di Pancho Pardi
Da quando, il 5 dicembre, una manifestazione convocata in Rete ha sorprendentemente riempito Piazza San Giovanni in maniera straordinaria, ed anche straordinariamente pacifica, il Governo e la maggioranza hanno gli occhi puntati contro la Rete.
Evidentemente il Governo pensa di dovere avere il dominio assoluto dell'informazione, poiché l'unica cosa che sfugge alla sua presa, diciamo anche aldilà del monopolio privato – singolare – di Berlusconi, è la rete, sono i social network, adesso utilizzando in modo ipocrita la stupidissima aggressione in Piazza del Duomo (a Milano), loro vogliono mettere la museruola alla rete.
E lo fanno con un disegno di legge che, purtroppo, è stato presentato dal collega Lauro che considero una persona equilibrata, e che ricorre all'artificio di individuare nella comunicazione in rete il veicolo fondamentale dell'istigazione a delinquere contro la persona e l'aggressione, il ferimento, diretto alle persone.
Qui c'è un equivoco fondamentale: la Rete è come un enorme piazza in cui tutti parlano. Tutti, in parte, si parlano addosso. In parte comunicano molto intensamente. Non è possibile addossare alla Rete la responsabilità di qualche eventuale sciocchezza che possa essere detta all'interno del mezzo.
Del resto, quando uno dice sciocchezze, si presta – diciamo così – anche alla critica sociale. Ciò che ha detto verrà letto o sentito da molte persone ed è facile immaginare che una sciocchezza venga identificata come tale.
Ma pretendere, partendo da un fatto di cronaca limitato di bloccare l'autonomia della rete per poter, poi, impedire una libera comunicazione sociale, questo sì è davvero un delitto contro la libera comunicazione.
L'articolo 21 della Costituzione riconosci a tutti la libertà di esprimere liberamente il proprio pensiero. Se il Governo e la maggioranza vogliono continuare in questa iniziativa si dovranno misurare con la più determinata delle opposizioni non solo parlamentare, ma anche sociale.
“Giù le mani dalla rete!” – bisogna dire – nella maniera più chiara perché questa è una cosa che anche il cittadino non tollererà.
Inviato: “Hanno capito che qualcosa sta cambiando…”
Temono la libera comunicazione. Loro pensano che il Governo e la maggioranza devono avere il controllo totalitario sulla comunicazione.
Siccome la comunicazione in rete gli sfugge, perché non è predeterminabile a priori una possibilità di controllo, loro hanno il modo per cominciare a metterlo, un controllo sulla rete.
Ma questa è una cosa inaccettabile. Inaccettabile nel modo più totale.