Il Popolo della Libertà BRUXELLES
Teheran, la polizia spara: 10 morti “Ucciso nipote ventenne di Mussavi”
Iran, la protesta contro il regime non si ferma e scatta una durissima repressione. Violenti scontri nella capitale. I siti web denunciano: spari contro i manifestanti che gridano “morte al dittatore”. Repressione anche a Qom, Shiraz, Isfahan, Tabriz e Najafabad, città natale del grande ayatollah riformista Montazeri, morto qualche giorno fa. La polizia smentisce: non risultano vittime.
Teheran – La protesta contro il regime iraniano continua, e non si ferma la repressione della polizia. Centinaia di poliziotti e forze di sicurezza che presidiano in massa il centro della capitale iraniana Teheran, hanno attaccato con violenza i manifestanti durante la festa religiosa sciita dell'Ashura. Lo scrive il sito web dell'opposizione Jaras secondo il quale “centinaia di agenti e forze antisommossa presidiano piazza Haft-e Tir, Enqelab Street e le vicinanze del grande Bazar”. Il sito parla poi di almeno tre morti, che – secondo un altro sito internet dell'opposizione – sarebbero saliti a quattro, poi a cinque. Cifre non ufficiali, comunque. Anche perché almeno altri 4 manifestanti sono rimasti uccisi in scontri nella città di Tabriz, nord ovest dell'Iran, sempre secondo Jaras. “Durante scontri con le forze di sicurezza, almeno 4 manifestanti sono stati uccisi in Tabriz e molti altri feriti”.
Secondo quanto riferito da testimoni all'ANSA, gli scontri sono particolarmente intensi in alcune aree del centro cittadino, fra cui le piazze Imam Hossein, la piazza Enghelab e il quartiere Pich Shemrun.
Secondo il sito web dell'opposizione Jaras, nelle proteste tre persone sono morte e altre due sono state ferite. Un altro sito web dell'opposizione, Rahesabz, parla di 4 vittime nei disordini: tre manifestanti sono stati colpiti da “tiri diretti” sparati da “forze militari” sul viale Enghelab, la grande arteria che attraversa Teheran da est a ovest. Il sito afferma che uno dei suoi giornalisti ha assistito all'episodio. Il quarto manifestante, secondo Rahesabz, è stato ucciso non molto lontano, all'incrocio fra viale Enghelab e viale Vali-asr, senza fornire altri dettagli. Sia Rahesabz che Jaras, altro sito dell'opposizione, affermano che il corpo della quarta vittima è stato sollevato a braccia dalla folla dei manifestanti che sarebbero decine di migliaia.
Il sito web Jaras precisa che “la polizia ha aperto il fuoco” e che i manifestanti gridavano “Morte al dittatore” dopo aver dato fuoco ad una moto della polizia. Jaras in precedenza aveva detto che gli agenti avevano sparato lacrimogeni e in seguito ha parlato di colpi d'arma da fuoco in varie zone della capitale iraniana. Non si hanno per il momento conferme indipendenti delle informazioni date dai siti internet. Scontri fra forze dell'ordine e oppositori sono in corso nella città di Isfahan, nel centro dell'Iran, e nella vicina Najafabad, città natale del grande ayatollah riformista Hossein Ali Montazeri, morto qualche giorno fa.
“Le forze di polizia stanno rifiutando gli ordini dei loro comandanti di sparare ai dimostranti nel centro di Teheran… alcuni di loro cercano di sparare in aria quando messi sotto pressione dai loro comandanti”, scrive il sito Jaras.
La polizia iraniana ha negato che alcuni manifestanti siano stati uccisi. “Fino ad ora non ci sono notizie di morti e nessuno è stato ucciso”, ha detto il capo della polizia di Teheran, Azizollah Rajabzadeh, citato dall'agenzia Isna.
Il nipote del leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi è stato ucciso in scontri a Teheran. “Ali Mussavi, 20 anni, è stato ucciso in scontri oggi a mezzogiorno, il suo corpo si trova nell'ospedale di Teheran”, scrive il sito parlemannews.
