Legittimo impedimento: il barbaro declino del Paese

Autore Luigi Li Gotti

Ieri si è consumato al Senato l’ennesimo voto di fiducia. Quest’ultimo riguardo il legittimo impedimento, disegno di legge che pone un gruppo di cittadini, il Premier e i suoi ministri, al di sopra della legge. Italia dei Valori ha manifestato in aula con un sit-in (GUARDA IL VIDEO).

In questo articolo riporto il video ed il resoconto stenografico della mia dichiarazione di voto in aula.

Resoconto stenografico:

Signor Presidente, il Presidente della Repubblica ha ricordato, appena due giorni fa, che esiste uno straordinario complesso di valori e principi condiviso dal popolo e racchiuso nella nostra Costituzione. C'è però una linea di discrimine tra chi condivide tale complesso di valori e principi e chi invece è insofferente ad esso: si avverte, infatti, il segno profondo dello sfarinamento della legge e dello sgretolamento dell'architettura del nostro Stato. La legge, da espressione applicata della democrazia, viene retrocessa ad orpello ingombrante da rimuovere ogni qual volta sia di ostacolo, non al riconoscimento pieno di un diritto bensì al soddisfacimento di un interesse.

Sappiamo benissimo che tanti sono gli uomini probi chiamati in quest'Aula a svolgere l'importante e delicata funzione di legiferare: ora ci si vuole costringere a rinunziare a tale altissima funzione; ne esce umiliato il Parlamento e ferita la Costituzione. Fino a quando, voi tanti uomini probi, accetterete di piegarvi all'interesse di un singolo? Qual è il limite della vostra sopportazione? Quando si riuscirà a recuperare la probità che vi appartiene?

Oggi si è approvata una legge temporanea, in attesa dell'entrata in vigore di una legge costituzionale che ancora non esiste. Oggi, quindi, si è fatto ciò che non poteva essere fatto e chi l'ha chiesto ne è talmente consapevole da scrivere nella stessa legge che ciò è fatto per 18 mesi, perché poi la medesima materia dovrà essere regolata da una legge costituzionale. Sicché noi, investiti dalla Costituzione della nostra funzione, rinneghiamo per 18 mesi i principi costituzionali e mettiamo in quarantena la Costituzione: con una legge ordinaria abbiamo rinviato ad una costituzionale, ossia sovraordinata, che non esiste e non possiamo sapere né se o quando verrà approvata, né come sarà concepita e articolata. Gli uomini probi non possono non avvertire la gravità dell'insulto normativo e costituzionale compiuto: spero quindi che riflettano e si rendano conto che è stata ferita non solo la nostra funzione costituzionale di legislatori, ma anche la nostra dignità di cittadini uguali dinanzi alla legge; né la forza dei numeri potrà santificare il disprezzo della legge.

Dobbiamo invero purtroppo constatare che massicce dosi di veleno sono ormai state instillate nel tessuto del quotidiano vivere degli italiani, essendosi altresì diffusi gli effetti del rancoroso e pericoloso crepuscolo di Silvio Berlusconi. Questo è un momento che tanto, forse più di noi suoi avversari, potrebbero fare gli uomini probi che non gli sono ostili. Agli uomini probi, non attaccati dal tarlo della corruzione delle coscienze, noi guardiamo con rispetto; non bisogna però troppo attardarsi nell'indulgenza: i cittadini sono stanchi della violenza delle parole e dei fatti. Vorremmo ritrovare la difficile serenità nell'affrontare, senza odiose contrapposizioni, i problemi del Paese e dei più sfortunati dei nostri concittadini.

Ai tanti problemi se ne aggiunge uno ulteriore molto pesante: la crisi della democrazia, con la crescita di insane oligarchie, terreno fertile per l'autoritarismo. Vorremmo poterci liberare dalla infezione della mala politica, delle squalificate cortigianerie, degli approfittatori furbi di regime, dei nati servi. Vorremmo poter tornare ad essere un Paese normale, senza che tutto debba per forza essere eccessivo, e ritrovare la capacità, l'ingegno e la tenacia che hanno fatto grande e nobile un'Italia al contempo inadeguata. Compete a voi, uomini probi, ascoltare le vostre coscienze senza sottrarvi al dovere morale di assumervi le responsabilità dinanzi al Paese, perché noi non siamo un Paese normale.

