Ieri in Senato, in un breve intervento di fine seduta, ho rilanciato l’appello delle università siciliane a favore del Museo Archeologico di Siracusa, rivolto al titolare dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, a causa della mancata riapertura dopo il lockdown.
Nato con regio Decreto del 17 giugno 1878, aperto nel 1886 e intitolato più tardi a Paolo Orsi perché il celebre archeologo lo diresse dal 1895 al 1934, il museo siracusano è uno dei più antichi, cospicui e prestigiosi d’Europa. Luogo di crescita per generazioni di ragazzi delle Scuole e straordinario campo di prova per moltissimi studenti universitari, ha fatto ed è parte della storia dell’archeologia mondiale, punto di riferimento per la sua autorevolezza oltre che per la qualità dell’offerta. L’archivio storico e la biblioteca del Museo avrebbero dignità di istituti autonomi, tanta è l’importanza delle attività e delle collaborazioni internazionali intrattenute con atenei e studiosi di grande prestigio in 130 anni di vita.
Ciò nonostante, trattato come uno fra i tanti nel contesto del Parco Archeologico di Siracusa, che è di competenza regionale come (dal 1977) lo stesso museo, il “Paolo Orsi” è tuttora precluso ai visitatori. Una funzionaria del museo è purtroppo deceduta per Covid 19 ma la prolungata chiusura dell’Istituto sembra doversi imputare al fatto che l’edificio situato nel parco di Villa Landolina soffrirebbe per importanti problemi strutturali non affrontati e mancate manutenzioni. La miopia di un’Amministrazione regionale da qualche tempo incapace di comprendere che investire denaro e risorse intellettuali nel “Paolo Orsi” significa assicurare all’Isola intera progresso e ricchezza, rischia di far sfumare le opportunità di crescita culturale ma anche economica offerte dal Museo regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, peraltro da sempre all’avanguardia anche nell’impiego di nuove tecnologie in tema di visite in presenza e da remoto.
Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)