Sgomberata la gru occupata da immigrati in protesta

Sulla questione sono intervenuti Grazioli e Loverde rispettivamente viceresponsabile della provincia di Brescia e viceresponsabile per l’Immigrazione del movimento

Questa mattina, poco dopo le 6, l’intervento congiunto di carabinieri e polizia, ha portato allo sgombero del presidio di sei immigrati che da sabato 30 ottobre stazionavano, per protesta su una gru all’interno di un cantiere edile nel Bresciano. L’azione non violenta aveva come scopo l’ottenimento del permesso di soggiorno, per il quale, come dichiara il portavoce, i manifestanti hanno già versato i contributi necessari per la richiesta, ma non hanno ancora ricevuto nulla.

“Queste manifestazioni rappresentano una spia, un segnale della disperazione sociale che attraversa il nostro paese.”così a tal riguardo dichiara Sergio Grazioli viceresponsabile per la Provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti. “Anche in altre classi sociali è sempre più visibile questa disperazione – continua Grazioli – legata alla perdita del lavoro e alla conseguente disoccupazione. Evidentemente oggi c’è la necessità di un intervento da parte della classe politica teso a risolvere quello che attualmente è il problema sociale che si pone a monte di tutti gli altri, quello del lavoro”.

La situazione paradossale risiede nell’evidenza che i lavoratori immigrati hanno adempiuto tutti i passaggi necessari per inoltrare e ottenere un permesso di soggiorno valido, molti di questi hanno pagato cifre molto alte ai loro datori di lavoro, vere e proprie estorsioni. sulla questione è intervenuto anche Antonino Loverde viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “La sanatoria del 2009 è stata una vera discriminazione nei confronti dei lavoratori immigrati perché rivolta solamente a colf e badanti. Sarebbe stato necessario allargare le tipologie lavorative previste prosegue l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –, ponendo un tetto massimo per ognuna. Questi lavoratori si trovano in una duplice difficoltà: versano tangenti ai propri datori di lavoro e se li denunciano possono recuperare la loro quota, ma non ottenere la regolarizzazione. Italia dei Diritti è in prima fila a denunciare questi soprusi ed esprime solidarietà ai lavoratori in difficoltà”.

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