Sempre più probabile il raddoppio della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. Un’ipotesi che fa litigare i politici e mobilitare i cittadini, che ora chiedono il risarcimento per le vittime dell’inquinamento
Una settimana fa la provincia di savona si è imposta con prepotentenza quale new entry tra i luoghi da tenere sotto osservazione per inquinamento ambientale e salute dei cittadini. Il blitz della procura alla cokeria Italiana Coke di Bragno, nella Val Bormida, ha agitato gli animi dei cittadini meno attenti al proprio territorio e ridato vigore alle denunce dei comitati preoccupati per i vari agenti inquinanti, benzene, miasmi e sversamenti prodotti dallo stabilimento. L’avvio delle indagini rappresenta una mezza vittoria dopo mesi di allarmi. L’entroterra non è però l’unico versante del savonese a dover temere. Basta sporsarsi di alcune decine di chilometri, lungo la co-sta di ponente e far visita a Vado Ligure, centro portuale che vanta nel suo lontano passato la prima Coppa Italia della storia, conquiatata nel 1922. I progetti per il futuro sono invece piuttosto grigi per i vadesi: da qualche anno ha preso consistenza l’ipotesi di ampliamento della centrale termoelettrica a carbone tirreno power.
Un impianto attorno a cui si sono mosse le ultime campagne elettorali locali, con politici pronti ad opporsi e poi a dare la loro parziale apertura. Le ultime esternazioni vogliono nella fazione anticentrale i sindaci di Vado Ligure e della vicina Quiliano, fermi nelle loro richieste, cioè che l’idea di un nuovo gruppo termoelettrico sia abbandonata e che un buon sistema di verifica dell’aria e degli scarichi delle acque sia presto approntato dalla società, soprattutto per via dei preoccupanti dati per la salute forniti dell’ordine dei medici di savona. a fare i guastafeste sono stati invece il consigliere regionale del pd Nino Miceli e il presidente della provincia di savona, favorevoli ad ampliare la centrale, procedendo ad una parallela riduzione delle emissioni inquinanti. a parte quella brutta parola che si chiama compromesso, a far storcere il naso c’è anche un perseverare in obsolete tecniche che potrebbero essere riconvertite, passando da fonti fossili alle rinnovabili, o, come propone Legambiente, usando, nella sola fase di transizione, il metano come combustibile. a far sentire la propria voce sono, da tempo, i diretti interessati, cioè gli abitanti che sanno cosa significhi avere una centrale a carbone dietro casa. Come strategia comune, comitati e associazioni avversi al raddoppio della tirreno power stanno avviando un’azione legale per chiedere il risarcimento per le vittime dell’inquinamento nel savonese. La portavoce dei movimenti, Valeria rossi, ha sottolineato nei giorni scorsi come i casi di tumori nella provincia siano almeno del 30-40 per cento superiori ai livelli riscontrati nel resto d’Italia. «Bisogna mettere n campo tutti gli strumenti a nostra disposizione compresi ovviamente quelli legali – ha aggiunto -. presto organizzeremo anche nuove e più visibili iniziative per fermare questo piano e siamo pronti anche a nuovi ricorsi. In texas sono già state bloccate 17 centrali simili a quella di Vado – Quiliano, non capiamo perché qui si debbano autorizzare progetti di questo tipo».
Diego Carmignani
TERRA