De Pierro, a Percile ha vinto l’Italia dei Diritti

 

Il presidente del movimento commenta il 30% ottenuto alle ultime elezioni nel comune della Valle Ustica e spiega perché considera questo risultato un successo

Roma, 2 ottobre 2020 – Ad alcuni giorni dallo spoglio delle elezioni amministrative 2020, che hanno visto il movimento Italia dei Diritti partecipare con una lista in più comuni, il presidente Antonello De Pierro, il giornalista ex direttore e voce storica di Radio Roma che lo fondò alcuni anni or sono, si avventura in una disamina del voto. E lo fa con riferimento a Percile, incantevole borgo della Città Metropolitana di Roma Capitale, dove la formazione politica da lui presieduta ha incassato un’espressione consensuale pari al 30%, che ha permesso di eleggere 3 consiglieri (il candidato a sindaco Giovanni Ziantoni, Roberto Porcacchia, nipote d’arte in quanto suo zio è Oscar Tortosa, attuale vice presidente del movimento e noto politico di lungo corso, e il dottor Marco Del Monaco, medico presso l’ospedale di Subiaco) grazie a un magistrale lavoro di squadra che ha visto impegnati senza soluzione di continuità e con un ingente impiego di energie tanti dirigenti territoriali, a iniziare dal responsabile provinciale di Roma Carlo Spinelli, che tanti applausi ha riscosso durante il suo intervento in occasione della chiusura della campagna elettorale, facendo impennare verso il rosso il termometro dell’entusiasmo.

Fondamentali per il risultato ottenuto sono stati altresì il responsabile per la Valle Ustica Mattia Cola e quello locale Daniele Vitelli, che hanno supportato magistralmente il candidato sindaco Giovanni Ziantoni, uno degli esponenti più attivi nelle file del movimento capeggiato da De Pierro, già consigliere comunale a Sambuci e sempre in prima linea come responsabile territoriale per Vicovaro. Ma anche lo stesso numero uno dell’Italia dei Diritti,capogruppo nell’assemblea consiliare della vicina Roccagiovine e consigliere nell’Unione dei Comuni Valle Ustica (di cui fa parte anche Percile), nonché a capo di un gruppo di ben 8 membri in seno alla Comunità Montana dell’Aniene (attualmente commissariata per favorire la trasformazione in Unione dei Comuni Montani), ha dato il suo contributo a ciò che i pronostici della vigilia annunciavano come una vittoria epocale e senza precedenti, chiudendo trionfalmente proprio a Percile la campagna elettorale, tra un fiume di applausi scroscianti e risonanti ovazioni, di fronte a una platea numerosissima, nonostante le misure restrittive imposte dalle norme anticovid.

Tra i tanti sostenitori dell’Italia dei Diritti presenti, accorsi anche da altri comuni, in particolare dalla limitrofa Licenza, dove il movimento si prepara a lanciare la sfida per la prossima tornata amministrativa, si è infilato qualche elettore di altre liste, che lasciandosi andare a qualche contestazione dal sapore triviale ha fatto sfiorare la rissa, scongiurata fortunatamente dall’intervento delle forze dell’ordine presenti.

