«Al solito si promettono riforma e si massacrano gli apparati formativi. Lo abbiamo già visto con la scuola ora lo stiamo rivedendo per l'università». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, boccia il ddl Gelmini di riforma dell'università e da Napoli dove ha partecipato alla prima tappa del viaggio promosso dal Pd nell'università italiana lancia le proposte del partito in favore del mondo universitario: 110.
Il progetto, voluto dal responsabile Università, Ricerca, PA nella segreteria PD, Marco Meloni, prevede entro luglio altri 12 incontri con studenti, ricercatori e docenti sulle proposte che il partito intende presentare sui meccanismi di finanziamento, la valutazione della ricerca, le forme di contratto, il diritto allo studio, il reclutamento e i ruoli di docenza.
«Chiamano riforma – ha sottolineato – una botta micidiale che farà sì che nei prossimi mesi non avremo nessuna certezza sui finanziamenti per l'università, su quali quote di risorse l'università stessa possa contare, sulla programmazione dei corsi e sulla possibilità di utilizzare i ricercatori. Siamo – ha proseguito il leader del Pd – al solito, in una situazione da punto interrogativo e di grande confusione, e quindi siamo per dire attenzione pensiamo all'anno 2010-2011 intanto che discutiamo di riforme altrimenti ci arriviamo dopo un disastro».
Bersani ha illustrato le proposte del partito che prevedono tra le altre cose un ringiovanimento della classe docente con i pensionamenti degli insegnanti a 65 anni, percorsi di carriera rapidi per i ricercatori con un contratto unico di ricerca e misure a favore degli studenti basate sulla promozione del merito. Il viaggio del Pd nell'università italiana prevede 12 tappe in diverse città italiane da maggio a settembre quando il percorso si concluderà con due giorni di incontri di cui si tireranno le somme sull'iniziativa: un confronto con 110 ragazzi scelti nei vari atenei.
In questi mesi assieme a Meloni lavorerà il forum del Pd presieduto da Maria Chiara Carrozza, che vuole finanziare un programma nazionale di borse di studio, una ripartizione delle risorse finalizzate a migliorare la mobilità geografica e sociale degli studenti, mentre per i ricercatori si propone un contratto unico che unifichi le posizioni di assegnista, borsista e post-doc, con l’obiettivo di abbassare l’età media dei docenti.
Riguardo alla governance degli atenei, poi, il Pd chiede più efficienza e meno autoreferenzialità, con una vera autonomia e nuove regole sulla ripartizione delle risorse, sulla base di pochi parametri.
Investire, investire e ancora investire. Invece con la legge 133 il governo ha tagliato i fondi. Chiediamo un passo indietro ed uno scatto per raggiungere in dieci anni la media dei paesi europei, passando dall’attuale 0,8 per cento del Pil all’1,3 per cento.
Bersani ha colto l’occasione della sua presenza a Napoli anche per affrontare il tema del divario tra Nord e Sud: «Dovremo fare del Mezzogiorno – ha spiegato – il luogo di proposte riformatrici che possano non dispiacere al Nord».