ECPAT compie venti anni

“Bisognava smascherare il male nascosto tra le pieghe della società” scriveva Ron O’Grady nel suo libro Schiavi o bambini. Il male era la prostituzione minorile in Asia; tra i suoi drammatici effetti il turismo sessuale. Era l’agosto del 1990e alcuni operatori sociali si riunirono a Chiang Mai (Thailandia) per ascoltare una ricerca sulla prostituzione minorile in Sri Lanka, Thailandia, Filippine. Ron O’Grady, uno dei padri di ECPAT, era tra di loro. Attraverso le sue parole ricordiamo quei giorni a vent’anni dalla nascita dell’organizzazione.

“I presenti ascoltarono con buona dose di incredulità” racconta O’Grady “ben poche persone nel mondo all’epoca avevano realizzato fino a che punto il fenomeno della prostituzione infantile fosse dilagato in questi Paesi”. I dati segnalavano tra i 200 e 250 mila bambini coinvolti in Thailnadia, 60mila nelle Filippine, 30mila in Sri Lanka.

Ricorda O’Grady che il fatto più allarmante emerso dalla conferenza di Chiang Mai fu la “quasi totale impossibilità di intervento nel reinserimento delle giovani vittime della prostituzione”. “Una bambina non adolescente” scrive “costretta a ricevere dai trenata ai cinquanta clienti a notte, subisce un trauma così forte[…] che le possibilità di riabilitazione sono praticamente nulle”. Questa mancanza fu una delle più importanti spinte che portò alla nascita di ECPAT: “poiché nessun’altra organizzazione internazionale aveva accettato di occuparsi del problema, la conferenza prese una decisione coraggiosa e assunse il compito di promuovere la campagna contro la prostituzione infantile”.

Oggi, a distanza di venti anni, agosto 1990 – agosto 2010, il dramma dello sfruttamento sessuale è noto e fa più paura. Non è circoscritto solo all’Asia, è aumentata la facilità di spostarsi in altri Paesi ed è più florido il mercato delle immagini e video pedopornografici.

È cresciuto anche il movimento che protegge i bambini. Oggi ECPAT è la più grande rete internazionale di organizzazioni ad occuparsi dello sfruttamento sessuale dei minori. È presente in oltre 70 Paesi attraverso organizzazioni che realizzano progetti di recupero delle vittime, progetti di prevenzione, campagne di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno, azione di monitoraggio e promozione delle leggi, formazione.

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