L’Italia è in pericolo

Fmi: la ripresa economica sta già perdendo slancio, rischi di bilancio elevati per Grecia e Italia”

La ripresa economica ha iniziato a perdere slancio dopo un primo semestre migliore del previsto: i rischi di bilancio restano elevati nelle economie avanzate. Significative debolezze strutturali restano nei conti pubblici e potrebbero contagiare il sistema finanziario con conseguenze negative per la crescita nel medio termine”. Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi ), che non manca di sottolineare come “rischi restano nell'area euro a causa dell'interazione negativa fra i rischi legati ai debiti degli stati con quelli del sistema bancario. Sfide restano anche per gli Stati Uniti e il Giappone”.La fiducia non è stata ancora recuperata – Secondo il Fondo “nonostante i miglioramenti i rischi del sistema bancario sono più elevati oggi rispetto a quelli descritti lo scorso aprile. La fiducia non è stata pienamente recuperata e le vulnerabilità finanziarie persistono” aggiunge il Fmi sottolineando che questo è dovuto “all'esistenza di alcune vulnerabilità finanziarie strutturali legate ai rischi dei debiti degli stati, che restano elevati, e alle persistenti fragilità del sistema finanziario”. Le difficoltà nell'area euro sui debiti sovrani hanno spinto i governi ad agire con “azioni credibili per gestite le vulnerabilità” dei singoli paesi e per limitare il “contagio. Le economie vulnerabili dell'area euro hanno avviato aggiustamenti di bilancio e le economie con maggiore flessibilità hanno iniziato il difficile processo del risanamento di bilancio”.Rischi di bilancio per Italia e Grecia – Il Fondo Monetario Internazionale ha rilevato che “la Grecia e l'Italia hanno ambedue un elevato livello di debito e forti stabilizzatori automatici, presentando rischi di bilancio più elevati. Anche il Belgio e l'Olanda sono vulnerabili perché i loro bilanci sono più sensibili al deterioramento della crescita economica”. Così il Fondo che prevede per l'Italia un debito 2010 al 118,4% del pil (al 118,5% nel 2015) contro il 130,2% della Grecia”Il sistema finanziario resta il tallone d'Achille della ripresa economica”, afferma il Fondo Monetario, sottolineando come dall'aprile 2010 “i progressi verso la stabilità finanziaria hanno subito un rallentamento”.La ricetta – Il Fondo propone una ricetta in cinque punti per un sistema finanziario solido e per salvaguardare la ripresa. Il Fmi constata come le autorità devono “attenuare i canali di trasmissione dal rischio paese al sistema finanziario: questo aiuterà a ridurre il rischio che i timori per una crisi del debito compromettano la stabilità finanziaria”.- Rafforzare i conti pubblici: i piani in questo senso devono tenere conto delle circostanze specifiche di ogni paese ed essere accompagnati, dove necessario, da riforme strutturali per rafforzare la crescita.
– Attenzione alle exit strategy: le banche centrali e i governi devono restare aperti, se e dove necessario, alla possibilità di fornire sostegno finanziario e rendere le exit strategy contingenti ai progressi sul fronte economico e della stabilità finanziaria.
– Ulteriori riforme delle regole e chiarezza sono necessarie per prevenire future crisi: il Fondo promuove Basilea 3, che migliora gli standard di liquidità e rende più forte il capitale. “Ma serve di più: è essenziale un'ampia agenda di riforma per il settore finanziario che vada al di là dell'industria bancaria e gestisca i rischi sistemici creati dalle singole istituzioni e in generale”.
– Problemi di vecchia data del settore bancario vanno gestiti e risolti: In alcuni paesi, sia all'interno sia all'esterno dell'Europa, istituzioni finanziarie deboli e non vitali devono ancora essere completamente risolte e forzate a ritirarsi da attività non redditizie per ridurre un eccesso di capacità.
– Diversi paesi emergenti devono concentrarsi sui potenziali effetti collaterali di prospettive economiche relativamente positive per i loro paesi: dovrebbero essere prese misure lo sviluppo dei mercati dei capitali locali e per il rafforzamento delle regole e della supervisione così da rafforzare la capacità di assorbimento dei locali sistemi finanziari.

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