Napoli: no all’intitolazione di un tratto di via Cimarosa ad Aldo Masullo

 La legge prescrive che debbano essere  trascorsi almeno 10 anni dal decesso

            ” Con un rituale oramai scontato e sempre uguale – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero – , ogni volta che a Napoli muore uno dei tanti personaggi che, oltre ad aver svolto un’attività professionale, sia stato alla ribalta delle cronache anche per la partecipazione attiva alla vita politica, pure all’interno delle istituzioni, parte la corsa ad appelli e a petizioni per intitolargli una strada, una piazza, ma anche un tratto di scale, uno slargo, una rotonda, insomma un luogo pubblico. Una sorta di gara a che fa prima a formulare, senza tenere in alcun conto leggi e regolamenti e le esigenze dei residenti “.

            ” Accade così, in questi giorni,  anche per Aldo Masullo, nato ad Avellino, deceduto il 24 aprile scorso, filosofo, ma anche ex parlamentare per ben quattro legislature, in un periodo che va dal 1972 al 2001, prima nelle fila dell’allora PCI e poi in quelle dei DS, oltre che capolista eletto nella fila dell’allora PdS, partito democratico della sinistra,  nelle elezioni amministrative che si svolsero a Napoli il 7 maggio del 1992 – sottolinea Capodanno -. Da qui la proposta, circolata già nei giorni immediatamente seguenti al decesso,  d’intitolargli un tratto di via Cimarosa, per l’esattezza quello posto tra piazza Fuga e le scale di collegamento con via Morghen “.

            ” Innanzitutto – puntualizza Capodanno –  va ribadito che la legge n. 1188/1927, la quale regola la materia, prescrive che l’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del Prefetto. Laddove per l’intitolazione a persone decedute da meno di dieci anni, come nel caso in questione,  che si siano distinte per particolari benemerenze, è consentita, a norma dell’articolo 4 della predetta legge, la deroga da parte del Ministero dell’Interno al divieto posto dagli artt. 2 e 3 della medesima legge. Successivamente, con circolare n. 18 del 29 settembre 1992, dal Ministero dell’Interno sono state anche indicate le direttive alle Prefetture, titolari del succitato potere di autorizzazione a decorrere dal 1° gennaio 1993, circa il rilascio delle autorizzazioni per intitolazioni di vie, piazze, monumenti e lapidi, scuole ed aule scolastiche o altri luoghi pubblici a persone che siano decedute da meno di dieci anni “.

            ” Lo scopo di questa norma è evidente – aggiunge Capodanno -. Quella appunto di evitare di dare corso alle manifestazioni emotive della prima ora, specialmente da parte delle persone più vicine, anche per ragioni affettive e di lavoro, al deceduto, lasciando che, con il tempo, si possa avere la possibilità di valutare con serenità ed equidistanza le ragioni che possano portare l’autorità competente a dare corso alle relative attività amministrative per l’intitolazione, con scelte che andranno attentamente vagliate e valutate “.

            ” Aggiungo, peraltro – puntualizza Capodanno -,  che il luogo indicato per l’intitolazione non è affatto uno “slargo” come si vorrebbe lasciar intendere. Difatti, in tutti i dizionari della lingua italiana, a partire dal ben noto Devoto-Oli, la definizione di slargo è la seguente: “Tratto in cui una strada o un percorso presenta un’ampiezza più accentuata” . Chiunque può però constatare che l’ampiezza del tratto di via Cimarosa indicato, immediatamente antistante le scale poste tra il fabbricato che ospita la stazione superiore della funicolare Centrale e il fabbricato dove visse e morì Roberto Murolo, è sempre la stessa anche negli altri tratti, che si sviluppano in continuità dall’incrocio con via Michetti fino a quello con via Aniello Falcone. Dunque il tratto eventualmente stralciato non potrebbe intitolarsi “largo Aldo Masullo” ma al più la denominazione esatta sarebbe “via Aldo Masullo”, visto che sono del tutto inesistenti le caratteristiche per poterlo  definire largo o slargo “.

            ” Va anche ribadito – prosegue Capodanno –  che sul tratto di strada in questione, posto nei pressi della mezzeria dell’intero tronco stradale dedicato al grande compositore della scuola musicale napoletana del ‘700, insistono alcuni fabbricati e diverse attività commerciali, i cui civici sono in continuità con gli altri della stessa via Cimarosa. Da qui le inevitabili  conseguenze, anche di carattere burocratico-amministrativo, per i residenti e per i gestori delle attività commerciali, derivanti dall’eventuale cambio di denominazione. Residenti e commercianti che, a mio avviso, quando e se si dovesse dar corso alla proposta, dovrebbero essere chiamati a esprimersi sulla modifica, da effettuarsi, ribadisco, sempre nel rispetto delle norme al riguardo vigenti, vale a dire dopo dieci anni dal decesso dell’interessato, visto che sarebbero i primi a patirne le conseguenze “.

            ” Per ultimo ma non da ultimo – sottolinea Capodanno –  va evidenziato che un eventuale “stralcio” di questo tratto di strada con diversa denominazione, spaccherebbe la continuità di via Cimarosa creando due nuovi tronconi, a monte e a valle del tratto stralciato, creando dunque una terza nuova via quasi in mezzeria. Un fatto che non mi risulta che abbia precedenti. Vero è che, rimanendo al Vomero, anche via Scarlatti è suddivisa in due tronconi ma a dividerli c’è piazza Vanvitelli, dunque una piazza con una propria numerazione autonoma e non certo un terzo tratto stradale con la stessa ampiezza dei due limitrofi “.

            ” Se proprio si vuole intitolare una piazza o una strada al filosofo e politico Masullo – conclude Capodanno -, nel rispetto delle succitate normative, bisognerà aspettare i dieci anni prescritti e optare preferibilmente su qualche piazza, strada o slargo che non abbia una precedente denominazione, alla stregua di quanto fu fatto, sempre al Vomero, quattro anni fa, nell’aprile del 2016, quando fu intitolato al giurista e politico Francesco De Martino, dunque ben oltre dieci anni dalla morte, avvenuta il 18 novembre 2002, uno slargo in via Aniello Falcone, precedentemente appunto senza alcuna denominazione “.

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