Il partito che verrà …

di Fabio Granata

In questi torridi giorni di fine estate, c’è qualcosa di paradossale e stucchevole nelle parole di chi quotidianamente ci ricorda che “la nascita di un nuovo partito” sarebbe un tradimento dell’elettorato e qualcosa di insopportabile nelle melliflue rassicurazioni di qualche amico che ascrive, addirittura nella categoria della fantapolitica, la nascita di un nuovo soggetto attorno a Gianfranco Fini.
Agli uni e agli altri vorrei, ‘pacatamente e moderatamente’, replicare che non siamo stati noi ad espellere dal Pdl il suo cofondatore né io, Bocchino e Briguglio ad aver chiesto di essere cacciati per eccesso di legalità e antimafia. Non siamo stati noi a organizzare cricche e comitati d’affare con uomini privi di scrupoli e magistrati, funzionari infedeli, né siamo stati noi ad attaccare sistematicamente le Procure più esposte nelle indagini sui sistemi criminali. Non siamo stati noi a delegare alla Lega le politiche di integrazione e a Tremonti quelle economiche con buona pace dei valori di solidarietà, nuova cittadinanza, coesione sociale caratterizzanti tutto i partiti conservatori europei.

Per questo, e prima ancora per aver denunciato una ciclopica questione morale e per aver rivendicato il diritto al dissenso, siamo stati messi alla porta. E per questo con ogni mezzo si è cercato di distruggere e delegittimare Fini senza la cui spinta propulsiva non esisterebbe destra di Governo, ne esisterebbero tanti piccoli uomini e donne che allo snodo più difficile ne hanno preso le distanze.

Nonostante questo, nelle parole ferme, chiare e leali di Gianfranco Fini dall’hotel Minerva c’è stata una chiara scelta di campo di sostegno al Governo e al programma nell’interesse superiore dell’Italia e nel rispetto della volontà popolare, ma il “metodo Boffo” è continuato e si sono moltiplicate le provocazioni e gli attacchi nei nostri confronti, mentre Verdini e Cosentino restano al loro posto e ombre pesanti si addensano in molte inchieste su alti vertici del Pdl.

Da Settembre, al di là di ogni speculazione e polemica, la nostra area politica e culturale si radicherà ulteriormente attraverso l’organizzazione territoriale di Generazione Italia e l’azione dei gruppi parlamentari di Futuro e Libertà.

Rappresenteremo una declinazione coerente e lungimirante di una forza politica europea e legalitaria, attenta ai valori spirituali e alla supremazia della politica sull’economia e della legge sugli interessi particolari, rispettosi degli altri poteri costituzionali ad iniziare dalla magistratura e leali verso gli avversari. Attorno a Gianfranco Fini sosterremo il programma di governo voluto dalla maggioranza degli elettori ma non cederemo a nessun compromesso sui provvedimenti che riguardano il sistema della giustizia e la difesa dello Stato di diritto e della legalità. Lo faremo da forza modernizzatrice, europea e legalitaria.

E inizieremo ad aggregare gli italiani che ci stanno a vivere la Libertà, oltre ogni retorica vuota, come energia vitale e nazionale.

A ricostruire un progetto fatto di solidarietà e amicizia, condivisione e consapevolezza culturale, un progetto che sappia tornare a parlare a chi ha voltato le spalle e non ha più creduto nella politica.

Su questo percorso ci ritroveremo al fianco dei non garantiti e degli indifesi e di chi lavora e si alza presto la mattina e non ha padroni, se non la propria coscienza.

E dei tanti giovani che non si sono stancati di credere nel merito, nella solidarietà, nella legalità. Lo faremo in nome di una certa idea dell’Italia: solidale, colta, accogliente, consapevole.

E lo faremo contro tutti i prepotenti, i ciarlatani e i parassiti, irriducibilmente convinti che l’Italia meriti un’altra politica fatta di sogni, speranza e progetto contro il fango e le sceneggiate di questa estate da dimenticare.

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