Il nostro avversario non è solo Berlusconi, ma i mali e i ritardi dell’Italia

Stefano Menichini ha intervistato la Capogruppo dei senatori democratici, Anna Finocchiaro sul difficile momento politico e sociale che sta investendo il nostro Paese

Una calorosissima accoglienza per il Presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro, che ha partecipato ad una intervista condotta dal direttore di Europa, Stefano Menichini, in diretta dal palco della Festa Democratica, in corso a Torino.

Il primo pensiero è stato per il sindaco del Pd, Angelo Vassallo, ucciso barbaramente. E Anna Finocchiaro ha detto commossa che: “Il tema della legalità deve essere al centro dell’impegno politico dei Partiti e dei singoli. Questa drammatica perdita deve far comprendere quanto prezioso sia il lavoro di persone come Vassallo, che si oppongono alle mafie, che credono nelle regole e che per tutto questo sono disposte a morire. Si devono rompere gli stereotipi che il mezzogiorno è solo clientelismo, inefficienza, parassitismo, piuttosto che frantumare queste esperienze nella favola che il sud che non sa vivere nelle regole della convivenza civile”.

Menichini ha ricordato che in questo momento Berlusconi, si trova in Russia e che da li sta nuovamente attaccando la magistratura, e questo sembra la premessa per una futura campagna elettorale improntata su questa linea. La Presidente ha ribadito che ‘in una visita ufficiale all’estero, un presidente del consiglio che fa dichiarazioni simili è del tutto inadeguato ed andrebbe allontanato tout court’. “Detto questo però sarebbe un errore gravissimo basare la nostra campagna elettorale e anche la nostra proposta di alleanze sull’antiberlusconismo –ha detto Anna Finocchiaro – perché il nostro avversario non è solo Berlusconi, ma i mali e i ritardi dell’Italia e con quelli dobbiamo fare i conti”.

Il direttore di Europa ha poi chiesto con schiettezza alla Presidente cosa pensa di uno degli scenari di cui si discute: “Funziona formare un nuovo centrosinistra promotore di un’alleanza democratica o costituzionale come ha detto Bersani, con persone con le quali il Pd non governerà ma si troverà a duellare dopo aver eliminato il macigno Berlusconi?”

La Finocchiaro ha risposto in modo molto chiaro: “In questi anni abbiamo viste travolte regole costituzionali, sono state feriti inoltre i principi fondamentali che ci distinguono come nazione democratica nata dalla Resistenza: il principio di uguaglianza, di libertà di stampa, di diritto al lavoro, il principio stesso dell’unità di Italia. Il Pd di fronte a questa grave crisi democratica dovrebbe fare una linea di demarcazione, da una parte tutti coloro che credono in questi principi e che si vogliono battere per farli rispettare, troveremo tanti compagni di strada, certo non la Lega o il Pdl. È un Patto che dobbiamo fare per l’Italia. Un governo di resistenza costituzionale, dove potrebbe esserci anche il partito di Fini, per garantire all’Italia le riforme per ripartire”.

“Però questi partiti compreso il Pd hanno bisogno di compiere un gesto di umiltà. L’esperienza dell’Unione non è stata felice – ha ricordato – l’opera di mediazione non era sempre facile. Noi infatti non possiamo pensare di riproporre l’Unione, anche se la somma fosse 51. E non lo facciamo. Il Pd nasce geneticamente per ascoltare ed essere capace di tradurre i bisogni degli italiani. Misuriamoci su questo, e non sul costruire un programma che coinvolga tutti”.

“Per fare questo -ha ammesso Finocchiaro – bisogna rinunciare ad un po’ di supponenza. Sono donna di Partito ma credo che se un Paese è così in difficoltà, essere autoreferenziali non serva a nulla, bisogna connettersi con le realtà del Paese. La rottura della forza berlusconiana d’altronde è sotto gli occhi di tutti ci sono le condizioni per trovare il bandolo della matassa, perché il nostro Partito ha milioni di elettori, di gente sveglia, vivace, elettori consapevoli, e la situazione a questo punto può solo che migliorare”.

La Finocchiaro ha poi spiegato come mai tanti italiani perbene si sono fidati del progetto Berlusconi: “La suggestione berlusconiana è uno dei grandi mali che il governo Berlusconi ha creato in Italia. La crisi democratica del Paese non sarebbe così profonda se non ci fosse il berlusconismo. Altrimenti avremmo dei disegni di legge e un contenimento legislativo per arginare questa crisi democratica”.

“Invece in questi anni per una assuefazione alla democrazia abbiamo rischiato che l’Italia non si rendesse conto che se ci sono dei diritti inalienabili che se travolti, arrecano delle conseguenze gravissime e questo per la forza mediatica e carismatica di Berlusconi, che noi non siamo riusciti a spiegare e arginare”.

La capogruppo ha poi intrapreso un’autocritica sul ruolo svolto dalle opposizioni e dallo stesso Pd in questo contesto, incapaci di parlare ad un’Italia affaticata, stanca e preoccupata per il futuro dei figli delle famiglie e per i loro redditi: “Queste questioni, come le abbiamo poste noi sono state non capaci di rappresentare la realtà della situazione. La Costituzione deve essere raccontata continuamente e forse l’abbiamo fatto poco. Il principio di uguaglianza è fondamentale. Si pensava che tutti fossero uguali di fronte la legge ma noi non siamo riusciti a far capire l’importanza di questo concetto. Non abbiamo saputo spiegare che era un patrimonio che spettava ai cittadini”, ha detto amaramente la senatrice democratica.

“Insomma dobbiamo fare un’opera di alfabetizzazione tra i cittadini per spiegare che questo è il cuore della democrazia. Ma non basta, serve parlare onestamente al Paese e assumersi le proprie responsabilità. E’ colpa nostra se non abbiamo fatto la legge sul conflitto di interessi, e adesso ci dobbiamo rivolgere agli italiani con un atto di umiltà. La crisi è così profonda e seria, che l’Italia si deve alzare in piedi. Il mio Partito deve mettersi al lavoro non per sommare percentuali ma per parlare ai soggetti e dimostrare di essere affidabile e trasparente. Questo è il senso del nuovo Ulivo di Bersani. E su questa capacità si misurano le forze di centrosinistra, che devono lavorare con umiltà. È un cantiere aperto, chi vuol lavorare con noi seriamente lo può fare”.

Da ultimo la Presidente Pd ha commentato negativamente le brutte contestazioni dei giorni scorsi agli ospiti della Festa Democratica. “Quello della rabbia è un sentimento che capita di sentirsi dentro quando si è demotivati quando si sono subite ingiustizie e se ce lo troviamo è perché è figlio di Berlusconi e di quel modo di intendere la politica. Attenti però perché la qualità democratica di un partito è data dall’essere in grado di discutere con l’avversario e di farlo parlare. Il resto è figlio della patologia berlusconiana. Penso che dagli anatemi reciproci non ne esca nulla, lo scontro non ha in se principi di buona politica. Ma per questo esiste la politica, perché è il luogo della discussione e prende il posto della guerra”.

“Non capire questo -ha concluso Anna Finocchiaro -significa fare pessima demagogia della politica. A Tonino Di Pietro, ad esempio dico: esiste una pedagogia della politica la cui responsabilità sta proprio ai dirigenti politici”.

Come ultima battuta sulla tenuta ed unità del Partito democratico, la Presidente Pd ha detto: “Il livello di unità del Pd è accettabile, siamo arrivati a quello che gli elettori volevano e sono soddisfatta per questo, ma dobbiamo ancora fare un pezzo di cammino”.

Anto. Pro.

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