Le manifestazioni anti-governative si sono estese nel pomeriggio a diverse città iraniane, fra cui Qom vicino a Teheran, e Shiraz, nel sud, dove sono segnalati pesanti scontri fra sostenitori dell'opposizione e forze di sicurezza, con decine di feriti. Lo riferiscono blog iraniani vicini all'opposizione ma le notizie non possono essere verificate da fonti indipendenti. Secondo i blogger, a Shiraz almeno 30 persone sono rimaste ferite, una ventina nella città santa di Qom. Gli scontri intanto proseguono a Isfahan, nel centro dell'Iran.
Teheran, il diario della protesta
L'opposizione non di ferma di fronte alla minacce del regime e alle violenze. Tutto ha avuto inizio con le elezioni del giugno scorso
Queste le principali tappe dei quasi 200 giorni di proteste in Iran.
12 GIUGNO – Elezioni presidenziali. Alla chiusura dei seggi, il candidato moderato Mir Hossein Mussavi si dichiara vincitore. Ma il ministero dell'Interno annuncia che il presidente uscente, Mahmud Ahmadinejad, è rieletto con il 63% delle preferenze. Mussavi e il candidato riformista, Mehdi Karrubi, chiedono la cancellazione delle elezioni, denunciando brogli.
13 GIUGNO – Prime manifestazioni di migliaia di oppositori di Ahmadinejad e primi scontri con le forze di sicurezza.
15 GIUGNO – Centinaia di migliaia di persone – oltre un milione secondo alcune stime – partecipano alla più grande manifestazione di protesta dopo la rivoluzione del 1979, nonostante il divieto del governo. Alla fine, alcuni miliziani islamici aprono il fuoco sulla folla. Almeno sette i morti, secondo le cifre ufficiali.
16-18 GIUGNO – Manifestazioni quotidiane di protesta a Teheran con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.
19 GIUGNO – In un sermone alla preghiera del venerdì di Teheran, l'ayatollah Khamenei chiede a tutti di accettare l'elezione di Ahmadinejad e ordina la fine delle manifestazioni di piazza.
20 GIUGNO – La polizia, appoggiata dai miliziani islamici, reprime nel sangue un nuovo raduno dell'opposizione. Incerto il numero dei morti. Si va dai 13 secondo le notizie ufficiali a diverse decine secondo testimoni.
9 LUGLIO – Represse nuove manifestazioni nel decimo anniversario della rivolta studentesca del 1999.
17 LUGLIO- Nuovi scontri a Teheran, mentre l'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, considerato uno sponsor di Mussavi, parla come guida della preghiera del venerdì.
18 SETTEMBRE – Approfittando dei raduni ufficiali per la 'giornata di Qods', con cui ogni anno il regime riafferma il suo sostegno ai palestinesi, decine di migliaia di oppositori tornano in piazza.
4 NOVEMBRE – Nuove manifestazioni, disperse dalle forze di sicurezza, in occasione del 30.mo anniversario dell'assalto all'ambasciata Usa a Teheran.
7 DICEMBRE – Ancora manifestazioni di protesta nelle Università e nelle piazze a Teheran e in altre città in coincidenza con la 'giornata dello studente'.
20 DICEMBRE – Muore nella notte il Grande Ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri. I funerali sono occasione di nuove manifestazioni di protesta, con migliaia di persone, nella città santa di Qom.
22 DICEMBRE – Uomini in borghese, dicono siti dell'opposizione, attaccano la casa del Grande Ayatollah riformista Yusuf Sanei a Qom. Scontri a Isfahan e nella vicina Najafabad, cittadina natale di Montazeri.
27 DICEMBRE – Decine di migliaia di oppositori in piazza a Teheran per la festività sciita dell'Ashura. Scontri. Per i siti dell'opposizione la polizia uccide quattro manifestanti. Scontri anche a Isfahan e Najafabad.