Più di 1,2 milioni di persone, tra cui circa 600.000 bambini, sono stati colpiti dalle alluvioni in oltre una dozzina di Paesi tra agosto e l’inizio di settembre
Decine di migliaia di bambini nell’Africa subsahariana sono stati costretti a lasciare la scuola o hanno visto ritardare l’inizio del loro anno scolastico dopo che pesanti inondazioni li hanno costretti a lasciare le loro case e hanno distrutto le loro aule. Lo sostiene Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
L’Organizzazione sta esortando i governi a intensificare i lavori di riparazione nelle scuole e a fornire aule temporanee per i bambini che sono dovuti fuggire in modo che, all’impatto devastante del COVID-19 sulla loro istruzione[1], non si aggiunga questo ulteriore ostacolo. I governi devono anche urgentemente creare alloggi alternativi per le famiglie che si sono rifugiate nelle scuole.
Più di 1,2 milioni di persone, tra cui circa 600.000 bambini[2], sono stati colpiti da inondazioni in oltre una dozzina di Paesi tra agosto e l’inizio di settembre. Centinaia di persone sono morte, centinaia di migliaia sono rimaste senza casa e i raccolti sono stati distrutti. Le recenti inondazioni in Nigeria e Guinea hanno costretto ancora più persone ad abbandonare le loro case e più bambini a lasciare la scuola.
“Non abbiamo più niente adesso. Le case sono crollate e l’acqua ha portato via tutto, non sappiamo cosa fare. Vivo in una piccola stanza con altre tre donne, inclusa la mia nipotina appena nata” ha descritto così la devastazione Tchima, 48 anni, del Niger, il cui villaggio si trovava sul percorso delle acque alluvionali.
Molte scuole in tutta la regione non sono più utilizzate perché sono state allagate, distrutte o utilizzate come rifugi. Solo in Sudan e Niger, 116 scuole sono state danneggiate negli ultimi due mesi. Prima della crisi del COVID-19, l’Africa subsahariana aveva già i più alti tassi di esclusione dall’istruzione, con oltre un quinto dei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni che non frequentavano le lezioni.
Le inondazioni significano ulteriori ostacoli all’istruzione, in aree in cui l’aumento della fame, i conflitti in corso e l’impatto della pandemia di COVID-19 hanno già influenzato l’apprendimento dei bambini.
I Paesi di tutta la regione miravano a riaprire le scuole a settembre per la prima volta dopo la pandemia, ma le inondazioni lo hanno impedito. In Sudan il governo ha annunciato la chiusura delle scuole per altri due mesi, in Niger le scuole non potranno aprire fino a metà ottobre.
“Ero entusiasta di imparare di nuovo, vedere i miei amici e insegnanti, ma dopo solo tre settimane ci sono state le alluvioni che hanno costretto la nostra scuola a chiudere di nuovo. Questo è davvero triste. I bambini di altre regioni della Somalia stanno imparando e acquisendo preziose conoscenze mentre io sono affamata e combatto nella periferia della città” ha detto Yasmin *, 10 anni, della Somalia.
“Le inondazioni stanno devastando l’educazione dei bambini. L’entità del danno impedirà a migliaia di loro di tornare a scuola a breve. Sappiamo per esperienza che ci vuole un po’ di tempo per riparare le scuole e molti di questi bambini hanno già perso mesi di istruzione a causa del COVID-19. Più a lungo i bambini non vanno a scuola, meno è probabile che tornino: vengono, invece, messi a lavorare o corrono il rischio di essere costretti a sposarsi[3]. Diversi Paesi della regione sono soggetti alle inondazioni, ma stiamo assistendo a inondazioni sempre più frequenti e mortali in tutta la regione, un impatto reale del cambiamento climatico. È fondamentale che i governi, con i partner nazionali e internazionali, aumentino i finanziamenti per garantire che i bambini abbiano accesso al giusto apprendimento a distanza. Investendo in un’istruzione a distanza a bassa tecnologia, inclusiva e accessibile, possiamo proteggere il futuro di tutti i bambini, compresi i più emarginati[4]” ha dichiarato Eric Hazard, Direttore Advocacy per l‘Africa di Save the Children.
In risposta alle inondazioni, Save the Children sta supportando i bambini e le loro famiglie con assistenza sanitaria, alimentare e cure mediche. L’Organizzazione sta anche fornendo supporto educativo, potenziando la purificazione dell’acqua e fornendo kit per la casa alle famiglie che hanno perso tutto.