SANTORO E LA PRIVACY

Notizia tragica: Santoro resta in RAI? Secondo Michele lo farà, perché “E’ stata violata la riservatezza…trasmissioni del servizio pubblico mi hanno denigrato entrando nel merito della trattativa”. (ovvero pubblicizzando i 10 milioncini di euro che si sarebbe portato a casa tra liquidazione e nuovo contratto). E’ incredibile che ad invocare la riservatezza sia proprio l’anchormen che in questi anni ha più di tutti contribuito ad una deriva mediatica che della privacy altrui ha fatto strame: processi in diretta, cartacce e intercettazioni usate come armi improprie, avvisi di garanzia ribattezzati nei fatti “avvisi di reato”, fatti privati trascinati sul video, l’orizzonte del buco della serratura offerto a milioni di telespettatori. Povero Michelino: si è sentito denigrato per una trasmissione in cui si è parlato della sua buonuscita? Ma quante volte la denigrazione nei confronti di altri dipendenti del servizio pubblico (Vespa, Minzolini) ha fatto capolino nel suo Annozero, lautamente retribuito da quello stesso servizio pubblico? Ci ha spiegato tante volte che, quando coinvolgono persone pubbliche, i fatti privati non sono più tali. Se ne faccia una ragione, allora: anche lui è una “persona pubblica”, che lo voglia o no, e chi paga il canone ha diritto di sapere quanti di quei soldi gli finiranno in tasca, non discutiamo neppure se meritati o meno. Né Santoro ha diritto a protestare dopo avere occupato solo la scorsa settimana per venti minuti il servizio pubblico per raccontare i fatti suoi a milioni di silenziosi telespettatori, ovviamente senza contraddittorio.

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