Il presidente Rai Paolo Garimberti è chiaro: «Il regolamento di disciplina ha una gradualità di sanzioni proponibili: comminare subito il massimo della pena è, l’ho detto e lo confermo, manifestamente sproporzionato». «La decisione della direzione Rai di Masi è una chiara ritorsione verso Annozero e Santoro che, nell’epoca del regime, si macchiano della colpa più grave: condurre un’informazione libera. Masi si dimetta», il commento di Luigi de Magistris, eurodeputato Idv. «Se sono stati dati dieci giorni a Santoro, allora bisognerebbe darne trenta per il Tg più seguito a livello nazionale», sostiene il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino. Ma Daniele Capezzone, portavoce Pdl, attacca: «Per un verso Santoro cerca l’escalation, dall’altro si atteggia a martire». Per Paolo Ruffini, direttore di Raitre, «la forza della Rai è quella di tutelare la libertà e il pluralismo. Bisogna compiere tutti gli sforzi per sostenere questa pluralità di voci». Mauro Masi «querela perché è ormai a corto di argomenti», sentenzia Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, davanti alla sede Rai di viale Mazzini dov’è andato in scena un sit-in promossa da Popolo Viola e Articolo 21 in segno di protesta.