On. Antonio Razzi (IdV). NO B- day2. Meno male che Antonio Di Pietro c’è…gliela canta e gliela suona

Piano di rilancio dell’Italia dei Valori nel mondo: Licenziamo Berlusconi & C.

Roma, 2 ottobre 2010. Un nuovo inno nazionale, altro che di partito: “Meno male che Di Pietro c’è” suonato da un’orchestra sinfonica, una filarmonica, uno stuolo di musicisti e cantata dagli italiani in seduta plenaria.

Facile immaginare la scena politica attuale senza l’opposizione dell’Italia dei Valori. Il paese sarebbe una bacinella di acque stagnanti e limacciose nella quale i cittadini avrebbero immerso tutto il corpo ed anche la testa mentre il signore assoluto si trastullerebbe tra latte di asina e faccendieri.

L’intervento alla Camera di Antonio di Pietro in occasione della fiducia al governo sui famosi cinque punti è stato come un vestito su misura tagliato e confezionato per il premier. Il coro di indignazione che ha sollevato in Parlamento è disgustoso solo perché Di Pietro ha detto la pura e semplice verità, specchio fedele della situazione drammatica che affligge il paese. Non ha sorpreso la terminologia perché appropriata e adeguata alla bisogna, ha colpito più che altro il volume, il tono veemente, intransigente, la presa di posizione inespugnabile al cospetto della quale il nulla prosopopeico del Premier va inesorabilmente ad infrangersi come un cristallo di boemia sotto le ruote di un t.i.r.

Il tono è quello in cui, tra le altre cose, difetta l’altra parte della opposizione: “…il presidente del consiglio è un birbantello, un cattivone, un incorreggibile burlone…” che spietatamente però incalza la sua azione interessata e personale ai danni del paese.

Un impiegato così va licenziato subito. A nulla valgono le scuse che una parte degli italiani lo ha votato, si sa come lo ha votato. Egli è un maestro dell’ipnotismo mediatico, il re delle tre carte questa vince e questa perde. Dietro quel sorriso si nasconde, ultimamente neanche più tanto bene dobbiamo ammettere, il secondo fine, anzi il primo fine e cioè l’interesse personale ed il disinteresse più accorato per le sorti del paese e dei cittadini.

Una menzione particolare meritano tutti quelli che si sono “affiliati”alla corte di Berlusconi che occupano posti di comando e lo difendono a prescindere. Essi dismetteranno la casacca quando arriveranno i liberatori, ed i liberatori arriveranno presto. Dico loro: cari signori, come spiegherete al paese, ai vostri figli un periodo di sudditanza politica accettata passivamente e con le dita intrecciate alla Fracchia per aver venduto l’anima e la mente ad un signore che vi ha affabulato reclutato e resi senza dignità sudditi? Siete conosciuti, i vostri nomi e la vostra reputazione acquisita agli atti, non troverete nessuno disposto a giustificare la vostra becera retorica e la vostra colpevole demagogia. Voi, cari gregari a tutti i costi, pagherete al paese la sudditanza imbelle dimostrata in questi anni e sarete costretti, per la vergogna, a camminare sotto sotto i muri ed uscire di notte per non essere visti in faccia.

On. Antonio Razzi
Via del Pozzetto, 105
00187 Roma
Tel. 06/67608166 Fax 06/67608750
Segreteria: Dott.ssa Francesca Testa
E-mail: razzi_a@camera.it
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