La comunità  italiana di Buenos Aires ha celebrato il 65º anniversario del Giorno della Liberazione."Viva Italia-Viva Argentina"

Domenica 25 aprile la comunità italiana di Buenos Aires ha celebrato il 65º anniversario del Giorno della Liberazione. Oltre al Console Generale Giancarlo Maria Curcio, presenti in Piazza Italia anche altre autorità diplomatiche, il presidente dell’Anpi Argentina, Renato Zanchetta, il presidente della FVL, Manfredo di Montezemolo, il presidente del Patronato Inca-CGIL Argentina, Antonio Bruzzese, il presidente del Circolo Sandro Pertini, Marcelo Tedesco, arrivato in bus con un´importante delegazione di Rosario, membri dei Comites, rappresentanti della Fondazione Giuseppe Di Vittorio di Roma, dello SPI, della CGIL Nazionale, dell’Associazione Insieme Argentina, esponenti dell’associazioni italiane, Feditalia, scuole italiane, ed una grande partecipazione di connazionali.
Dopo l’esecuzione degli inni nazionali – raccontano dall’ANPI Argentina – le autorità sono state invitate ad avvicinarsi alle oltre venti corone messe ai piedi del monumento dell’eroe di due mondi, Giuseppe Garibaldi, per rendere omaggio con l’esecuzione del “suono di silenzio” da parte della guardia d’onore del Reggimento de Patricios.
Il Console Generale – si legge nel resoconto dell’ANPI – ha ringraziato tutti i presenti per la risposta alla commemorazione del Giorno della Liberazione; in particolare agli studenti delle scuole presenti che potranno capire ancora meglio il significato di questa celebrazione. Il Console si è associato alle parole pronunciate dal presidente della Repubblica e dal presidente del Consiglio. Parole che invita all’unità, alla coesione ed a un’Italia del futuro”. “La festa del 25 aprile”, ha detto Curcio, “deve essere intesa in questo senso: una festa per andare avanti guardando il futuro, non dimenticandoci del passato.
Nel suo intervento Renato Zanchetta ha chiesto “che questa data risvegli nel cuore degli italiani di oggi, i grandi sentimenti collettivi, perche a quei giovani caduti in Russia, in Africa, nel mare, nel cielo, nella Resistenza, già privati del futuro, non venga rubato anche il passato”.
Nel corso della celebrazione ha preso la parola anche Manfredo di Montezemolo sottolineando che, a suo modo di vedere, è sbagliato affermare che la Resistenza “ha diviso gli italiani” e che il 25 aprile è una celebrazione “da cancellare”.
“La resistenza”, ha spiegato, “è un patrimonio di tutti gli italiani, non di un partito, di un settore o di un movimento”. Manfredo di Montezemolo ha citato anche le parole del presidente Napolitano che “invitano a festeggiare questo 25 aprile in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, perche é stato la conquista della democrazia, della libertà, per la permanenza dell’Italia”.
Al termine della cerimonia il coro Edmondo D’Amici di Unione e Benevolenza ha eseguito diversi brani tra cui “Bella Ciao” ed un’emozionante “Va pensiero”. Un concerto, raccontano dall’ANPI, “che ha riscaldato la mattinata grigia e fredda di Buenos Aires, dove il grido di “Viva Italia-Viva Argentina” è stato ascoltato in ripetute occasioni tra i presenti”.
Una dichiarazione polemica per l'assenza dell'Ambasciatore italiano Guido La Tella alla celebrazione è stata rilasciata dal presidente del patronato Inca-Cgil Argentina, Antonio Bruzzese, che scrive: “la celebrazione del 25 aprile a Buenos Aires si è svolta in un clima fraterno, non una parte di italiani contro altri, non una festa solo dell'Anpi o di altre Associazioni ma una festa di tutti per l'unità dell'Italia democratica e libera. Le istituzioni”, si legge nella dichiarazione di Bruzzese, “non possono essere assenti, in particolare in Argentina, oltre 200 i partigiani che dopo la guerra non hanno avuto un lavoro in Patria e sono emigrati. Emigrati e mai con risentimento, non dunque come la schiera di fascisti e nazisti nascoti nel lusso. L'assenza del nuovo Ambasciatore Guido La Tella, dopo le presentazioni dei giorni scorsi e i buoni propositi ascoltati, stata, per usare un paragone da Formula Uno, una buona posizione di partenza ma purtroppo al via si è spento il motore”

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