Analisi su "Federalismo e Mezzogiorno" di Arturo Di Mascio del Centro Studi Parlamentari

Abbiamo chiesto ad Arturo Di Mascio, Presidente della “Commissione per il Mezzogiorno d'Italia” del “Centro Studi Parlamentari”, di dirci le sue considerazioni su “Federalismo e Mezzogiorno”, anche alla luce dell'iter parlamentare, di questi giorni, sull'approvazione della nuova legge sul federalismo fortemente voluta dall'attuale “Governo Berlusconi”..

Tirando fuori dal cilindro dei suoi studi sul “Mezzogiorno d'Italia”, Arturo Di Mascio inizia la sua analisi dalla tesi di Saraceno, il quale sostiene che nell''unificazione politica postula l'unificazione economica Nord-Sud attraverso un intervento programmato da parte dello Stato sull'economia nazionale a vantaggio dell'economia meridionale.

Di Mascio, convintamente ritiene che ci sia un errore di fondo in questa tesi nel voler amalgamare e portare a uguale definizione e realizzazione lo status naturale della società meridionale a quella settentrionale, e quindi arrivare a questo con un intervento sull'economia per farne tutt'una. Non si può pensare che basta compensare con interventi di carattere economico, e molto spesso diventati assistenzialisti per equiparare “qualità e quantità”. Bisogna intervenire realizzando una rivoluzione mentale e comportamentale dal basso, non sradicando però tradizione e culture e risorse naturali.

L'azione sul comportamento, sull'educazione al rispetto della”cosa altrui” non può prescindere dal realizzare opportunità e occasioni per attirare l'individuo portato a delinquere per molte ragioni, come il contesto in cui è nato e vive, e la necessità di sopravvivere. Quindi bene la lotta e la bonifica del territorio ai danni della criminalità organizzata, ma necessario creare opportunità per non caderci dentro.

E' palese che esistono numerosi divari tra Centronord e Mezzogiorno, come quello essenziale nei servizi. Di Mascio ricorda le dichiarazioni del Governatore della Banca d'Italia: “Scarti allarmanti di qualità” tra Centronord e Mezzogiorno nei servizi essenziali per i cittadini e le imprese: Draghi cita, a questo proposito, istruzione, giustizia civile, sanità, asili, assistenza sociale, trasporto locale, gestione dei rifuti, distribuzione idrica.
“Grava su ampie parti del nostro Sud il peso della criminalità organizzata. Essa infiltra le pubbliche amministrazioni, inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile”. Questo perché “alla radice dei problemi stanno la carenza di fiducia tra cittadini e istituzioni, la scarsa attenzione al rispetto delle norme, l’insufficiente controllo degli elettori verso gli eletti, il debole spirito di cooperazione: è carente il ‘capitale sociale’”.

Quindi diventa necessaria una ribellione politica, che mandi in Parlamento e nelle amministrazioni locali persone e personalità che credono nel cambiamento di direzione, fermo restante che le tradizioni sane, enogastronomia, la cultura, la storia e i tesori storici, la valorizzazione del paesaggio meridionle e le risorse turistiche naturali tra le più belle del mondo, oltre che un agricoltura da “coltivare” e rendere moderna, artigianato e arte, non vanno annullati ma devono, e dovevano, essere sempre la spinta propulsiva verso uno sviluppo meridionale, con l'aggiunta di interventi infrastrutturali che aiutino a tirar fuori il patrimonio che il mezzogiorno ha in se.

Il federalismo può essere una buona occasione – sostiene Arturo Di Mascio – e dunque, una riforma istituzionale di tipo federalista deve essere cardine essenziale per sconfiggere la corruzione politica e il mancato sviluppo del Mezzogiorno,e quindi il federalismo deve essere si rigido nell'applicazione della fiscalità e nell'utilizzo delle risorse territoriali, ma non deve sfuggire ai concetti essenziali della solidarietà per le zone più disagiate del Paese.
Il federalismo non deve essere separazione.Il federalismo deve essere identità e dialogo, deve federare per cooperare e perseguire lo scopo del significato di “Federazione”. Aiutare i federati, in questo caso, di costruire la propria storia e quella dell'intera federazione.

Arturo Di Mascio insiste e ribdisce che “è questa la sfida che attende il federalismo nel mezzogiorno: costruire un'autonomia che non nasce dalla logica della separazione delle identità ma da un comune desiderio di coesistere e di svilupparsi offrendo ognuno le proprie risorse, da quelle paesaggistiche-turistiche, storiche-culturali, artigianato e a finire alle intelligenze e intellighenzie che da sempre hanno caratterizzato il meridione d'Italia”.
Gennaro Ruggiero

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