…voto all’estero tutto secondo Costituzione…

La legge Tremaglia ha incrementato il divario tra gli italiani all’estero e la Madre Patria.
Per capire e carpire il concetto, bisogna fare un passo indietro nella storia dell’emigrazione nel 1989 quando sono nati i CO.MI.TES (comitati italiani all’estero) i quali avrebbero dovuto tutelare e consolidare i rapporti tra italiani all’estero e Madre Patria, ma cosi’ non e’ stato. Enti apartitici e apolitici, poiche’ non si puo’ tutelare i diritti dei cittadini quando a fare da padroni e’ la politica, si trasformarono subito in “nicche” e riserve indiane nelle mani dei politicanti e patronati. Da allora quest’anomalia e’ sfociata sempre di piu’ con le ripartizioni estere con la legge Tremaglia. Non a caso le ultime affermazioni dello stesso fautore del voto all’estero: ”Gli eletti hanno fatto poco o niente per gli italiani all’estero”, ne sono una chiara dimostrazione; non vi siete mai interrogati perche’ solo noi del PIE stiamo chiedendo il voto paritario? Perche’ solo con il voto paritario, ossia abolizione della legge Tremaglia (oggi piu’che mai) voto a tutte le elzioni elettorali via posta (o posta elettronica) a tutti i ciittadini italiani all’estero puo’ripristinare i rapporti diretti con la Madre Patria ed un incremento dell’export del Made in Italy. Nel 2001 passo’ la legge costituzionale sul voto all’estero, una legge controversa e unica al mondo, con una rappresentanza seppur minima in rispetto a quella nazionale, 18 parlamentari su 4 milioni di cittadini, quando invece sarebbero dovuto essere, secondo gli articoli 65/57, 33 alla Camera e 12 al Senato, con il voto passivo. Non parliamo poi del diritto al voto eguale sancito dall’articolo 48, incostituzionale discriminare il cittadino in base alla residenza. A distanza di tre anni assistiamo ad ulteriore policiticizzazione dell’associazionismo, istituzioni enti e comitati all’estero da parte dei partiti italiani e parlamentari eletti all’estero, con il rischio di trovarci fra alcuni anni con un pugno di mosche nelle mani. Un’ennesima riflessione, tutto cio’ e stato possibile grazie alla compiacenza dei Comites e Cgie, per la quale hanno preferito le nicche e le riserve ad una “politica” del fare, pochissimi sono stati i loro interventi alla tutela di tutti i cittadini residenti all’estero, oggi occorre da parte di questi un netto distacco dagli eletti all’estero e un riavvicinamento a quel che fu l’associazionismo di tanti anni fa. Per concludere la “arringa” e avvelere la mia tesina, vorrei fare una domanda doverosa al Segretario generale del Cgie Elio Carrozza: “ che fine ha fatto il suo Vice? Credo vive ancora a Londra?

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