Come noto, il 4 agosto alle 17.30 c.a. due terribili esplosioni hanno devastato il porto di Beirut in Libano e le aree circostanti per un raggio di 24 km, causando centinaia di morti e migliaia di feriti. La terribile esplosione ha colpito anche il convento francescano che si trova nell’area di Gemmayzeh, a poco più di 1 km dal porto, provocando ingenti danni all’edificio. Fortunatamente non ci sono vittime tra i frati, ma l’edificio è molto danneggiato e i francescani sono stati costretti a lasciare il convento per timore di ulteriori crolli.
Di seguito riportiamo le parole di padre Firas Lutfi, Ministro della Regione San Paolo che al momento si trova in Siria in visita alle comunità della regione, ma è in costante contatto con i tre frati del convento colpito: “Il convento francescano nel quartiere di Gemmayzeh si trova vicinissimo al molo 12 da dove è partita l’esplosione. Sorge su un edificio antico, un patrimonio culturale e artistico della città. Era la sede del primo teatro in Beirut. Ora non è abitabile, le stanze sono state tutte colpite e i frati si sono spostati nel convento di Harissa (altro convento francescano più a nord). Occorre metterlo subito in sicurezza per poter dare inizio agli aiuti ai moltissimi cittadini di Beirut che sono rimasti senza casa”.
Questo tragico evento colpisce un Paese al collasso a causa di una crisi economica che ha avuto inizio mesi fa e oggi che oggi è accentuata dal lockdown COVID-19: il tasso di povertà è destinato a salire al 50/52%.
Da alcuni anni Associazione pro Terra Sancta opera in Libano a fianco dei francescani tramite progetti di assistenza ai rifugiati, ai poveri e con progetti in ambito educativo. Aiuti che si sono intensificati in seguito alla crisi degli ultimi mesi.
Il convento dei francescani di Gemmayzeh, colpito dall’esplosione di ieri, è la sede operativa di tutte queste attività. Per questo motivo Associazione pro Terra Sancta ha subito avviato una raccolta fondi per poter mettere in sicurezza l’edificio e potersi attivare immediatamente con gli aiuti alla popolazione colpita da questa ulteriore tragedia.
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