Aumento tariffe taxi a Roma

Il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Credo sia giunto il momento di pensare ad un nuovo piano regolatore per i trasporti pubblici. Il rincaro deve essere accompagnato alla maggiore efficienza del servizio taxi”

Il consiglio comunale di Roma con 30 voti favorevoli, 16 contrari ed 1 astenuto ha approvato, al termine di una giornata segnata da tensioni e scontri tra maggioranza ed opposizione, la delibera sull’aumento delle tariffe dei taxi. Secondo quanto stabilito poi da un emendamento contenuto nel provvedimento, l’entrata in vigore delle nuove tariffe sarà subordinata all’istituzione di una commissione tecnica che avrà il compito di valutare entro il 31 ottobre 2010 la congruità e l’impatto degli aumenti. “La prima cosa che mi sento di dire su questa vicenda – ha affermato Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti – è che all’interno della commissione che esaminerà il provvedimento approvato dal consiglio comunale dovrà essere presente necessariamente un rappresentate dei cittadini. Non si può pensare che sull’argomento decidano solo l’amministrazione e i delegati dei tassisti. Chi usufruisce dei taxi deve avere voce in capitolo”.

Il provvedimento porterà da 0,98 a 1,42 euro il costo al km della tariffa progressiva, mentre la tratta che va da Roma all’aeroporto di Fiumicino salirà da 40 a 45 euro, e quella per lo scalo di Ciampino da 30 a 35. Ancora, per arrivare dalla Capitale a Civitavecchia occorreranno 120 euro. “Credo sia giunto il momento – ha proseguito l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – di tornare a ragionare a 360 gradi di trasporti, e di pensare più in generale ad un piano regolatore dei mezzi pubblici che sia efficiente e che possa rispondere alle esigenze dei cittadini. Il solo aumento delle tariffe, se non sarà accompagnato da altre misure capaci di migliorare il servizio taxi, come ad esempio la riduzione dei tempi delle corse e quindi del traffico, finirà soltanto per essere l’ennesima vessazione a danno delle persone che li usano per spostarsi in città. Non è possibile continuare a pensare il taxi come se fosse un auto privata a pagamento. Se ragioniamo in questo modo non andiamo nella giusta direzione”.

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