La dolce vita di Roma

di Giuseppe Orsini

Martedì 16 marzo 2010, a Roma, presso l'Excelsior Hotel di Via Veneto, è stato presentato il libro “La dolce vita minuto per minuto” – Tutta la verità su un fenomeno falsato di Victor Ciuffa – Ciuffa Editore (pagg. 642, prezzo 20,00 Euro). Il libro si apre con la presentazione di Ferruccio De Bortoli. L’opera è redatta in forma di cronaca e di reportage quotidiano attraverso la descrizione minuto per minuto, notte per notte, di avvenimenti (a cui l'Autore ha partecipato come giornalista ed a volte come protagonista) e personaggi che Victor Ciuffa ha conosciuto. Il volume spiega i profondi motivi della nascita di un fenomeno, di una mentalità, di un costume. Moltissimi gli episodi e soprattutto i nomi che esso contiene, destinati a suscitare nostalgie negli anziani e curiosità nei giovani, misti a riferimenti e a dati essenziali di carattere economico, politico, sociale e sindacale, che servono per inquadrare il fenomeno di un'epoca. Quell'epoca eserciterà sempre una forte attrazione sul pubblico europeo, americano, mondiale. La dolce vita ha rappresentato per l'Italia degli anni ‘50/’60 quello che prima la Bella Epoque e gli Anni Ruggenti rappresentarono per l'Europa di fine '800 – inizio '900: un fenomeno di costume, che poteva fiorire solo in un certo contesto economico,politico, sociale e culturale. Quello. Victor Ciuffa dedica il volume a coloro che lavorando, soffrendo, vivendo Via Veneto e dintorni contribuirono a creare la felice stagione della dolce vita e a diffondere il suo grande mito nel mondo. La Dolce Vita seguì l’omicidio di Vilma Montesi (1953, Capocotta). Contrariamente a quanto si pensa, non fu Federico Fellini a creare la “Dolce Vita. Lui ne fu solo il cantore. E la “cantò” poco prima che quel fortunato periodo terminasse. La Dolce Vita infatti non inizia, ma muore con il film di Fellini. Sono parole dello stesso Ciuffa. La Dolce Vita era sicuramente già terminata nel 1963, con le prime avvisaglie di una congiuntura economica in ribasso. Dopo il Piper e l’arrivo di Patty Pravo, di Renato Zero e dell’Equipe 84 ci fu lo scandalo del Number One. Seguirono la rivolta studentesca del ’68 e l’autunno caldo del ’69. La Dolce Vita diventò solo un ricordo, sepolto definitivamente dagli “anni di piombo”, alias Brigate Rosse, fondate nel 1970 da Alberto Franceschini, Renato Curcio, Mario Moretti e Margherita Cagol. Secondo l'inchiesta di Sergio Zavoli “La notte della Repubblica”, dal 1974 (primi fatti di sangue) al 1988 (omicidio di Roberto Ruffilli) le Brigate Rosse hanno rivendicato 86 omicidi, tra agenti di Polizia, Carabinieri, magistrati e uomini politici. Protagonisti del pomeriggio e della serata all’Excelsior Hotel è stato innanzitutto il foltissimo pubblico presente: almeno 500 persone di cui oltre 100 in piedi. Quasi tutti con in mano il libro presentato.Importanti, documentati ed anche spassosi i relatori che, insieme all’Autore hanno presentato il volume e ricordato la fortunata parentesi de “La Dolce Vita”:
* Angelo Rizzoli, nipote di Angelo Rizzoli senior, distibutore de “La Dolce Vita”
* Arrigo Levi, giornalista e consigliere della Presidenza della Repubblica
* Luigi Frati, rettore dell'Università La Sapienza di Roma
* Maurizio De Tilla, presidente dell'O.U.A.(Organismo Unitario Avvocatura)
* Fred Bongusto, artista
* Luca Giurato (alias “fregnacciaro”), ex conduttore TV e moderatore dell’incontro.
Francesca Fellini, figlia della sorella di Fedirico, ha inviato una lettera a Victor Ciuffa.
“La Dolce Vita” fu ideato da Federico Fellini nella seconda metà del 1958. La figura di Marcello Rubini (Marcello Mastroianni) fu ispirata al Maestro dall’Autore del libro, Victor Ciuffa.
Fellini iniziò a girare il film il 16 marzo 1959. Venne presentato al Fiamma di Roma il 4 febbraio 1960 ed il 5 febbraio al Capitol di Milano, destando scandali e polemiche. Alla sera della prima a Milano il regista venne pesantemente insultato da un gruppo di persone e una signora gli sputò in faccia. Le successive interpellanze parlamentari e le interminabili discussioni sulla stampa fecero temere un ritiro del film o una serie di tagli di censura. Ma non accadde nulla: Fellini aveva proiettato il film in anteprima alla presenza di un importante prelato romano, che ne aveva difeso i contenuti. Peraltro, al Festival di Cannes del 1960 il film conquistò la Palma d’Oro, auspice George Simenon. Il film fu visto da milioni di spettatori di tutto il mondo. Il fenomeno della dolce vita convogliò a Via Veneto masse enormi di turisti. I quali, purtroppo, ne hanno anche causato il tramonto. La nostalgia per questo tramonto ha aleggiato su tutto l’incontro. Al punto che il birichino, ormai settantenne, Luca Giurato ha auspicato di poter presto celebrare un altro periodo analogo a “La Dolce Vita” degli anni ‘50/’60.(Laici.it)

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