Il Presidente del Consiglio è orgoglioso del suo massimo esponente in Campania, lo tiene stretto come Sottosegretario all'economia e presidente del Comitato interministeriale per la programmazione economica; la stessa persona su cui pende un mandato di cattura confermato dal tribunale del riesame e dalla cassazione per collusione mafiosa con il sanguinario clan dei Casalesi. La magistratura arresta i mafiosi, il Governo se ne intesta il merito e il presidente Berlusconi li coccola, li protegge, se li prende in casa, da Mangano in avanti! Bel messaggio agli onesti e alle forze dell'ordine, al senso del dovere dei tanti servitori dello Stato! Vi sembra normale ciò?

Il Consiglio dei ministri, mortificando uno stordito ministro Maroni, non ha sciolto per infiltrazione mafiosa il Comune di Fondi e oggi 14 esponenti politici che non potevano essere candidati sono invece presenti nelle liste del PdL e collegate. Vi sembra normale ciò? Il Presidente del Consiglio ha una parossistica ossessione per la giustizia, ma se non fosse stato per le leggi ad personam sarebbe oggi un condannato a vari anni di carcere. È un Paese normale questo?. Il Presidente del Consiglio ha affermato che il primo male dell'Italia sono i giudici – ora anche quelli del TAR – non la criminalità organizzata, non la corruzione, non la disperazione dei disoccupati e dei precari, non l'evasione fiscale, non lo sfascio idrogeologico e ambientale, non la crisi economica devastante per tantissime famiglie e imprese. No, il primo male dell'Italia sono i giudici. È un Paese normale questo? Applauditevi, siete complici!

Ora il Presidente del Consiglio ha chiesto una nuova fiducia per questi suoi smisurati meriti che voi condividete, per la sua protezione ai malfattori, per difendere se stesso da infamanti accuse, quale quella di aver costituito fondi neri per centinaia di milioni di euro e di aver corrotto un testimone. È un Paese normale questo? Berlusconi ha voluto la fiducia e sappiamo alcune cose che ancora farà: indebolire lo strumento delle intercettazioni telefoniche così da proteggere i malfattori, modificare alcune mirate norme del codice di procedura penale per limitare le indagini e le acquisizioni delle prove nei processi, far scarcerare alcune migliaia di imputati di gravissimi reati con la legge, alla quale non rinunzia, sul cosiddetto processo breve, ossia per decretare la morte di 100.000 processi.

No, non è un Paese normale il nostro! L'Italia ha bisogno di governanti onesti, rispettosi della legge, determinati e convinti nella lotta al crimine, insospettabili, rispettosi dei diritti, accorti e attenti ai bisogni dei più deboli e sfortunati: tutto ciò che non è Berlusconi.

L'Italia dei Valori crede nei valori sani – senatori Boscetto e D'Alia – e dice no all'arroganza, alla prepotenza, alla disonestà, sempre e non a corrente alternata. Noi non siamo il partito di Cosentino, di Cuffaro, di Dell'Utri, di Di Girolamo. Sì alla democrazia. Sì alla giustizia. Sì alla democrazia che è anche popolo e piazza. Sì alla Costituzione e anche gli uomini probi e dignitosi…

…agli uomini e alle donne dovrebbero stare a cuore questi valori e principi. Li tutelino con il loro voto. Fermino questa oscura e pericolosa deriva; fermino la rancorosa prepotenza di chi non ha alcun senso dello Stato, delle leggi e delle istituzioni. Si arresti questo barbaro declino per la nostra Italia in nome della nostra Costituzione , per la quale il Gruppo dell'Italia dei Valori ha voluto oggi – e sempre lo farà – esprimere fedeltà, rispetto e affetto, perché l'amiamo. Viva la nostra Costituzione! Fuori i barbari e i ladri di civiltà giuridica e di moralità, nel nome dei tantissimi italiani che faticano, lavorano e producono nel rispetto dell'onestà e delle leggi!

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