Anche il grande successo riscontrato nella piazza dell’ultimo scorcio di campagna elettorale aveva disegnato, nelle convinzioni di chi auspicava finalmente quel cambiamento proposto dal movimento di De Pierro da circa 2 anni anche nella Valle dell’Aniene, i contorni illusori di una straordinaria e storica vittoria, in virtù del fatto che sarebbe stata ottenuta da una lista senza nessun candidato del luogo, cosa che rende clamoroso anche quel 30% ottenuto, come spiega lo stesso leader: “Vincere le elezioni a Percile, come da più parti si asseriva con cauto ottimismo, avrebbe rappresentato un esito elettorale da affidare agli annali storici delle competizioni politiche italiche. La nostra lista era composta da candidati non percilesi, anche se amanti del luogo o legati in qualche modo al territorio, e si scontrava con un gruppo composto da persone locali e pertanto con solidi legami familiari. Nel terreno della logica del buonsenso, in virtù di ciò che stiamo mostrando nei comuni in cui sediamo sugli scranni istituzionali, il risultato avrebbe dovuto essere scontato. Noi rappresentiamo il cambiamento, un nuovo modo di fare politica, avulso dal muoversi su percorsi clientelari, dove le parole d’ordine sono giustizia, legalità ed etica e, in chiave post ideologica, miriamo solo a soddisfare le istanze dei corpi collettivi e alla risoluzione del problema. Purtroppo però, specie nei piccoli comuni, ci si imbatte nella logica atavica del voto familiare e pertanto questi paesi sono condannati a gestioni amministrative dal sapore feudale, dove prima ci si chiede se c’è un legame familiare e poi se il candidato è in grado di amministrare un comune. e’ su questo paradigma concettuale che si è consumata la supremazia consensuale della lista locale e siamo stati relegati all’opposizione. Dall’altra parte avevamo una compagine che aveva mostrato segni di debolezza già dal momento della presentazione della candidatura. Infatti schierava 8 candidati sui 10 massimi previsti Mi sono sembrate lapalissiane le difficoltà incontrate nel completare la squadra. Pertanto, visto che a Percile, nonostante l’esiguo numero di residenti, c’è un’offerta politica di qualità, probabilmente chi ama la buona politica non si è trovato d’accordo con l’espressione del passato. Dal nostro canto, nelle condizioni che ho descritto posso parlare di una nostra vittoria. Noi a Percile, con il 30% ottenuto, abbiamo vinto. Che risultato positivo è quello di una lista locale che supera di poco il 60% e permette a una lista di persone estranee al territorio di far registrare il 30% dei consensi? Liberi di festeggiare l’ingresso in maggioranza, gridare al trionfo, come la formalità burocratica detta, ma la realtà guarda questo risultato con la lente di ingrandimento della riflessione oggettiva e lo vede offuscato da tante ombre che ne sminuiscono l’esatta entità. Tributo i miei migliori auspici al neo sindaco Claudio Giustini e offro la nostra collaborazione ogni volta che saranno rispettati a nostro avviso gli interessi della popolazione. Infatti ho sempre considerato il lavoro di opposizione dell’Italia dei Diritti ad adiuvandum. Ma se non dovessimo riscontrare nell’attività amministrativa quei principi fondanti del nostro movimento e vedremo anche un solo abitante di Percile penalizzato, la nostra opposizione sarà dura e intransigente. Dentro e fuori dalle stanze istituzionali. Perché ormai in tanti sanno che noi rappresentiamo i cani da guardia che vigilano sul rispetto del principio del buon andamento della pubblica amministrazione, come recita puntualmente la codifica dell’art. 97 della Carta costituzionale e lo sappiamo fare anche senza sedere nell’assise consiliare. Quando abbiamo evitato l’istituzione del pedaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma e sull’autostrada Roma-Fiumicino, l’abbiamo fatto fuori dalle istituzioni. Quando abbiamo fatto realizzare, contro la corruzione, la rotazione intermunicipale dei vigili urbani a Roma, dopo ben 18 miei incatenamenti, non sedevamo nell’assise consiliare capitolina. Posso elencare tanti risultati raggiunti dal nostro movimento e sono certo che prima o poi libereremo anche i piccoli comuni dalla morsa del voto di famiglia che tanto detrimento cagiona al parenchima amministrativo. Mi piacerebbe chiedere agli elettori se quando devono ricorrere a qualsiasi prestazione professionale si rivolgono a un parente che ha deciso di avventurarsi in un’improbabile improvvisazione oppure fanno ricorso a un professionista qualificato. La medesima elaborazione concettuale andrebbe attivata in sede di espressione del consenso nel segreto della cabina elettorale quando si decide di affidare le sorti della propria comunità a chi si propone per amministrarla .Purtroppo, a quanto pare, i nostri consiglieri hanno già dovuto, loro malgrado, rilevare un mancato rispetto delle norme che regolano il canonico insediamento del nuovo consiglio comunale. Entro 3 giorni dalla proclamazione degli eletti, il primo adempimento del neo sindaco è la pubblicazione dei risultati elettorali, nonché il perfezionamento notificatorio degli stessi ai consiglieri eletti. Ebbene, sul sito internet del Comune tale pubblicazione, ancorché il manifesto riportasse la data del 25 settembre, è avvenuta solo il 1 ottobre, ben 9 gironi dopo la proclamazione, e per giunta con un errore nell’ordine degli eletti in afferenza alla cifra elettorale ottenuta. Per quanto attiene alla notificazione dell’esito elettorale agli eletti non mi risulta che a oggi, 1 ottobre, sia ancora avvenuta, sebbene sia stato già convocato proprio in data odierna il consiglio comunale di insediamento, questa volta entro il dies ad quem perentorio prescritto dal dettato dell’articolo 40 del Tuel,, ma senza che i nuovi consiglieri siano stati formalmente edotti dell’avvenuta elezione. Naturalmente, chiederò ai nostri rappresentanti in seno al consesso consiliare, di formulare un’interrogazione per essere messi a conoscenza dei motivi ostativi che hanno determinato questo ritardo, con l’auspicio che il sindaco Giustini vigili affinché il rispetto delle regole venga garantito e in futuro non si ripetano più simili inottemperanze burocratiche“.

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