimo triennio 2021-2023 e in questo vediamo un’espansione delle rinnovabili che non ha limiti fisici nei prossimi dieci anni. I progetti e la nostra capacità di investimento saranno limitati solo dalla capacità di realizzarli, e di farlo senza errori”. Su questo settore, ha proseguito, “ci vedrete accelerare progressivamente per i prossimi dieci anni”.
Andrea Bruzzone, direttore generale Made in Italy Investimenti, management company per la partecipazione in piccole e grandi aziende italiane nel Monferrato, ha dichiarato di avere in programma “120 milioni di investimenti in tre anni” per svilupparsi in quattro settori: “Infrastrutture, agroalimentare, con un occhio di riguardo al settore vitivinicolo, turistico termale ed energia”. “Abbiamo incontrato aziende in questi quattro settori – ha proseguito Bruzzone – che permettono di ottenere prodotti straordinari e affiancandole riteniamo che possano portare opportunità ancora più importanti sull’estero”. Lo sguardo, infatti, è anche rivolto all’estero: “Uscire dall’Italia – ha sottolineato – consente di aumentare in maniera considerevole sia fatturati che ricavi”.
Giuseppe Falco, CEO BCG Italia, Grecia, Turchia e Israele ha dichiarato: “Alcuni settori hanno subito impatti gravi, come il turismo e i trasporti. Abbiamo registrato, invece, un incremento in altri settori. Per citare un dato: c’è un incremento significativo nei progetti di digitalizzazione. C’è un certo ottimismo, lo leggiamo nella macro-economia e negli indici di borsa. Molti settori hanno già ripreso il delta, alcuni ancora no, ma mediamente le aspettative sono positive. Rispetto alla transizione energetica, alcuni settori hanno accelerato con convinzione e consapevolezza, facendoci capire come sostenibilità climatica e della filiera siano ormai realtà”. Sono 3 le sfide di BCG verso il 2030: “La prima riguarda il nostro modello operativo, con attenzione all’abbattimento delle emissioni; l’altra leva importante è supportare lo sviluppo della transizione energetica per settori come il trasporto aereo e il mondo del combustibile; infine, la ricerca di soluzioni natural based”.
Per Pierroberto Folgiero, Ceo di Maire Tecnimont, la transizione energetica “è un’opportunità per l’Italia, che è povera di risorse energetiche, quindi una strategia non basata sugli idrocarburi è una grande opportunità”. In questo contesto, decarbonizzare una serie di processi industriali diventa cruciale, capendo come si fa a produrre gli stessi prodotti senza produrre Co2: “Questa parte è quella che riguarda la chimica verde, un settore su cui noi stiamo investendo e ragionando tantissimo“, ha detto Folgiero. Fondamentali diventano quindi tecnologia e innovazione: “In Italia non ci sono molte infrastrutture energetiche, quindi un’azienda italiana che fa impiantistica porta con sé una filiera formidabile. In Italia ci sono competenze formidabili, sviluppate pur non avendo grandi risorse energetiche”, ha detto il numero uno di Maire Tecnimont, spiegando che questa filiera può essere esportata anche all’estero, leggendo quello che succede fuori dal Paese e continuando a portare le aziende all’estero. “L’export italiano deve adattarsi a quello che richiedono le geografie, in un’ottica di attenzione al local content, possiamo essere utili a trovare collaborazioni, imparando a nostra volta a lavorare con imprenditori omologhi in modo funzionale al processo di industrializzazione“, ha concluso Folgiero.
I lavori dell’evento de Il Sole 24 Or e FT “Made in Italy: the restart” sono proseguiti con una tavola rotonda dedicata al tema della ricerca e innovazione di prodotto e servizio come leve per creare valore, a cui hanno preso parte Enrico Vita, CEO Amplifon, Vanessa Colella, CIO Citi e CEO Citi Ventures, Guido de Vecchi, Direttore Generale Intesa Sanpaolo Innovation Center, Antonella Folgori, CEO ReiThera, e Marco Hannappel, CEO Philip Morris Italia.
Per Amplifon, ha detto il Ceo Enrico Vita, “lo stato dell’arte attuale è positivo. Abbiamo avuto un inizio d’anno buono, poi la crisi si è fatta sentire soprattutto in aprile, maggio e giugno, ma già da luglio abbiamo visto una ripresa e ad agosto ci siamo portati a livelli di fatturato paragonabili all’anno precedente. Siamo soddisfatti di come stanno evolvendo le cose, soprattutto visto quello che è successo nei mesi precedenti”. Vita ha sottolineato che per l’azienda l’internazionalizzazione, iniziata negli anni Novanta con un processo costante, avvenuto per crescita organica e acquisizioni, è fondamentale per i risultati dell’azienda. “Oggi siamo presenti nei 5 continenti, in 28 paesi e questo è un grandissimo vantaggio, perché possiamo compensare da un punto di vista geografico i momenti di sofferenza di un mercato specifico. Stiamo vedendo una ripresa generalizzata, ma sicuramente fa impressione che in Cina, dove siamo presenti con una piccola joint venture, siamo già tornati al business as usual”, ha detto. Guardando avanti, l’innovazione, del prodotto e del servizio, sarà sempre più importante: “Il nostro prodotto è l’apparecchio acustico, ma anche il servizio che ci sta attorno. L’innovazione è cruciale ed è fondamentale potersi avvalere di professionisti specializzati, per questo noi investiamo oltre 10 milioni di euro all’anno nel training per tenere aggiornati i nostri professionisti a livello mondiale”, ha detto Vita.
