Legambiente aderisce alla manifestazione nazionale “SOS L’Aquila chiama Italia” indetta sabato 20 novembre, per ricordare che a più di un anno e mezzo dal sisma che ha sconquassato la città e altri 56 comuni abruzzesi, la ricostruzione è ferma e la situazione drammatica.
L’associazione ambientalista, impegnata sul territorio sin dalle ore immediatamente successive alla tragedia del 6 aprile 2009, raccoglie così l’appello lanciato dai cittadini dell’Aquila a tutti coloro che gli sono stati vicini nei mesi scorsi, per denunciare lo stato di abbandono in cui versano le popolazioni terremotate e chiedere subito una vera ricostruzione della città.
Una ricostruzione che, secondo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, passa innanzitutto attraverso la giusta valutazione delle macerie prodotte e la loro rapida rimozione, e deve essere improntata a rigidi criteri di sostenibilità, di sicurezza antisismica e di legalità.
“E’ vergognoso – dice Cogliati Dezza – che le rovine giacciano tuttora sulle strade dei comuni terremotati e che il centro dell’Aquila sia ancora invivibile per i residenti. Rimuoverle è il primo, urgentissimo passo da fare. Ma particolare attenzione deve essere dedicata, anche, al riutilizzo degli inerti in modo da limitare un ulteriore degrado del territorio e gli interventi per la messa in sicurezza devono ispirarsi alle più moderne tecnologie. A questo riguardo, si sta purtroppo continuando a perdere tempo prezioso per il rilancio del territorio in termini economici e di occupazione. Inoltre – prosegue il presidente di Legambiente – per impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata e garantire il rispetto delle norme esistenti a garanzia della sicurezza dei cittadini, il rispetto della legalità deve essere un criterio guida nell’opera di ricostruzione”.
“L’emergenza è superata da tempo – aggiunge il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo – serve una legge organica che individui tempi e risorse certe per la ricostruzione e per la ripresa delle attività economiche.
Occorre andare oltre il commissariamento e le deroghe; chiediamo trasparenza e partecipazione”.