Abu Mazen: “L'attacco di Israele è terrorismo di Stato”''I sei italiani fermati in Israele sono stati espulsi'' e sono liberi. Lo ha annunciato il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, che si trova in Cisgiordania. I nostri connazionali fermati lunedì durante il cruento blitz israeliano contro la flottiglia di attivisti filopalestinesi diretta a Gaza sono stati caricati su un pullman nel centro di detenzione temporaneo di Beer Sheva (sud di Israele), e stanno per essere trasferiti, sotto scorta, verso l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Il trasferimento, secondo quanto si è appreso da fonti locali, avviene sotto scorta e senza possibilità di contatti con l'esterno. Con i sei – Giuseppe Fallisi, Angela Lano, Marcello Faraggi, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin – ci sono anche alcuni altri attivisti stranieri in via di espulsione. Il gruppo dovrebbe essere imbarcato direttamente dalla polizia su un volo per la Turchia. All'aeroporto è prevista la presenza di rappresentanti diplomatici italiani.Frattini: grato a Israele – “I nostri connazionali detenuti a Beer Sheva a seguito dell'azione israeliana a largo di Gaza sono appena stati liberati e si apprestano a rientrare in Italia”, ha confermato il Ministro degli esteri Franco Frattini, sottolineando di essere “particolarmente grato al governo israeliano per la collaborazione offerta”. Frattini ha ringraziato anche la “nostra ambasciata a Tel Aviv per l'impegno con cui ha sin dall'inizio seguito la vicenda adoperandosi per la rapida liberazione dei nostri connazionali e affinché i loro diritti fossero tutelati al massimo”.Abu Mazen: l’ attacco di Israele è terrorismo Stato – Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha accusato oggi Israele di “terrorismo di stato”. “Il nostro popolo è stato esposto al terrorismo di Stato quando Israele ha attaccato il convoglio della libertà. Il mondo intero, assieme al popolo palestinese, si confronta con questo terrorismo”, ha detto Abu Mazen all'apertura di una conferenza internazionale sugli investimenti in Palestina a Betlemme. La conferenza si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo dei nove attivisti filopalestinesi rimasti uccisi nel blitz, condotto in acque internazionali. “Proprio come la flottiglia della libertà è venuta a spezzare l'assedio di Gaza, questa conferenza è tesa spezzare l'assedio dell'economia palestinese”, ha aggiunto il presidente dell'Anp.Decine le espulsioni – Decine di espulsioni di attivisti stranieri rimasti in stato di fermo in Israele fino a martedì, dopo il sanguinoso blitz contro la flottiglia di aiuti in navigazione verso la Striscia di Gaza, sono oggi in corso. Lo confermano fonti del ministero degli Esteri israeliano. L'accelerazione delle procedure è scattata sull'onda delle pressioni internazionali e dopo il via libera di ieri sera del gabinetto di sicurezza, presieduto dal premier Benyamin Netanyahu, al rimpatrio “immediato” di tutti gli attivisti stranieri: inclusi quei turchi che in un primo momento avevano rischiato di finire sotto processo per la reazione violenta all'abbordaggio della Mavi Marmara, la nave guida del convoglio. Già in mattinata una cinquantina di turchi ha lasciato il centro di detenzione di Beer Sheva, nella regione del Neghev, ed é stata scortata all'aeroporto 'Ben Gurion' di Tel Aviv per essere rimpatriata a bordo di un volo speciale. Nella notte, inoltre, è stata completata l'espulsione verso la Giordania di altre 124 persone – originarie di diversi Paesi arabi e musulmani – nonché quella di tre libanesi.Il triste bilancio di morti, feriti e rimpatriati – A bordo delle navi della flottiglia c'erano in totale 682 persone di 42 diverse nazionalità. Almeno 9 sono state uccise nell'assalto delle forze speciali della marina israeliana, mentre più di 40 sono state ferite e sono tuttora ricoverate in ospedale; una cinquantina, infine, era stata rimpatriata già fra lunedì sera e ieri avendo accettato di firmare un provvedimento amministrativo d'espulsione. Tutti gli altri – rinchiusi temporaneamente nel centro di detenzione per essersi rifiutati di firmare tale provvedimento, che li avrebbe costretti ad ammettere un fantomatico ingresso illegale in Israele, quando invece erano stati catturati in acque internazionali – dovrebbero essere rimpatriati entro domani senza la firma di dichiarazioni di sorta.