Vanessa Colella, cio di Citi e ceo di Citi Ventures, nel corso della sua partecipazione al convegno de Il Sole 24 Ore e Ft “Made in Italy: The restart” ha detto: “Come banca ci siamo concentrati per vedere come aiutare comunità e aziende a ricostruirsi dopo la crisi e stiamo lavorando tanto con l’Italia, stiamo cercando cosa si può fare in modo che il capitale, che cerca posti in cui investire, possa davvero trovare aziende che abbiano bisogno di investimento. Questo processo continuerà per tanti anni in futuro. Capire come aiutare l’Italia in questo processo di ripresa. Quanto ai settori, siamo sempre alla ricerca di aziende nel settore della fintech, ma anche società che si occupano di dati e cybersicurezza”. “In Italia – ha proseguito Colella – la cosa più interessante è la concentrazione di persone, prodotti, design ma anche ingegneria. Questo materiale intellettuale che esiste in Italia è incredibile. Quello che abbiamo visto è che la crisi ha accelerato molto tendenze che esistevano già prima. Come succede con qualsiasi crisi, si vengono a creare nuove opportunità”.
Sostenibilità ed economia circolare “sono per noi è un pilastro del business plan approvato, nel piano strategico di Intesa Sanpaolo è un capitolo molto importante. Stiamo lavorando attivamente alla transizione verso l’economia circolare” ha detto Guido de Vecchi, direttore generale di Intesa Sanpaolo Innovation Center, società del gruppo dedicata all’innovazione, ricordando che nel piano al 2021 è stato fissato un plafond da 5 miliardi di euro per l’economia circolare e che ieri è stato annunciato lo stanziamento di un ulteriore miliardo di euro estendendo il plafond alla rete Ubi e portando così a 6 miliardi la dotazione per la circular economy. Secondo de Vecchi, quello attuale “è un momento storico molto particolare, è una fase di grande delicatezza del mercato, gli imprenditori sono in attesa, c’è mancanza di fiducia a causa della pandemia, ma va detto che i progetti in sostenibilità ed economia circolare continuano a essere nell’agenda degli investitori”. Rispetto al 2019 “il tasso di richiesta è sostanzialmente analogo, sono chiesti importi molto importanti che possono cambiare il modello di business delle aziende. Gli importi che stanno richiedendo i clienti sono simili a quelli dell’anno precedente, ma per il momento sono in stand by. Pur essendo a tassi estremamente interessanti, gli investitori devono vedere la luce in fondo al tunnel”, ha concluso.
Antonella Folgori, amministratore delegato di ReiThera, azienda delle biotecnologie di Castel Romano che sta lavorando a un vaccino contro il Covid-19, ha detto che l’azienda punta a rendere disponibili in Italia milioni di dosi nel 2021. “Abbiamo iniziato lo studio clinico di Fase 1 a fine agosto su volontari sani, sta andando come previsto e in modo veloce. Contiamo di passare alle Fasi 2 e 3 entro fine anno. Sarà poi cruciale valutare l’efficacia del vaccino dove il virus circola e passare alla produzione su larga scala”. L’ad di ReiThera ha sottolineato che un punto cruciale sarà essere in grado di produrre il vaccino in milioni di dosi. “Noi possiamo fare in casa tutte le fasi di sviluppo e quindi renderlo disponibile in primo luogo all’Italia e poi negli altri paesi. Pensiamo di averlo nel 2021, considerando che una volta messo a punto andrà valutato dalle agenzie regolatorie”. La sola ReiThera potrebbe da sola essere in grado di coprire il fabbisogno di vaccini per l’intera popolazione italiana. “Bisogna verificare che sia efficace, si devono avverare alcune condizioni, ma abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse”, ha detto Folgori.
A proposito di “Ricerca e innovazione di prodotto e servizio per creare valore”, Marco Hannappel, CEO Philip Morris Italia, ha dichiarato: “La nostra scelta aziendale è investire in alternative alle sigarette tradizionali. In questo l’Italia ha ruolo centralissimo. Abbiamo investito 7 mld di dollari e su 2 centri di ricerche che lavorano su piattaforme alternative negli ultimi 15 anni. Ci sono sviluppi importantissimi in ambito industriale. Con 1 mld di dollari di investimento in Italia si sta creando un polo di eccellenza internazionale». Quali i punti di forza del settore? «Solidità distretti industriali ed eccellenze in meccatronica e packaging sono il fiore all’occhiello dell’industria e un volano per chi vuole investire nel paese. Si possono creare impianti da zero con davvero un’eccellenza in termini di industria 4.0 e IoT. L’attività di incentivazione da parte dello Stato nell’industria 4.0 porta grandi aziende come la nostra a investire in Italia. Abbiamo un impianto costruito da 600 aziende italiane. Oggi abbiamo 7000 fornitori in tutta Italia».
I lavori dell’evento “Made in Italy: the restart”, organizzato da Il Sole 24 Ore e Ft, si sono conclusi con focus anche ruolo del settore dello Sport con l’intervento di Vincenzo Novari, CEO Comitato Organizzativo Milano-Cortina 2026.
Partner dell’evento sono Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Amplifon, Artemide, Banco Bpm, Barilla, Ceramics of Italy, Citi, Coldiretti, Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, Dompé, Enel, Ferrovie dello Stato Italiane, Fondazione Fiera Milano, Ismea, ITA-ICE Leonardo, Made in Italy Investimenti, Maire Tecnimont, Olivetti, Philip Morris Italia, Quadrivio Group, Sace, Simest, Snam, Bcg.