Spett.le Direttore Politicamente Corretto
Dott. Salvatore Viglia
mappa dei territori occupati dell’Azerbaigian
Spett.le Redazione,
la presente in relazione alle due note da Voi pubblicate il 14 settembre e 18 settembre, a firma di fantomatiche “entità” inesistenti, denominate “Consiglio per la comunità armena di Roma” e ”Iniziativa italiana per il Karabakh”.
Per quanto concerne la nota della prima, essa si esprime in modalità aggressiva e non educata, portando avanti “ragioni” non veritiere e contraddittorie, là dove gli stessi riconoscono la veridicità del ricollocamento di armeni in corso da altri paesi verso i territori dell’Azerbaigian occupati, ad opera della parte armena.
Per quanto riguarda invece “le affermazioni” della seconda, vorremmo ricordare che il Nagorno Karabakh è la parte montuosa del Karabakh, territorio storico dell’Azerbaigian. Il nome stesso deriva da due parole azerbaigiane: “gara” – nero e “bag” – giardino. Dai tempi antichi fino all’occupazione dell’Impero zarista, nel 1805, con il trattato di Kurakchay, firmato tra Ibrahimkhalil khan, khan del Karabakh e Sisianov, comandante generale dell’esercito russo nel Caucaso, questa regione era parte di diversi stati azerbaigiani, da ultimo il Khanato di Karabakh. Che la parte armena studi bene il trattato di Kurakchay. Non c’è nessun riferimento alla popolazione armena in nessun articolo di quel trattato. Non poteva esserci perché il processo di reinsediamento degli armeni in Karabakh iniziò successivamente. Nel 1828, alla firma del trattato di Turkmanchay, al termine della guerra Russia-Iran, seguì un massiccio trasferimento di armeni nel Caucaso del Sud, in particolare nei territori dei khanati azerbaigiani di Irevan (attuale Yerevan, capitale dell’Armenia) e di Karabakh. Nel 1978 fu eretto un monumento in Karabakh, a riprova del 150mo anniversario dell’arrivo degli armeni nella zona, deliberatamente distrutto dagli stessi armeni a seguito del conflitto. Il flusso migratorio è proseguito fino all’inizio del XX secolo. Successivamente è stato creato lo stato dell’Armenia nei territori dell’Azerbaigian e ampliato durante il periodo sovietico a spese della superficie azerbaigiana. Il 28 maggio 1918 fu proclamata la Repubblica Democratica dell’Azerbaigian e l’Assemblea Nazionale Armena del Nagorno Karabakh ha riconosciuto ufficialmente l’autorità dell’Azerbaigian. Il 28 aprile 1920 la Repubblica Democratica dell’Azerbaigian venne occupata dall’armata rossa e fu creata la Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian. Il 5 luglio 1921 il Bureau Caucasico del Comitato Centrale del Partito Bolscevico decise di mantenere il Nagorno Karabakh all’interno della RSS dell’Azerbaigian, non di “trasferirlo” o “assoggettarlo” alla normativa azerbaigiana, contrariamente a quanto tipicamente affermato da fonti armene. Il 7 luglio 1923, il Comitato Esecutivo Centrale della RSS dell’Azerbaigian emanò un Decreto “Sulla formazione della Provincia Autonoma del Nagorno Karabakh” (NKAO). I confini amministrativi della NKAO vennero definiti in modo che gli armeni ne rappresentassero la maggioranza. Invece l’Armenia non solo non ha riconosciuto un’autonomia per la minoranza azerbaigiana in Armenia, ma ha promosso un clima di intolleranza e ha fatto di tutto per liberarsi della locale comunità azerbaigiana. Vogliamo ribadire dunque che le radici del conflitto sono nel trasferimento degli armeni nei territori azerbaigiani, oltre che nella decisione di creare una provincia autonoma nella parte montuosa della regione del Karabakh dell’Azerbaigian.
Nel 1988 l’Armenia ha avviato nuove rivendicazioni territoriali contro l’Azerbaigian, questa volta per la regione azerbaigiana del Nagorno Karabakh, e nello stesso tempo tutti gli ultimi azerbaigiani (più di 250 mila) in Armenia sono stati deportati dalle loro terre natali. Col crollo dell’URSS, la dottrina legale internazionale dell’uti possidetis juris garantì la legittimità internazionale, regionale e nazionale dei confini dei nuovi Stati indipendenti, per cui in base a questa dottrina legale, le ex frontiere amministrative della RSS dell’Azerbaigian, che includeva la NKAO, erano riconosciute dal diritto internazionale come le frontiere legittime della nuova Repubblica dell’Azerbaigian. Però l’Armenia, in totale violazione del diritto internazionale, ha iniziato a usare la forza per annettere il Nagorno-Karabakh e ha avviato un’aggressione militare contro l’Azerbaigian, occupando il 20% del territorio azerbaigiano riconosciuto internazionalmente, inclusa la regione del Nagorno Karabakh e sette distretti adiacenti dell’Azerbaigian. Questo ha causato anche una pulizia etnica contro tutti gli azerbaigiani in quei territori: furono espulsi 50 mila azerbaigiani dal Nagorno Karabakh e 750 mila azerbaigiani dai distretti adiacenti.
Riassumendo quanto sopra, è evidente che il Karabakh è l’Azerbaigian, con il punto esclamativo. E nonostante le bugie e le falsificazioni della parte armena, la verità non cambierà mai. Siamo consapevoli che i materiali inviati alla stampa a firma di queste fantomatiche “entità” inesistenti sono preparati dall’Ambasciata armena in Italia, che forse non trova il coraggio di firmare direttamente le stesse; questa è’ un’altra manifestazione del fatto che sono avvezzi ad agire in modo ingannevole e fuorviante.
Infine, ringraziando per l’interesse e l’attenzione all’argomento, vorremmo chiedere alla Spett.le Redazione di verificare in futuro l’autenticità delle fonti, prima di pubblicare materiali sul conflitto del Nagorno-Karabakh tra l’Armenia e l’Azerbaigian.
Chiediamo la pubblicazione del presente comunicato, insieme alla mappa allegata.
Cordiali saluti,
Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian