Scontro tra Pisanu e le Prefetture

Lo scorso 12 ottobre, Pisanu ha detto ciò che rischiava di passare sotto silenzio: le liste delle ultime amministrative sono “piene di persone che non sono certo degne di rappresentare nessuno”. Nulla di nuovo dunque, nonostante l’approvazione lo scorso 3 aprile 2007 del Codice di autoregolamentazione per le elezioni. Una sorta di “setaccio” che avrebbe dovuto impegnare i partiti a non candidare le persone con precedenti pregiudizievoli. L’articolo 1 del Codice recita infatti testualmente: “I partiti, le formazioni politiche e le liste civiche che aderiscono alle previsioni del presente codice si impegnano a non presentare come candidati alle elezioni dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali coloro nei cui confronti, alla data di pubblicazione della convocazione dei comizi elettorali, sia stato emesso un giudizio (…), una misura cautelare (…) o che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive”. Il codice, approvato dopo un iter faticoso in Commissione, è rimasto di fatto inattuato.

Un dato su cui la Commissione ha interpellato le Prefetture, per verificare l’accaduto. Senza ottenere però la necessaria collaborazione, motivo per cui Pisanu ha tuonato dai giornali: “Se non arrivano le risposte vorrà dire che arriverete voi, signori prefetti, a spiegarci in commissione che cosa é successo”. “Su 90 Prefetture interessate nelle elezioni, 5 hanno nicchiato la domanda e 25 hanno risposto solo in modo parziale – ha spiegato – un’inadempienza che coinvolge, tra le altre, le realtà agrigentina, mantovana, messinese, catanese e bolzanina, dalle quali non ci è pervenuta alcuna risposta”. A queste si aggiungono, tra le altre, le Prefetture di Milano, Viterbo, Bergamo, Isernia e, dulcis in fundo, Latina, che ha competenza su Fondi, comune sciolto per pesanti condizionamenti mafiosi che avrebbero influenzato l’amministrazione.

Al “j’accuse” di Giuseppe Pisanu hanno risposto sia l’associazione nazionale dei funzionari dell’amministrazione civile dell’Interno (Anfaci), che tramite una nota ha sottolineato che “alcuna inadempienza può essere ascritta ai prefetti; le prefetture possono fornire notizie sugli eletti ma non sui candidati”; sia l’associazione sindacale dei funzionari prefetizzi: il presidente Anna Palombi ha etichettato come “improprie ed inopportune” le dichiarazioni di Pisanu.

Intanto il ministero dell’Interno “ha immediatamente sensibilizzato i prefetti ad una adeguata divulgazione sia della relazione in materia di formazione delle liste di candidati per ogni sorta di elezione (regionale, comunale, provinciale, circoscrizionale) sia del codice di autoregolamentazione”, come si legge in una nota. Tuttavia, il dicastero ha precisato che è necessario acquisire i dati anche da altri enti quali i tribunali, le Corti d’Appello e i Comuni e che questo comporta un fisiologico rallentamento nei tempi di risposta.

Il Presidente della Commissione Giuseppe Pisanu è però risoluto: accanto alla “disinvoltura nella formazione delle liste, molto più allarmante di quella che noi abbiamo immaginato”, non tollererà aventuali leggerezze da parte delle prefetture.

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