Influenza: spreco di denaro pubblico

di Antonio Palagiano

In Italia, in questi mesi, è stato vero e proprio panico da H1N1. Colpi di tosse che hanno generato sospetti tra pendolari, passanti, semplici vicini d’ascensore. Psicosi da contagio. Detergenti, igienizzanti, salviettine multiuso si sono diffusi sempre più capillarmente tra la popolazione del nostro Paese. La comunicazione di massa ha indubbiamente aggravato i toni. Il Governo ha sempre fornito dati contrastanti e spesso contraddittori. E la paura è dilagata. Forse inutilmente, visto che la gravità di questa influenza è stata di fatto minore rispetto alla classica influenza stagionale (i dati diffusi dal Ministero sostengono che presenta un tasso di mortalità dello 0,03 per mille, mentre quello dell’influenza stagionale si attesta intorno all’1 per mille), ma comprensibilmente, considerato che le morti attribuibili alla “pandemia” venivano battute minuto per minuto dalle agenzie.

E allora il Paese si è spaccato in due: pro o contro il vaccino. Il vaccino, già… questo ormai famigerato medicinale contro l’influenza suina le cui dosi sembrano non bastare mai e soprattutto verso il quale le posizioni dei medici sono state e restano spesso discordanti.

Ma quanto è veramente efficace questo vaccino? Quali reali garanzie ci sono per chi ne fa uso? Quali i possibili effetti collaterali? Perché chiedere – per la prima volta – il consenso informato a chi decide di utilizzarlo? A tutte queste domande il Ministro della Salute non ha ancora dato una risposta chiara. Probabilmente perché una risposta univoca non c’è – la sperimentazione sul vaccino non è mai stata completata – o forse perché, per rispondere a queste domande si dovrebbe anche scendere nei dettagli dei rapporti con le case farmaceutiche che questo vaccino lo lavorano e lo producono.

E’ spontaneo, a questo punto, insinuare dei dubbi su quanti e quali siano gli interessi economici delle case farmaceutiche che entrano in gioco in questa “corsa al vaccino”. Gli stessi dubbi che staranno dilagando tra i cittadini del resto d’Europa, considerando che Francia e Germania si stanno accingendo a vendere le loro dosi di vaccino in eccesso ai Paesi che ne hanno bisogno ed anche l’Olanda, l’Inghilterra e la Svizzera sono su questa linea. Perché tutte queste dosi inutilizzate? Molto probabilmente non erano necessarie. E allora credo ce ne sia abbastanza per avviare un’inchiesta parlamentare a livello europeo volta a chiarire quale sia stato l’influsso delle case farmaceutiche che si sono arricchite, sui ricercatori e sui governi di tutto il mondo, per quello che si è rivelato solo un inutile spreco di denaro pubblico.

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