Una lettera -sempre attuale- di Massimo Filippini al Sindaco di Roma Veltroni:
Egregio Sindaco Veltroni,
sia pure con un ritardo di soli…sessant'anni Ella ha riconosciuto che le foibe furono una terribile realtà avvenuta ad opera dei comunisti slavi (i c. d. titini ) della quale, uniti con loro nel “glorioso” nome di Stalin, tacquero i comunisti italiani: oltre a condannarle Ella ha stigmatizzato, senza mezzi termini, il comportamento tenuto dai dirigenti del PCI, allora, e dalla Sinistra, oggi, per i quali tale infamia non avvenne, tanto che nei rarissimi casi in cui ad essa si accennò, la colpa fu addossata piuttosto agli infoibati che agli infoibatori.
Eppure anche nel primo dopoguerra non mancarono notizie in merito come ad esempio gli ampi reportages -corredati da agghiaccianti foto- della rivista “Il Meridiano d'Italia” su cui lo scrivente si documentò più che ampiamente, ma loro, i Suoi compagni comunisti niente: non solo non 'sapevano' ma accusavano coloro che ne parlavano o scrivevano di essere dei reazionari propalatori di falsità allo scopo di screditare il buon nome della causa comunista.
Queste cose anche Lei, successivamente -data l'età- le avrà sapute, ma come i suoi compagni, tacque e l'unica giustificazione di tale comportamento è che la ferrea organizzazione del suo partito glielo avrà imposto e che Ella accettò di restarvi divenendone perfino direttore dell'organo ufficiale, “l'UNITA' “: ma, come dice il proverbio, “de gustibus disputandum non est” ed io, in questa sede, ad esso voglio attenermi.
Oggi che le cose, grazie anche all'ondata di “revisionismo” che i Suoi compagni della Sinistra maledicono vedendo in esso un rinascente neofascismo e definendo addirittura -per bocca di Bocca- “pidocchi revisionisti” quanti cercano di raccontare la storia nella sua totalità e non solo nelle parti che più fanno comodo, Ella si è deciso finalmente a dire “apertis verbis” che quello delle foibe fu un crimine attuato dai comunisti slavi e taciuto dai comunisti italiani, entrambi uniti -è doveroso rilevarlo- sotto la bandiera del comunismo criminale sovietico il cui capo fu un certo Giuseppe Stalin che moltissimi padri degli attuali militanti della Sinistra venerarono come una sacra icona, al punto di terminare spesso i loro discorsi con il famoso “a da veni Baffone” per nulla ironico nei loro intendimenti, essendo lo stesso un'invocazione ed una speranza che anche in Italia potesse instaurarsi un regime analogo a quello sovietico.
Ciò premesso e ringraziandoLa per il Suo gesto che -critiche a parte- rappresenta una lodevole eccezione nel panorama della Sinistra, ancora pervaso di manicheismi ormai vetusti ed inconciliabili con la logica prima ancora che con la Storia, mi auguro che Ella prosegua nel cammino intrapreso ponendo attenzione ad un'altra vicenda a lungo trascurata che, tornata all'attenzione generale -per mio modesto merito- è divenuta oggetto di incredibili e menzogneri travisamenti da parte della Sinistra storico – culturale abituata a manipolare la storia come il suo comportamento nella vicenda delle foibe -da lei giustamente deprecato- insegna: mi riferisco alla tragedia di Cefalonia su cui negli ultimi anni si sta facendo un polverone inverecondo per altrettanto inverecondi fini ideologici.
Coraggio Sindaco Veltroni, giacchè c'è spenda due parole per riportare nei giusti binari anche quest'altra terribile vicenda che l'ufficialità storica, egemonizzata dalla Sinistra, ha trasformato in un mito per portare acqua al mulino della sua Resistenza: quella comunista che tacque rendendosi, come anch' Ella ha riconosciuto, complice degli assassini comunisti slavi nella vicenda delle foibe.
I tempi sono ormai maturi perchè ciò avvenga, magari anche con il Suo contributo ma prima, La prego, si informi sentendo tutte le campane e a tal fine Le consiglio di visitare il sito www.cefalonia.it (gestito e curato a mie spese e non con i soldi di qualche Comune di Centro Sinistra), che gli appartenenti alla Sinistra storico-culturale, cioè “quelli delle Foibe”, fingono di ignorare nonostante che la Verità da esso prorompente stia inesorabilmente sommergendo le frottole da loro raccontate.
“Quelli delle Foibe” e “quelli di Cefalonia” egregio Sindaco Veltroni, non sono altro che le due facce della stessa medaglia e lei li conosce pure troppo bene: ne prenda atto e si regoli di conseguenza.
Distinti Saluti
Massimo Filippini
Orfano di un Caduto di Cefalonia
1 febbraio 2005
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P.S.
Sulle FOIBE il precedente Governo nel 2005 istituì la ‘Giornata del Ricordo’ da celebrare il 10 febbraio di ogni anno.
Su CEFALONIA si continua tuttora –da parte della ‘ufficialità’- ad ignorare la Verità ma ormai molti sono i segni che inducono a ritenere che anche questo scandalo abbia fine.
NESSUNA MENZOGNA RESISTE ALL’USURA DEL TEMPO
(Sofocle
Con i migliori Auguri di un Buon 2008
Massimo Filippini
30 XII 2007