BERLUSCONI E IL VATICANO

Di Elio Rindone

È ingiustificato stupirsi delle critiche sfumate e piene di garbo Rivolte dall'autorità ecclesiastica al Governo Berlusconi. L'atteggiamento vaticano non è affatto frutto di una scelta estemporanea: al contrario si muove nel solco di una lunga tradizione. La Chiesa infatti ha firmato Concordati con Napoleone, Hitler, Mussolini, non proprio esemplari Cristiani

I fatti di sapore boccaccesco di recente narrati dalla stampa, ma forse anche i meno recenti Sottoposti Comportamenti più volte al vaglio dell'autorità giudiziaria, non permettono di considerare lo stile di vita dell'attuale presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, Particolarmente Coerente con la morale cattolica. Da questo punto di vista, e giudicando evidentemente le azioni e non le coscienze, Appare più Indubbiamente in sintonia con l'etica tradizionale il tenore di vita dell'Ex Presidente del Consiglio Romano Prodi.

Si capisce, quindi, Perché MOLTI cattolici, Che Ricordano le dure prese di posizione delle gerarchie vaticane nei Confronti del Governo Prodi, non nascondano il Loro Stupore e la Loro indignazione di fronte alle critiche sfumate e piene di garbo Rivolte dall'autorità ecclesiastica al Governo Berlusconi.

Ora, Mentre l'indignazione mi pare assolutamente condivisibile, Specialmente se si traduce in azioni conseguenti, lo stupore mi sembra invece del tutto ingiustificato, dato Che l'atteggiamento vaticano non è affatto frutto di una scelta estemporanea: al contrario si muove nel solco di una lunga tradizione. Vieni Giustamente ha osservato Vittorio Messori, “In Quanto Rappresentanti dell'Istituzione ecclesiale il segretario di Stato e il presidente della Cei non Hanno Ruolo di direzione spirituale. La Chiesa ha firmato Concordati con Napoleone, Hitler, Mussolini, non proprio esemplari Cristiani. […] Se la Chiesa giudicasse i vizi privati Potrebbe non collaborare, come fa, con politici Dalla vita privata censurabile e condannabile “(Corriere della Sera, 26/5/09).

Ma se da secoli la Gerarchia ecclesiastica ha sempre cercato l'intesa con i detentori del potere, purchè QUESTI promuovessero anche per via legislativa la sua influenza sulla società, è evidente Che La situazione attuale non è un incidente di percorso. La Questione, in effetti, è molto più grave: SI TRATTA DI UNA scelta Che non Dipende da questo o quel papa ma ha un ben preciso Fondamento teorico. Se si ripercorrono le tappe di dottrinale Sviluppo racconto, infatti, la politica vaticana Appare perfettamente Coerente e Tutt'altro Che imprevedibile.

Il potere deriva da Dio

Stando ai Vangeli, Gesù non Aveva una buona opinione delle Autorità Politiche: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse ei grandi esercitano su di esse il potere. Non così Dovra Essere Tra voi »(Matteo 20, 25-26). E i Vangeli Presentano i capi religiosi ADDIRITTURA provengono i più accaniti avversari di Gesù: «I Sommi Sacerdoti e le guardie gridarono: Crocifiggilo, crocifiggilo!» (Giovanni 19, 6). L'annuncio Originario, in effetti, Appare come un messaggio pericoloso per tutti Coloro Che gestiscono una qualche forma di potere: il Signore “ha rovesciato i potenti dai Troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato uno Mani vuote i ricchi “(Luca 1, 52-53).

Infatti, nel corso dei primi secoli i cristiani Saranno rifiutati dai capi religiosi di Israele e subiranno varie persecuzioni da parte dell'impero romano. E nel potere di Roma, La Nuova Babilonia, garante di un ordine Che giudicano intollerabile, le prime comunità cristiane vedono La Fonte di Ogni Corruzione: «La donna era ammantata di porpora e di Adorna SCARLATTO, d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte Aveva scritto un nome misterioso: Babilonia la Grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra »(Apocalisse 17, 4-5).

L'atteggiamento dei cristiani nei Confronti del potere, però, cambia radicalmente nel IV secolo Quando l'Impero legalizza, con Costantino, la Loro Professione di Fede ADDIRITTURA E, con Teodosio, la Rende obbligatoria. Venite a non collaborare con Imperatori Che si pronunciano A favore del cristianesimo? Loro se Usano il potere uno Vantaggio ecclesiastica dell'Istituzione e dei Suoi Valori, