Spero che la Chiesa e la gerarchia, pur rimanendo terzi tra gli schieramenti, sappiano essere coscienza critica della società italiana, perché ritengo che una gerarchia appiattita sui governi, non importa di quale colore, snatura la funzione della Chiesa.

Di fronte ai conflitti sociali che sembrano sul punto di esplodere, la Chiesa deve non solo mettere una parola di pace, ma si dovrà anche schierare, scegliendo: ”O con Dio o con mammona”. Un compito che riguarda anche i laici, perché la Chiesa va identificata con il popolo di Dio in cammino: dobbiamo chiarire che la Chiesa sta dalla parte dei precari, dei disoccupati, di chi è in difficoltà e dorme per strada, di chi viene in Italia alla ricerca di un lavoro.

Come cattolici dobbiamo schierarci da questa parte: io lo faccio e a maggior ragione deve farlo la gerarchia. A volte mi sembra che le gerarchie si interessino di argomenti troppo terreni e poco spirituali.

Quanto al ruolo dei laici cattolici, finito il collateralismo con la Dc, ognuno di noi deve essere lievito nel suo partito di riferimento. Questo significa che deve innanzitutto evitare il carrierismo e il clientelismo, e quindi testimoniare i valori cattolici, che poi sono valori della gente comune e anche di chi credente non è. Se ogni cattolico riuscirà a fare questo non sbaglierà anche se andrà in formazioni politiche diverse.

Se intendiamo la politica come servizio agli altri ci muoviamo in sintonia. Se ognuno invece va per sé, i valori vengono annacquati e traditi. La bussola è la Dottrina Sociale della Chiesa, che insegna che non e’ possibile lottizzare i posti di lavoro, corrompere, mettersi al servizio dei potenti, cosi’ come vanno condannati lo sfruttamento e un contrasto all’immigrazione al limite più vicino alla xenofobia anzichè al comandamento ama il prossimo tuo come te stesso.

Il magistero sociale cattolico va da sempre in questa direzione, senza essere a favore della destra, della sinistra o del centro, ma degli ultimi. Questa deve essere la stella polare dei cattolici impegnati in politica. Poi ci divideremo sui Dico o sulla bioetica o quantomeno avremo modo di approfondire gli argomenti su cui possono esserci valutazioni contrastanti.

Ma oggi il Paese è in ginocchio e noi dobbiamo rimetterlo in marcia. E da questo punto di vista è evidente che c’è qualcosa che non va in tra il dire e il fare di questo governo.