Libertà  di stampa

diLuca Bagatin

Libertà di stampa: mai tema è stato più di attualità. Peccato che sia una pia illusione: “La libertà di stampa non esiste, almeno sino a quando non si è defunti”. Parola di Mark Twain (al secolo Samuel Langhorne Clemens, 1835 – 1910) e dei suoi articoli inediti rivalutati dalla Piano B Edizioni che – in occasione del centenario della sua morte – ha deciso di pubblicarli in un agile volumetto dal titolo – appunto – “Libertà di stampa”. Ed ecco dunque che l'umorista americano più amato dai ragazzi (ma anche e forse soprattutto dai liberi pensatori) ci mette in guardia dalla categoria dei giornalisti (di cui egli stesso ha fatto parte, e dunque a ragion veduta). “I giornalisti onesti ci sono – sentenzia Mark Twain – soltanto costano di più”. E ancora – come abbiamo scritto all'inizio – la questione del si è liberi di scrivere ciò che si vuole solo da morti, quando non si ha più un editore al quale dover rendere conto, non si è esposti al pubblico giudizio e a un'opinione pubblica che – come dimostra lo stesso Twain – è orientata dai giornali stessi che deformano, appunto, la realtà. “Esistono leggi per la libertà di stampa, ma nessuna che faccia qualcosa per proteggere le persone dalla stampa”, un’altra fra le più lapidarie e significative frasi di un articolo che Mark Twain scrisse, senza mai vederselo pubblicato in vita (per ovvie ragioni). “I nostri principi morali decadono in modo direttamente proporzionale all'aumento del numero dei giornali. Per un giornale che fa del bene ve ne sono cinquanta che fanno del male”. E così via, raccontando esperienze personali di quando fu ad esempio candidato alla carica di Governatore dello Stato di New York, nelle file degli Indipendenti e venne calunniato dai giornali, al punto che dovette ritirarsi dalla corsa. Esilarantissimi come sempre gli scritti di Mark Twain, ma anche profondamente schietti, sinceri, lapidari, attualissimi. “Libertà di stampa” contiene anche alcuni articoli contro la guerra che gli Stati Uniti d'America mossero alle Filippine, in cui l'impegno antimilitarista e antischiavista dello scrittore americano emergono profondamente, a rimarcare il suo indomito spirito di fronte alle questioni strettamente politiche e sociali. Una raccolta di scritti, dunque, che ci fa guardare la questione della “libertà di stampa” da un'angolazione diversa, anticonformista, in quanto è proprio la lotta al conformismo della presunta “opinione pubblica” il principale oggetto di critica degli articoli di Mark Twain. E sarebbe bene ricordarselo ogni qual volta leggiamo un articolo di giornale, ci informiamo attraverso la televisione o qualsiasi altro mezzo mediatico e, quindi, mediocre e deformatore.

(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it)

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