Politica e giustizia

Lodo Alfano, Napolitano dice no

Il Presidente della Repubblica esprime “forti perplessità” sulla normativa che dovrebbe proteggere le alte cariche dello Stato, tra cui anche la sua, da qualsiasi tipo di processo. Una legge simile, dice, “ridurrebbe l'indipendenza del Quirinale”.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prende una chiara posizione sul cosidetto Lodo Alfano. In una lettera indirizzata al senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, presso la quale in corso l'esame della proposta di legge costituzionale, Napolitano esprime infatti “profonde perplessità” sulla norma che prevede “la sospensione dei processi penali anche per il presidente della Repubblica”.

“Visto l'esito della discussione svoltasi sulla proposta di legge costituzionale 2180/S e nell'imminenza della conclusione dell'esame referente – scrive Napolitano -, ritengo di dover esprimere profonde perplessità sulla conferma da parte della Commissione della scelta d'innovare la normativa vigente prevedendo che la sospensione dei processi penali riguardi anche il Presidente della Repubblica. Questa previsione non era del resto contenuta nella legge Alfano da me promulgata il 23 luglio 2008”.

“Non posso peraltro fare a meno di rilevare – conclude la prima carica dello Stato – che la decisione assunta dalla Commissione da lei presieduta incide, al di là della mia persona, sullo status complessivo del Presidente della Repubblica riducendone l'indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni”.

Una immediata reazione alle parole del Capo dello Stato arriva dai banchi dell'opposizione parlamentare. “Il centrodestra ritiri immediatamente il Lodo Alfano costituzionale. Se neanche di fronte alle fondate osservazioni del Quirinale Berlusconi si arrende significa che siamo di fronte a un tentativo di golpe”, Ha detto il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario. “Il Capo dello Stato chiede chiaramente di non essere coperto da uno scudo incompatibile con l'ordinamento costituzionale e di non essere trascinato nelle trame oscure del premier che, pur di non farsi processare, non esita – conclude Belisario – a coinvolgere anche la più alta carica dello Stato”.

Mentre la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti afferma: “Dopo un atto così rigoroso e di estremo equilibrio, il governo e la maggioranza si fermino e ritirino definitivamente quel mostro giuridico del lodo Alfano che mira allo stravolgimento delle basi della nostra Costituzione repubblicana”.

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