Narducci: La Finanziaria 2010 ancora una volta penalizza le comunità  italiane all’estero

La manovra finanziaria 2010 non entusiasma nessuno, figuriamoci gli italiani residenti all’estero che non godono certamente di considerazione da parte di questo Governo. Dopo l’approvazione in prima lettura al Senato, è iniziata in questi giorni la sessione di bilancio annuale e pluriennale alla Camera dei Deputati e le Commissioni permanenti hanno già espresso gran parte dei pareri di loro competenza sulla manovra e sugli emendamenti presentati. Pareri da inviare alla Commissione Bilancio, il terminale del lavoro delle commissioni prima che il tutto giunga in aula per la discussione e l’approvazione.

Ieri (mercoledì 25) la Commissione affari esteri e comunitari ha espresso il parere sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l’anno finanziario 2010 (Tabella 6). Un parere importantissimo per le comunità italiane emigrate visto che il bilancio del MAE contiene la parte più corposa delle risorse destinate alle attività per i cittadini italiani residenti all’estero, attività già “bistrattate” dalla legge finanziaria 2009 e da altri provvedimenti che l’avevano preceduta. Dopo essere stati esclusi dall’abolizione dell’ICI sulla prima casa, dopo la drastica riduzione di tutti i capitoli di spesa riguardanti l’estero attuata, come detto, nel 2009, dopo le chiusure degli uffici consolari previste dalla manovra di “riorganizzazione” del Governo, il mondo dell’Italia all’estero dovrà ora fare i conti con i tagli alla Dante Alighieri (meno 25% nel 2009, in corso d’opera) e agli Istituti italiani di cultura, per i quali è iniziato un vero e proprio percorso di selezione, oltre che con la ulteriore riduzione di alcuni importanti capitoli di spesa (vedi Assistenza diretta).

La manovra finanziaria 2010, oltre a sottovalutare gli interventi in favore dei nostri connazionali nel mondo, penalizza anche le politiche di aiuto allo sviluppo progettate nell'ottica dei temi globali discussi in varie riunioni del G8 e del G20: dalla promozione dei diritti umani e la stabilizzazione delle aree di crisi, fino al rafforzamento della rete commerciale e culturale. Passato il tripudio e le dichiarazioni d’impegno solennemente pronunciate in occasione del G8 a L’Aquila, il Governo e la sua maggioranza hanno bocciato perfino l’emendamento (Quartiani, Narducci, Fedi e altri) teso ad onorare gli impegni internazionali assunti dall’Italia e volti a realizzare gli “Obiettivi del millennio” fissati dalle Nazioni unite e gli impegni assunti al G8 di Gleneagles (Scozia) che prevedono di destinare all’APS almeno lo 0,51% del proprio PIL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015, nonché di attuare gli impegni promossi dalla Presidenza italiana del G8 nello scorso mese di luglio e assunti ne “L’Aquila Joint Statement on Global Food Security”. Una bocciatura oltremodo paradossale, visto che tali impegni erano stati oggetto, qualche settimana fa, di una mozione votata all’unanimità dall’intera Camera dei Deputati.

Al Ministero degli esteri questa finanziaria destina soltanto lo 0,4 per cento del bilancio complessivo dello Stato, una cifra inadeguata per un Paese che vuole recitare un ruolo internazionale rilevante, adempiere gli obblighi internazionali sottoscritti ed erogare servizi ai propri cittadini residenti all’estero. Vi è una diminuzione di stanziamento al MAE di oltre 89 milioni di euro, che si aggiunge a quella assai consistente – circa 500 milioni – operata l’anno passato, che rende difficile addirittura la ordinaria attività del Ministero.

Gli emendamenti presentati dal PD, bocciati in Commissione affari esteri, si propongono di migliorare alcune opportunità d’intervento per gli italiani all’estero, “trattati alla stregua dell'ultima ruota del carro” come ho sottolineato nel mio intervento in Commissione ricordando anche che con “la gestione del Ministro D'Alema il bilancio della Farnesina aveva finalmente visto “un'inversione di tendenza, in senso positivo, in termini percentuali sul PIL” ed ho evidenziato che esiste un problema di fondo legato alla “strategia politica generale per cui i fini non sono suffragati dai mezzi necessari”. Occorre ricordare, infatti, che le poche cose fatte dall’attuale Governo per gli italiani residenti all’estero (Conferenza dei giovani italiani nel mondo, Museo dell’emigrazione) sono state realizzate con i fondi stanziati dal Governo Prodi, fondi con cui si sta realizzando anche l’informatizzazione della rete consolare mondiale nell’ambito del progetto per l’erogazione dei servizi consolari a distanza.

Come primo firmatario, assieme ad altri colleghi, ho presentato emendamenti in Commissione Esteri tesi ad includere gli italiani emigrati nel provvedimento di esenzione ICI e di detrazione dei carichi di famiglia, nonché a recuperare risorse ai capitoli della Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie del Ministero degli Affari esteri, in particolare per l’insegnamento della lingua italiana, l’assistenza e le iniziative a sostegno della rete di comunicazione per gli italiani all’estero e per ripristinare la dotazione finanziaria assegnata all’attività della Dante Alighieri.

Purtroppo l’insensibilità del governo ha determinato la bocciatura di tali emendamenti, per cui non resta che riproporli direttamente in Commissione bilancio e da ultimo in aula; ma se “il buongiorno si vede dal mattino” …Non resta che appellarsi ai parlamentari della PDL eletti all’estero affinché la maggioranza che sostengono capisca quale grave danno si sta arrecando alle nostre comunità nel mondo e le faccia fare marcia indietro.

Franco Narducci.

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