Riceviamo dal Partito Socialista
e volentieri pubblichiamo
Vivace battibecco tra avvocati difensori delle opposte fazioni sui referendum a conclusione della loro audizione alla Corte Costituzionale. Ascoltati a porte chiuse per circa un'ora dai 14 giudici della Consulta presieduti da Franco Bile, alcuni avvocati si sono poi soffermati con i giornalisti per spiegare i motivi delle opposte tesi sulla ammissibilita' o inammissibilita' dei tre referendum elettorali.
Un'affermazione dell'avvocato Costantino Murgia (legale per conto del Partito socialista, contrario al referendum) ha fatto andare su tutte le furie un noto costituzionalista, il prof. Beniamino Caravita di Toritto, che assieme a Federico Sorrentino ha difeso le ragioni del comitato promotore guidato da Segni e Guzzetta.
'Il risultato del referendum – ha sostenuto Murgia davanti ai cronisti e alle telecamere – metterebbe 'in discussione le basi della nostra democrazia rappresentativa e partecipata introdotte proprio per reagire al partito unico del fascismo. Se i promotori stessi del referendum avessero pensato ad un esito del genere, probabilmente non avrebbero nemmeno proposto una cosa cosi' devastante. Caravita di Toritto, a questo punto, e' intervenuto protestando: 'Dico no con forza a quella che si configura come una vera e propria interferenza sulla Corte Costituzionale, questo – ha aggiunto rivolgendosi a Murgia – mi sembra un comizio fuori luogo dopo la Camera di Consiglio'.
'Non si puo' limitare la liberta' di espressione, che e' sacra', ha ribattuto Murgia, appoggiato in questo anche da un altro dei legali rappresentanti del fronte contrario al referendum, Carlo Felice Besostri. Dopo l'audizione degli avvocati, la Camera di Consiglio della Corte sta continuando a porte chiuse per decidere l'ammissibilita' dei quesiti.
Una camera di consiglio molto breve dalle 11.30 alle 16.30, ha dato il via libera ai quesiti referendari. I primi due quesiti riguardano l'abrogazione dell'assegnazione del premio di maggioranza alle coalizioni, sia alla Camera che al Senato. Questo significa che il premio di maggioranza viene attribuito non più alla coalizione ma al singolo partito che ottiene più voti. E che basta avere una maggioranza relativa, anche magari solo il 20 per cento, per avere maggioranza assoluta in tutto il Parlamento.
Boselli: non condividiamo la decisione della Corte Costituzionale. – “Rispettiamo ma non condividiao la decisione della Corte”. Lo afferma Enrico Boselli del Partito socialista. “Abbiamo sempre considerato – continua Boselli – che la soppressione selettiva di alcune parti, cuce con ago e filo una nuova legge completamente nuova, in modo disorganico e contraddittorio. In questo modo il referendum si trasforma da abrogativo, come è scritto nella nostra Costituzione, a propositivo e tanto varrebbe prenderne atto e regolarlo. Dopo la decisione della corte si ripropone l’interrogativo se si possa o no evitare il referendum con una nuova legge elettorale. Infatti se si raggiungerà il quorum e vincessero i sì, avremmo una legge simile a quella Acerbo. L’alternativa non può essere però neppure qualsiasi pasticcio come sarebbe il bipartitismo forzato che finora ci hanno proposto Veltroni e Berlusconi perché altrimenti cadremmo dalla padella nella brace. Ancora una volta ci chiediamo – conclude il leader socialista – perché sia stato gettato via tutto il lavoro utilmente fratto dal ministro Chiti che, se ripreso e sviluppato, potrebbe consentire una soluzione positiva”.
Spini: chi è per il sistema francese voti no al referendum. – “Sarebbe bello – ha commentato Valdo Spini – che tutte le forze che hanno espresso, in queste settimane, parere favorevole al sistema alla francese (semi-presidenzialismo e maggioritario a doppio turno) annunciassero di voler votare contro il referendum abrogativo, prendendo contemporaneamente l’impegno di istituire in Italia il sistema politico-istituzionale alla francese”.(ADL)