Ho finito di leggere, proprio in questi giorni, il bellissimo romanzo “Suite francese”, di Irène Némirovsky, morta ad Auschwitz nel 1942. In appendice sono riportate le lettere disperate del marito Michel Epstein, il quale, poveretto, cercava negli scritti della moglie, arrestata in Francia, dove vivevano, qualcosa che potesse scagionarla. Scriveva, il 27 luglio del 1942, all'ambasciatore di Germania Otto Abetz: “In nessuno dei suoi libri troverà una parola contro la Germania, e benché sia di razza ebraica mia moglie scrive degli ebrei senza alcuna simpatia”. E, il 9 agosto 1942: “Sono venuto a sapere da fonte attendibile che le donne ( ma anche gli uomini e i bambini) internate nel campo di Pithiviers sono state portate al confine tedesco e, da lì, dirette a Est – Polonia o Russia…E' comunque inconcepibile che noi che abbiamo perso tutto a causa dei bolscevichi veniamo condannati a morte da quelli che li combattono!”. Fu arrestato anche lui nell'ottobre del 1942. Deportato ad Auschwitz, il 6 novembre, e subito avviato alla camera a gas. Le figliolette, braccate ovunque, riuscirono a sfuggire all'arresto e alla morte, grazie alla tutrice. Un libro splendido, ma che lascia tanta tristezza. Ed ecco che oggi, con grande, grandissimo sollievo, apprendo che Claudio Moffa, professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'università di Teramo, ai suoi studenti ha parlato di “cosiddetto Olocausto”, “falsità di Auschwitz”, “racconti non fedeli di sopravvissuti”. Grazie esimio pofessore. A quando la prossima rivelazione? A proprosito: ma Hitler è esistito?
Attilio Doni