Un punto dell’economia: Costituzione e concorrenza

Autore Sandro Trento

In questo appuntamento di Un punto sull'economia parliamo dei provvedimenti annunciati dal Governo per cambiare la Costituzione.
Il Governo intende cambiare alcuni articoli della Carta con il “presunto” effetto di crescere la concorrenza nel nostro Paese. Abbiamo già parlato dell'articolo 41. Oggi vogliamo sottolineare come in questi due anni il Governo non abbia fatto nulla in favore della concorrenza. E questo annuncio di interventi sulla Costituzione rischia di essere un modo per spostare l'attenzione su qualcosa che non c'entra nulla.
Pensiamo ad esempio ai servizi pubblici locali. Nella scorsa legislatura era stato presentato un progetto di legge per liberalizzarli. Progetto che poi incontrò un'opposizione trasversale. In questi due anni il Governo non ha fatto nulla per riprendere quel progetto.
I servizi pubblici locali sono uno dei nodi più importanti per consentire ai cittadini di avere i benefici della concorrenza in settori cruciali come il Gas, il trasporto pubblico, l'elettricità, i rifiuti e così via.
Liberalizzare questi settori è fondamentale per avere tariffe più basse e servizi di qualità migliore.
Pensiamo anche agli ordini professionali: avvocati, ingegneri, farmacisti eccetera. Questi sono dei settori nei quali molti giovani stentano a trovare lavoro a causa delle barriere professionali che ci sono. Cosa fa il governo per liberalizzare quieti settori? Pensiamo anche alle assicurazioni. In Italia abbiamo i premi assicurativi tra i più alti al mondo, eppure il Governo non fa nulla per una concreta liberalizzazione. Potremmo parlare anche del settore petrolifero e della distribuzione del carburante. Anche in questo caso i prezzi sono più alti rispetto agli altri Paesi perché la concorrenza in questo settore non funziona pienamente.
Un altro esempio è quello del trasporto pubblico locale: il governo cittadino di Roma, con a capo Alemanno, vuole innalzare le tariffe per i taxi. Dunque, non solo non si liberalizza ma addirittura si fanno aumentare le tariffe.
Quello che noi pensiamo, quindi, è che ci sono tanti settori nei quali si potrebbe intervenire senza necessità alcuna di modificare la Costituzione per far crescere la concorrenza.
Piuttosto che una modifica alla Carta repubblicana sarebbe indispensabile e necessario, semmai, introdurre una legge annuale sulla concorrenza (tipo le leggi Bassanini sulla semplificazione amministrativa) che ogni anno faccia il punto su tutte le barriere normative e amministrative alla concorrenza per farne piazza pulita.
Per far questo non serve cambiare la costituzione, ma un Governo che abbia a cuore gli interessi dei cittadini.

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