Ufficialmente nella direzione del Partito della libertà di oggi si parlerà del lavoro svolto dal Governo e dei successi elettorali, ma la maggioranza e l'opposizione attendono quelle che una resa dei conti politica tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e quello della Camera, Gianfranco Fini. Davanti all'ipotesi di una nascita all'interno del Pdl della corrente finiana, il premier è stato lapidario: “Le correnti sono le metastasi dei partiti”. Gianfranco Fini, che si prepara all'appuntamento per rivendicare il suo diritto al dissenso pur rimanendo nel partito, parlerà in mattinata. Sarà il premier ad aprire i lavori con un indirizzo di saluto, poi comincerà il dibattito, in serata Berlusconi trarrà le conclusioni.I lavori della direzione del Pdl – Proprio il presidente del Consiglio ha spiegato come si svolgeranno i lavori della direzione. “Avrà tre momenti importanti – ha detto Berlusconi -. Quello di commento sui risultati elettorali alle recenti regionali e sulle continue vittorie che il Pdl ha avuto in tutte le elezioni in questi due anni. Poi i ministri si soffermeranno sul gran lavoro e sui risultati ottenuti in due anni di attività di governo e individueranno il gran lavoro che c'è da fare nei prossimi tre anni di governo e di legislatura. Poi si aprirà la discussione a cui avranno la possibilità di parlare tutti coloro che si iscriveranno e che il tempo consentirà di far parlare. Questo è lo scopo della direzione di domani a cui non bisogna attribuire nessun altro significato o scopo”, ha concluso il premier.Le richieste di Fini – Il presidente della Camera rilancerà gli argomenti già evocati come la coesione sociale, il Sud e il rapporto con la Lega, chiederà ancora una volta che l'iniziativa sulle riforme passi prima di tutto attraverso il confronto nel Pdl che ne deve assumere la leadership. E poi affaccerà proposte per l'azione del partito anche dal forte significato simbolico: una per tutte, una grande iniziativa del Pdl per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, in chiara contrapposizione all'atteggiamento leghista. Berlusconi ribadirà che il programma di governo va realizzato e basta. Non solo: di fronte a una decisione della maggioranza, la minoranza dovrà adeguarsi e rispettare la disciplina di partito anche quando si vota in Aula.Schifani diserta e attacca Fini – Il presidente del Senato Renato Schifani ha annunciato che non ci sarà ai lavori ma seguirà “attentamente i lavori della direzione del Pdl e ci sarò con la testa e con il cuore”. Dalle pagine del Corriere della Sera Schifani non risparmia critiche a Gianfranco Fini invitando l'ex leader di An a lasciare la presidenza della Camera. “E' cofondatore del Pdl ma è anche presidente della Camera – ha detto Schifani al Corsera -. E dinnanzi alla prospettiva di un sistema correntizio nel partito, non vedrei male l’ipotesi che lasciasse Montecitorio ed entrasse nel governo, per avere mani libere e libertà di azione politica rispetto ai limiti che il ruolo istituzionale impone”. Il presidente del Senato ha precisato di avere con Fini “un ottimo rapporto personale e istituzionale”.Di Pietro (Idv) tifa per Fini: “Faccia finire il sultanato” – Gianfranco Fini rappresenta “la destra”, mentre Silvio Berlusconi è “l'anomalia”, la “patologia” e c'è da sperare che l'ex leader di An sia la “goccia che scava la roccia del 'sultanato'”. Antonio Di Pietro, parlando a Otto e mezzo commenta il dibattito nel Pdl: “Ci auguriamo che questo tentativo di Fini sia come la goccia che scava la roccia del sultanato di Berlusconi”. In ogni caso, Di Pietro esclude l'ipotesi di un'alleanza tra Idv e un Fini fuoriuscito dal centrodestra: “Non è possibile! In un sistema bipolare, se si vuole costruire un'alternativa di governo, serve un sistema riformista di sinistra, e dall'altra parte un sistema liberale. Fare una coalizione soltanto per opporsi a qualcuno serve soltanto a rompere”.Bersani (Pd): “Le differenze nel Pdl rimarranno” – Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani anche dopo la direzione del Pdl di oggi le differenze tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini “rimarranno”. “Non so se l'aggiusteranno, certamente non la risolvono la loro questione – ha dichiarato al Tg3 -. Se si parlasse di problemi davvero seri come lavoro, redditi o di cosucce tipo che cosa vogliamo fare della nostra costituzione, dell'unità del Paese si vedrebbe che le differenze sono molto profonde e rimarranno”. Per Bersani c'è una possibile convergenza con Fini sul terreno delle riforme della Costituzione. “Vedo con lui e con altri una convergenza sui temi di natura costituzionale – ha detto Bersani -. Noi ci rivolgiamo a tutti quelli che pensano che le regole vengono prima del consenso, e non il contrario. E, quindi, a tutti quelli che pensano ad una riforma costituzionale nel solco della nostra Costituzione”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/04/22/schifani-bersani-fini-pdl.html