Solo il 13% di donne tra i neo consiglieri regionali

La viceresponsabile per le Pari Opportunità dell'Italia dei Diritti: “In uno Stato dove il presidente del Consiglio si permette di offendere una candidata del partito d'opposizione non credo ci si possa aspettare molto in materia di uguaglianza tra i sessi”

Roma, 15 aprile 2010 -“È un'analisi sconfortante e questo è fuor di dubbio, perché le pari opportunità sembrano molto lontane dalla realtà che emerge tanto dagli ultimi risultati elettorali quanto dalla società. Il punto è che la sfida non è mai equilibrata, quindi affrontare il tema appare ridicolo”. Francesca Scoleri, viceresponsabile per le Pari Opportunità dell'Italia dei Diritti, critica così la scarsa rappresentanza femminile tra gli eletti ai Consigli regionali, come confermano i dati delle ultime consultazioni: su 697 consiglieri nominati nelle 13 regioni chiamate al voto lo scorso marzo, sono appena 93 le donne, un misero 13,3% sul totale. Il problema delle quote rose nelle istituzioni e nella società viene spesso invocato dagli esponenti politici e altrettanto spesso disatteso. Alcuni numeri sono allarmanti: in Lombardia su 80 posti disponibili la partecipazione femminile deve accontentarsi di sole 7 poltrone, in Puglia di appena 5 su 78 eletti; le cose vanno un pochino meglio in Piemonte, Emilia Romagna e Campania; nessuna donna è presente invece nei Consigli regionali di Calabria e Basilicata.

Poi, l'esponente del movimento per la legalità e la giustizia che fa capo ad Antonello De Pierro ammonisce: “Per ogni donna a cui è stata offerta la candidatura troviamo almeno venti uomini, che sicuramente non hanno dovuto dividere il tempo della campagna elettorale con impegni di altro genere, uomini che non hanno certo subìto l'umiliazione di pregiudizi che mettessero in dubbio le loro capacità sul campo in questione, la politica appunto, uomini che hanno trovato con più facilità appoggi e investimenti. L'attivismo delle donne in politica – prosegue la vicetitolare del dipartimento per le Pari Opportunità dell'Italia dei Diritti – è una fonte di grande beneficio per il Paese, ma le possibilità di trattamento egualitario tra i sessi dovrebbero nascere a monte, nelle regole che stabiliscono il gioco, affinché la presenza femminile nei consigli sia certa e non affidata al caso. In uno Stato dove il presidente del Consiglio si permette di offendere una candidata del partito d'opposizione, come è successo nei confronti di Mercedes Bresso, credo ci si possa aspettare ben poco dalla volontà delle istituzioni di dare valore alle pari opportunità”.

“In Italia la considerazione per le donne sta scendendo a livelli scandalosi e dalle istituzioni arrivano solo propositi campati per aria e offese”, termina irritata la Scoleri.

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