Giorni come quello di oggi fanno capire che c'è un'Italia che non si è rassegnata. La manifestazione odierna è stata la fotografia del paese reale. In tanti siamo scesi in piazza a fianco delle tute blu della Fiom, degli studenti e dei precari a manifestare per la tutela del lavoro e dei diritti. Ma chi non ha partecipato al corteo ha perso l'occasione di rendersi conto davvero di come l’Italia abbia bisogno di riferimenti precisi. E non di 'Capitan Tentenna', che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo ne dicono un'altra.
A dispetto degli allarmismi lanciati dalla maggioranza, alla manifestazione hanno preso parte persone perbene che vogliono dire basta al Governo del malaffare e degli interessi personali. Quei cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese perché non hanno un lavoro o perché percepiscono uno stipendio da fame. Questo esecutivo, invece, continua ad occuparsi solo dei propri affari, dei processi che non si vogliono fare, dei conflitti di interessi, della sistemazione dei propri capitali aziendali magari con le società off-shore. E allora chi ci pensa agli operai?
L’Italia dei Valori ritiene che questo sia un momento essenziale per la democrazia nelle fabbriche e per rimettere al centro dell’agenda politica la questione del lavoro. Un tema che non interessa certamente gli evasori fiscali e quelli che vanno al Governo per farsi le leggi in modo da non pagare le tasse. Noi stiamo dalla parte di quei lavoratori che vedono nel capitale una componente e non il fine essenziale. Il capitale, infatti, non può pensare che i lavoratori siano degli schiavi o carne da macello. D’altronde, non bisogna essere comunisti per pensare che non sia giusto che l'amministratore delegato della Fiat prenda 420 volte lo stipendio di un suo operaio. E’ una ingiustizia sociale.
Noi dell'IdV, senza se e senza ma, stiamo dalla parte dei lavoratori e non perché vogliamo tenere le bandiere rosse davanti a noi ma perché crediamo che l'insegnamento cristiano di Gesù di aiutare i più deboli debba valere anche oggi.