“La via della croce” nella Tebaide d’Italia

Spettacolo ideato e diretto dal regista Francese Casulli e prodotto dall’Associazione culturale-teatrale “La Rupe”

I riti religiosi della settimana santa, sono celebrati con solennità e allo stesso modo. gli eventi di fede sono correlati agli ultimi giorni di Gesù, comprendenti in particolare la sua passione. In Puglia, a Massafra, detta “Tebaide d’Italia”, i Riti quaresimali si aprono nel centro storico cittadino con lo spettacolo teatrale, sacro, itinerante “La Via della Croce”, ideato e diretto dal regista massafrese Francesco Casulli, prodotto dall’associazione culturale-teatrale “La Rupe”. Un evento alla sua terza edizione (andrà in scena martedì e mercoledì, 30 è 31 marzo). E’ patrocinato dal Comune di Massafra, Provincia di Taranto e Regione Puglia. Farà rivivere in chiave moderna (come dice la collegas Debora Piccolo) il dramma della Passione di Cristo sulle musiche originali di Giambattista Recchia e Gabriele Semeraro. Lo spettacolo si svolge su due postazioni fisse (sagrato del Duomo e il Castello medievale) e una terza itinerante, coinvolgendo circa duecento figuranti. Attori protagonisti: Giambattista Recchia (Cristo), musicista e cantante, reduce dall’avventura a “Casa Sanremo”; Ketty Volpe (vecchio profeta) e Tiziana Risolo (Maria).
«Lo spettacolo, come ha specificato il regista Casulli, è un lavoro che si legge a più strati: la passione e morte di Cristo secondo gli scritti del Vangelo e le profezie del Vecchio Testamento che, coralmente recitate da tre attori cantanti, sottolineano il momento di travaglio di Cristo, ma anche l’indecisione di Pilato nel condannare Gesù.
Posizionati in alto sia al processo sia alla crocifissione, quasi a dominare la storia, a tracciare la via, questo trio darà anima allo spettacolo, sarà coscienza, sarà giudizio, partecipazione e trasporto di dolore. Proprio questa verticalizzazione delle scene su più livelli, darà un respiro più ampio e più maestoso alla storia: sul palco la condanna a Cristo, sulle logge la condanna agli uomini».
Lo spettacolo, della durata di 2 ore (ingresso libero) è proposto dall’associazione teatrale culturale “La Rupe”, con sede a Massafra, nata nell’anno 1996 per volontà di un gruppo di amici, singolarmente impegnati in differenti attività di volontariato e accomunati dalla passione per l’arte della recitazione.
Scopi iniziali del gruppo sono: l’ambizione di creare un interessante connubio “teatro-solidarietà”, ovvero utilizzare la comunicazione scenica facendo di essa uno strumento di sensibilizzazione e di aiuto verso svariate realtà di disagio; la volontà di contribuire alla crescita culturale del territorio attraverso l’attività teatrale e le iniziative collaterali; il desiderio di comunicare messaggi positivi all’interno del gruppo e al pubblico, che, di volta in volta si sarebbe incontrato.
Il gruppo, formato da bambini, giovani, adulti ed anziani, è guidato con passione e caparbietà dal direttore artistico, attore professionista e regista, Francesco Casulli. 
Lo stesso ci ha descritto l’attività svolta dall’associazione che, fin dall’inizio, ha lavorato con impegno e dedizione, per la realizzazione dei suddetti scopi. Trasmette alla popolazione massafrese e ai numerosi turisti, il piacere di seguire l’arte teatrale. Riuscendo anche, attraverso i proventi delle rappresentazioni, a realizzare operazioni di solidarietà di vario genere, andando incontro a realtà bisognose locali, nazionali e mondiali, pubbliche e private, tra cui: il Centro di tubercolosi e lebbra “Maria Lou” nel Sudan meridionale, in Africa; Telethon 1997; il Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Pagliari” di Massafra; l’Orfanotrofio “Cenzino Mondelli” di Massafra; la “Unitalsi” di Massafra. In tal modo si è riusciti a costituire una rete di collaborazione con altre associazioni.
Tra scene comiche, brillanti, tragiche ed emozionanti, “La Rupe” trasforma tutto ciò che accade sul palcoscenico in una molteplicità di messaggi appartenenti alle odierne tematiche sociali: dall’unione familiare al fenomeno dell’immigrazione, dall’inquinamento ambientale al problema del razzismo, incontrando così le coscienze del pubblico, che cresce numericamente di anno in anno, grazie agli spettacoli che vengono rappresentati non più solo a livello locale.
Il debutto dell’associazione risale al marzo del 1997 con lo spettacolo “U’ cafè d’Donn’ Amalia”, commedia in tre atti, liberamente tratta dal testo “Napoli milionaria” di Eduardo De Filippo, abilmente trasportata dal regista Casulli in un contesto più vicino alla realtà massafrese. Il successo di critica e di pubblico ha superato ogni possibile ed immaginabile aspettativa di buon auspicio.
Lo stesso anno viene rappresentato il monologo “Dal serio al faceto – personaggi di ieri e di oggi”, interpretato da Francesco Casulli, che, inizialmente si cala nella drammaticità di un personaggio pirandelliano e via via ricopre molti ruoli, suscitando negli spettatori tristi e felici emozioni, con un finale caratterizzato da una continua risata del pubblico, provocata dall’entusiasmante interpretazione di una mamma alle prese con il suo bambino.
Nel 1998 è messa in scena “E fuori nevica”, una commedia brillante di Vincenzo Salemme. Narra le vicende, a volte amare a volte irresistibili, di due fratelli, Stefano ed Enzo Righi, alle prese con Cico, il loro terzo fratello, ragazzo disabile, autentico protagonista e mattatore di due ore di spettacolo di stampo chapliniano. Il regista ha modificato il testo originale, come sua versatile abitudine, inserendo nel finale un filmato che raccoglie la drammaticità e la commovente nostalgia di un passato felice che non tornerà più, concentrando, quindi, in tre giri di lancetta tutta la drammaticità che sino ad allora si era celata.
Nel 1999 è messo in scena “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, scrittore e regista statunitense che ha inscenato drammi medio-borghesi come “Morte di un commesso viaggiatore”.
La sua capacità era quella di raccontare le storie in stile cinematografico, pur stando su un palcoscenico, la stessa caratteristica che ha utilizzato Casulli per narrare le vicende di due emigranti massafresi sbarcati in America nel secondo dopoguerra.
Lo stesso anno viene rappresentato “Nell’anima del verbo”, monologo tratto da “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, interpretato da Francesco Casulli.
Nel 2000 è la volta di “Alice, la gabbianella e il gatto”, favola in due atti, tratta dai romanzi “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda, e “Il libro di Alice” di Alice Sturiale, in un adattamento scenico di Francesco Casulli e Gianna Fedele. Può sembrare una favola per bambini, ma in realtà è un lavoro rivolto al cuore degli adulti.
Nel 2001 va in scena “La Stazione” di Umberto Marino. Al testo originale il regista apporta alcune significative modifiche miscelandolo con la rielaborazione cinematografica di Sergio Rubini.
Lo stesso anno viene prodotto “La pietra della fame”, tratto dall’omonimo libro scritto da Fernando Ladiana. Uno spettacolo itinerante, a lui dedicato, rappresentato nel Centro storico di Massafra.
Nel 2002 si riprende il lavoro “Nell’anima del verbo” che affianca alla precedente caratteristica del monologo l’innovazione dell’ingresso di altri personaggi, che, con modalità diverse e originali prendono vita sul palcoscenico.
Nel 2003 si cambia ancora genere e si giunge a mettere in scena “La lupa, tormento di un amore”, tratto da “La lupa” di Giovanni Verga e trasformato in musical dal regista Casulli, con l’ideazione dei testi delle canzoni e dalla collaborazione del musicista e compositore Girolamo Di Pace, autore delle musiche originali. Nel 2005, nei mesi di marzo e aprile, si organizzano cineforum per ragazzi di scuola elementare ed adulti; a settembre ed ottobre viene ripresentato, per quattro serate, lo spettacolo teatrale itinerante “La pietra della fame” ; a dicembre il gruppo anziani porta in scena nel Teatro comunale di Massafra “L’ultm prsepj”diretto da Francesco Casulli. Nel 2006, nel mese di gennaio, nel Teatro comunale è messo in scena “Nell’ animo del verbo”, spettacolo tratto dalle “Novelle per un anno” e “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, con Raffaele Zanframundo e Francesco Casulli; sempre nel mese di gennaio parte il laboratorio teatrale articolato in tre mesi, dove si registra la partecipazione di venti attori che studiano l’“Otello” di William Shakespeare;
nel mese di aprile ritorna il cineforum per ragazzi ed adulti; a settembre lo spettacolo “La pietra della fame” viene presentato nel Centro storico di Ginosa, mentre ad ottobre si ripresenta a Massafra, per due serate; a dicembre il gruppo anziani organizza, nell’ambito delle iniziative natalizie, un coro diretto da Girolamo Di Pace e Luciana Francavilla.
Nel 2007, a febbraio, presso il Cineteatro “Spadaro”, va in scena “Alice la gabbianella e il gatto”; nel mese di maggio, la commedia “La Stazione” di Umberto Marino chiude il Festival Nazionale di Teatro Amatoriale Italiano a L’Aquila; a luglio, va in scena, a Massafra, nell’ambito della rassegna “Massafraestate 2007”, il musical “La lupa, tormento di un amore”, tratto dalla celebre novella di Giovanni Verga, lo stesso pezzo viene portato in scena, nel mese di ottobre, a Triolo (Cz), nell’ambito del circuito artistico-culturale “Castellaria”, la rassegna di appuntamenti musicali e teatrali promossa dalla Regione Calabria nei castelli calabresi; nel mese di dicembre la compagnia “La Rupe” vince il I Festival Regionale “Giovinazzo Teatro” con lo spettacolo “La Stazione” di Umberto Marino. 
Nel 2008, in occasione dei Riti quaresimali, nei giorni 17 e 18 marzo, “La Rupe” presenta “La Via della Croce”, lo spettacolo teatrale, sacro, itinerante ideato e diretto da Francesco Casulli, sulle musiche originali di Gabriele Semeraro e Gianbattista Recchia, che ripercorre in chiave moderna il dramma della Passione di Cristo; della rappresentazione teatrale viene realizzato e prodotto un Dvd presentato e proiettato al Cineteatro “Spadaro” di Massafra.
A maggio, con lo spettacolo “Alice, la gabbianella e il gatto”, vince il Premio Serafino Aquilano – Arlecchino d’Argento al Festival nazionale di teatro amatoriale di L’Aquila.
A luglio i protagonisti del musical “La lupa”, Gianbattista Recchia e Ketty Volpe, si aggiudicano il Premio Ephedra per la migliore voce maschile e la migliore attrice al 3° Festival Nazionale del Musical Città di Montappone (Ascoli Piceno).;
sempre a luglio, nell’ambito del Memorial “Giovani Angeli”, la Fondazione Luigi Borgo conferisce a “La Via della Croce” e al regista ideatore dello spettacolo Francesco Casulli, il Globo d’Argento, sezione Cultura e Spettacolo per il migliore evento dell’anno.
Nel mese di novembre, “La Rupe” presenta “La Via della Croce” in Dvd all’”Aurea”, la Borsa del Turismo religioso e delle Aree protette, nel quartiere fieristico della città di Foggia, riscontrando l’interesse da parte di numerosi tour operator.
Nel 2009, nei mesi di febbraio e marzo, “La Rupe”, dopo dieci anni, riporta in scena, per sei serate, “U café d’Donn’ Amalia” (i proventi del costo del biglietto sono serviti ad ultimLa Via della Croce – Chiave Registica. Dopo 15 anni mi ritrovo a mettere in scena questo spettacolo sacro, itinerante nel Centro storico di Massafra. Ho avuto tempo per meditare e concepire una regia in cui lo spettacolo avesse una chiave di lettura più moderna, avvalendomi della collaborazione di due musicisti, che hanno genialmente scritto le musiche della colonna sonora e delle canzoni. Anche la struttura scenica mi è stata di supporto per realizzare alcune idee che servissero a dare alla storia già scritta sfumature nuove. Lo spettacolo si svolge su due postazioni fisse, (sagrato della chiesa di San Lorenzo e il Castello) e una terza itinerante, coinvolgendo oltre agli attori e cantanti professionisti, circa duecento figuranti. Lo spettacolo si legge a più strati: la passione e morte di Cristo secondo gli scritti del Vangelo e le profezie del Vecchio Testamento che, coralmente recitate da tre attori cantanti, sottolineano il momento di travaglio di Cristo, ma anche l’indecisione di Pilato nel condannare Gesù. Posizionati in alto sia al processo sia alla crocifissione, quasi a dominare la storia, a tracciare la via, questo trio darà anima allo spettacolo, sarà coscienza, sarà giudizio, partecipazione e trasporto di dolore. Proprio questa verticalizzazione delle scene su più livelli darà un respiro più ampio e più maestoso alla storia: sul palco la condanna a Cristo, sulle logge la condanna agli uomini. Sulla croce la morte di un “uomo” e, stagliate su un muro, le immagini di un dolore causato dall’uomo, dolore che si dipana a macchia d’olio. Una enorme croce si innalzerà come una via di congiunzione, un ponte, come l’unica strada da percorrere per arrivare a quel raggio di luce, dopo aver ascoltato il pianto di una madre, dopo aver abbracciato Madre e Figlio in questa “pietà”. La musica e le canzoni originali si insinuano nella storia, ne evidenziano i tormenti e il dolore dei personaggi. Con questo ho voluto dare un taglio moderno ad una storia antica che credo abbia bisogno di attualizzarsi per essere seguita da un pubblico nuovo e giovane. Non ho trascurato la scelta del percorso. Ci tenevo a solcare nuovamente via Muro per rivivere il ricordo di tanti anni fa quando un grande maestro, Pier Paolo Pasolini, girò alcune scene del film “Il Vangelo secondo Matteo”. Il trasporto emotivo che mi ha accompagnato nella ideazione e messa in scena di questo spettacolo vorrei che fosse anche la vostra emozione… .

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