Come ci prepariamo al 2013?

di Osvaldo Cammarota

CAMPANIA 2013: una “comunità professionale” di Resistenza e Reazione Civile, al lavoro per coniugare Modernità e Diritti.

A che punto siamo

La cronaca giudiziaria ci avverte che il “fare” senza regole può generare corruzione e costi per la collettività, ma non tutti sanno che il FARE nella legalità e secondo i principi comunitari, produce coesione, fiducia, sviluppo.

Nel nostro paese il passaggio dal dire alla più producente arte del fare è un percorso ad ostacoli.

La società e l’economia italiana galleggiano sulla convivenza di due tendenze dannose: da un lato i “furbi” che fanno lo slalom tra le leggi (e solo a volte prendono i “pali” della giustizia), dall’altra la strenua difesa del “bidone vuoto” costituito da regole e sistemi di controllo pubblico inattuali, inadeguati, costosi ed inefficaci.

E’ forse utile opporre Resistenza alla deregolazione selvaggia e, al contempo, produrre una Reazione Civile orientata a coniugare Modernità e Diritti

I princìpi fondativi dell’Unione Europea sono un importante traccia di lavoro, ma le culture operative sul come fare coesione e sviluppo nella legalità e nella società moderna (Partenariato, Concertazione, Integrazione, Sussidiarietà, Decentramento, Innovazione amministrativa, ….) non sono ancora entrate nell’agire ordinario del sistema pubblico (Politica, Istituzioni, Amministrazione)

Serve il lavoro integrato di una “comunità professionale” (giuristi, filosofi, economisti, tecnici, operatori,….)

I quesiti di ricerca-azione

La Reazione Civile non può limitarsi ad attività di pensiero, lo stato di degrado della società e dell’economia campana richiede che si sviluppi l’azione, anche per perfezionare e migliorare la ricerca di soluzioni più adeguate ai problemi inediti del nostro tempo.

Alcuni questiti.

Vi è sufficiente Coesione nella società e nell’economia regionale ?

Come rafforzare e promuovere il nesso coesione-competitività ?

Come coniugare decisione e partecipazione ?

Vi è sufficiente cultura operativa di integrazione nel sistema pubblico ?

Quali politiche, programmi, idee, progetti possono contribuire a recuperare i ritardi ?

Come fare valutazione e monitoraggio sugli effetti delle politiche di coesione e sviluppo ?

Come lavorare per il bene comune e per l’unitarietà dell’azione pubblica per lo sviluppo ?

C’è un modo per far arrivare il buon senso al “cielo” della politica ?
Come operare più efficacemente per lo sviluppo senza smarrire principi di giustizia e nella legalità ?

Queste domande hanno motivato la costituzione di una “comunità professionale”che ha lo scopo di, studiare, riflettere, elaborare soluzioni, …agire per provare a correggere il tiro di scelte politiche che non si sono rivelate efficaci.

Il capitale umano e professionale

Da numerosi lavori di ricerca è emersa la carenza di capitale umano e professionale capace di operare efficacemente. Non ci sembra del tutto vero.

Nell’ultimo decennio si sono formate generazioni di professionisti, numerosi quadri della Pubblica Amministrazione si sono cimentati con successo nelle pratiche operative, sono stati “affinati” strumenti di intervento e organizzazioni, il mondo della ricerca ha sviluppato e perfezionato avanzate culture operative di intervento ….

Ma tutto ciò ancora non produce effetti commisurabili al valore delle energie disponibili. PERCHE’ ?

La Resistenza

La deregolazione selvaggia porta all’abuso di potere, è una minaccia per la democrazia. Lo dimostrano le numerose vicende di questi ultimi mesi (“processo breve”, malaffare alla protezione civile, caos delle liste, oscuramento dell’informazione, ….)

Resistere a questa deriva è un dovere civile, ma la reazione non può limitarsi alla difesa dell’esistente.

Il Sistema Pubblico, nel suo insieme di decisori politici, apparati amministrativi, quadro normativo, risulta totalmente inadeguato ad interpretare, accompagnare, supportare le istanze moderne di cambiamento verso esiti coesivi e competitivi.

Lo stato della democrazia in Italia non è comparabile con gli Stati europei più avanzati.

La Reazione Civile a questo squilibrio

Il modo più efficace per reagire a questo spreco di energie è favorire l’interazione intelligente tra le risorse umane che –a vario titolo e con diverse competenze professionali- possano contribuire ad accompagnare il sistema pubblico e privato ad operare verso esiti coesivi e competitivi (superando rischi collusivi e consociativi).

La “comunità professionale” non è da confondere con le logiche che caratterizzano le lobbies.

Il principio ispiratore è rompere il muro della separatezza, esaltare il valori soggettivi della responsabilità e della imparzialità.

La “separatezza” è il cancro che ha generato la frantumazione e frammentazione del sistema pubblico in mille interessi particolaristici, è la causa principale di farragini, sovrapposizioni, sprechi, inefficienze e inefficacia; riproduce apparati (locali, regionali, nazionali ed europei) che non comunicano, non cooperano, non collaborano tra loro.

Siamo al totale smarrimento del principio basilare della unitarietà dello stato. È, questa, una delle cause principali per cui il Sistema Pubblico stenta ad operare per il “bene comune”.

La separatezza tra pubblico e privato è un anacronismo.

La Costituzione riconosce il valore sociale dell’iniziativa privata, ma, a tutt’oggi, l’assenza di regole e di controlli adeguati è causa di ricorrenti episodi collusivi, a danno dell’erario e dei cittadini.

La responsabilità e l’imparzialità dei singoli soggetti può essere una straordinaria leva per il cambiamento.

La società italiana è densa e complessa (Censis ’95). Le libertà democratiche conquistate dai cittadini generano nuove e legittime domande di protagonismo e di partecipazione alla vita pubblica. Al trionfo della moltitudine di nuovi soggetti sociali non si può rispondere con la dissoluzione dello Stato né con la restrizione delle libertà democratiche.

Lo sviluppo e la salvaguardia della democrazia passa necessariamente attraverso l’applicazione di culture e pratiche partecipative, fondate sul principio della responsabilità individuale e della imparzialità di giudizio, ovvero dalla effettiva assunzione del “bene comune” come elemento di misurazione e concertazione della pluralità di interessi in campo. In tutti i campi (Politica, Istituzioni, Cultura, Economia, Società).

Il progetto è in progress …

Su questa idea-progetto si è costituito un primo Nucleo Promotore formato da:

Luciano Brancaccio, Sociologo Docente

Osvaldo Cammarota, Operatore di Sviluppo territoriale

Francesco Saverio Coppola, Economista

Giovanni De Falco, Direttore IRES

Dora De Martino, Operatrice della formazione

Achille Flora, Economista

Claudio Luongo, Valutatore politiche pubbliche

Massimo Padovano, Operatore di Sviluppo territoriale

Dafne Palmieri, Ricercatrice

Luisa Pezone, Ricercatrice

Ira Tassinari, Operatrice della comunicazione

Ugo Tassinari, Operatore della comunicazione

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