Ieri alla luce della decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ho emesso il seguente comunicato- stampa
CROCIFISSO – BORGHESI (IDV): “SENTENZA RISPETTA PRINCIPIO LIBERTA’ RELIGIONE”
“Non ne vogliamo fare una questione di guerra di religione ma, in linea di principio, la Corte non poteva che decidere come ha fatto, perché l’attuazione del principio di libertà di religione e di culto, ed il fatto che la scuola pubblica sia frequentata da persone che professano religioni diverse, non può portare a rendere obbligatorio quello che, ad ogni evidenza, è il simbolo di una religione” lo dichiara in una nota l’on. Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo IDV alla Camera. “Parlare di sentenza aberrante e lesiva della nostra identità ci sembra esagerato rispetto al tema del contendere. C’è solo da sperare, a questo punto, che a nessuno venga in mente di dire che anche la Corte europea dei Diritti dell’Uomo sia un covo di comunisti” conclude Borghesi.
Dalla vicenda traggo alcune riflessioni e principi:
Non si dovrebbe mai dimenticare che la Corte Europea (come tutti gli organismi europei) parla a tutta Europa e non solo all’Italia
Stabilire un principio diverso vorrebbe dire che in materia di libertà fondamentali si decide a maggioranza: per la libertà di culto, oggi i cristiani, ma domani i buddisti o i mussulmani
Sarebbe molto preoccupante per la Chiesa dover ammettere che la forza di un’idea come quella del cristianesimo si difenda attraverso la presenza del crocifisso nelle scuole pubbliche
Ieri alcuni giornali europei on line come le Figaro ed il Times non hanno neppure dato la notizia della sentenza. Forse che i francesi o gli inglesi sono meno cristiani degli italiani?
Un dibattito così acceso in Italia mi fa sospettare che in realtà la sentenza sia solo strumentale ad altre questioni in sospeso, come quella del testamento biologico, sulla quale Berlusconi, per farsi perdonare le sue “scappatelle” ha dato garanzie alle gerarchie ecclesiastiche