UN UOMO MEDIASET MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, IL TRIONFO DEL CONFLITTO DI INTERESSI

Controllano tutto loro

Dopo 154 giorni di appropriazione indebita e nel bel mezzo di una fase così delicata di crisi industriale profonda, Berlusconi ha finalmente sciolto le riserve, nominando l’ennesimo uomo Mediaset nelle istituzioni, Paolo Romani, a capo del Ministero dello Sviluppo Economico. E’ il trionfo del conflitto di interessi. Ecco perché.

Dopo il no secco di Montezemolo, il diniego un po’ stizzito di Emma Mercegaglia e l’imbarazzante affaire Brancher, la scelta del Cavaliere é caduta su un fedelissimo della prima ora: deputato di Forza Italia dal 1994 al 2008, sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle comunicazioni all’inizio della legislatura, vice ministro alle Comunicazioni dall’8 maggio 2009 e ministro da ieri.

Ma la sua storia comincia molto prima. Romani si è occupato per anni di televisione con risultati assai infelici: la sua Lombardia 7 Tv è stata chiusa per un tracollo disastroso e nonostante ciò, mentre la società non poteva neanche pagare tasse e contributi, si è fatto versare dalla fallita ingenti somme di denaro. È quindi indagato per bancarotta fraudolenta e false fatture, prosciolto dalle accuse ma condannato a risarcire il curatore fallimentare per 400.000 euro. Non sembra che Romani abbia dimostrato un grande senso per lo sviluppo economico, se non del proprio personale.

Ma non basta: Romani è stato assessore a Monza giusto il tempo di qualificare come edificabili terreni di proprietà del fratello del premier, ha cesellato la Legge Gasparri e infine il decreto che porta il suo nome ha, di fatto, moltiplicato a dismisura i guadagni di Mediaset.
Se in questo rapido excursus avete avuto la vaga sensazione che dietro questa investitura possa insinuarsi il virus del conflitto di interessi, avete visto bene. Perché una nomina più “mirata” non poteva esserci. Ecco dunque una pedina in più, agli ordini del piduista di Arcore.

La scelta di Romani, insomma, tanto per ricordarlo, oltre ad essere inopportuna é l’ennesima vergognosa nomina “ad personam” fatta da un presidente del Consiglio che ormai tratta le istituzioni e l’amministrazione della cosa pubblica come se fossero la sua azienda di famiglia. Prova ne sia il gelo, a quanto riportano le cronache, con cui Napolitano ha accolto il nuovo ministro accompagnato dal suo presidente del consiglio e datore di lavoro, per il giuramento di ieri al Quirinale. Del resto il Capo dello Stato aveva fatto trapelare, già a luglio, quanto fosse inopportuna la sua nomina.

Pensare che questo signore dovrà occuparsi di risolvere i problemi della nostra industria e, ancor di più, di televisioni, fa venire l’orticaria. Non è il ministro dello sviluppo dell’Italia, è il ministro dello sviluppo di Mediaset.

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