Asia Bibi, nel corso di una toccante video-intervista resa alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ha lanciato un appello al Primo Ministro del Pakistan Imran Khan. La cristiana pakistana, simbolo della sofferenza causata dalla persecuzione anticristiana nel mondo, è stata raggiunta in videochiamata nella sua attuale residenza canadese dal direttore di ACS Italia Alessandro Monteduro, il quale ha richiamato il dramma delle numerosissime minorenni pakistane attualmente rapite, convertite e costrette al matrimonio con la forza e che raramente ottengono giustizia. Due nomi fra i tanti: Huma Younus e Maira Shahbaz, oggetto di una costante campagna di sensibilizzazione da parte della fondazione. Asia Bibi ha commentato: «So che queste ragazze sono perseguitate e faccio appello al Primo Ministro del Pakistan Imran Khan: per favore, aiuti le nostre ragazze perché nessuna di loro deve soffrire!».
Altro tema particolarmente delicato, e in questi giorni tornato all’attenzione dei media internazionali, è quello della cosiddetta legge anti-blasfemia, cioè le norme del codice penale pakistano in base alle quali possono essere irrogati l’ergastolo o la pena capitale a chi si macchi di presunta blasfemia contro i simboli della religione maggioritaria. Si tratta delle stesse norme in forza delle quali Asia Bibi, madre di cinque figli, ha subito il carcere dal 2009 fino alla sentenza di assoluzione emessa dalla Corte Suprema del Pakistan nell’ottobre del 2018. «Al momento della fondazione e della separazione del Pakistan dall’India il fondatore Ali Jinnah, nel suo discorso di apertura, ha garantito libertà religiosa e di pensiero a tutti i cittadini», ha ricordato Asia, che ha proseguito: «Oggi ci sono alcuni gruppi che usano le leggi esistenti ed io faccio appello al Primo Ministro del Pakistan specialmente per le vittime della legge sulla blasfemia e per le ragazze convertite con la forza, perché tuteli e protegga le minoranze che sono anch’esse pakistane. Da vittima do il mio esempio: io ho molto sofferto e vissuto tante difficoltà, oggi sono libera e spero che questa legge possa essere soggetta a cambiamenti che vietino ogni suo abuso».
Nel corso della videointervista, pubblicata integralmente sul canale YouTube di ACS Italia, la Signora Bibi ha parlato anche del suo rapporto con Papa Francesco. «Io ho due coroncine» del Rosario «donate dal Santo Padre», ha raccontato. «Una è rimasta in Pakistan e l’altra è ancora con me ed ogni giorno recito il Rosario per la fede e per i perseguitati in Pakistan. Ringrazio il Santo Padre Francesco e Papa Benedetto che è intervenuto per me e ringrazio voi di Aiuto alla Chiesa che Soffre e anche tanti altri italiani che hanno pregato per me».
Monteduro, a nome di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha poi invitato Bibi e i suoi familiari a Roma, invito accolto subito con gioia: «Ho un profondo desiderio di venire a visitare Roma e, se possibile, di incontrare il Santo Padre», ha risposto Asia, la quale ha aggiunto di pregare «per Papa Francesco che ci sostiene nella fede».
La cristiana pakistana ha poi concluso rivolgendosi ai benefattori della fondazione pontificia: «Sono grata ad Aiuto alla Chiesa che Soffre e a tutti i benefattori di ACS che, in Italia e in tutte le parti del mondo, sostengono le persone perseguitate come me a causa della propria fede».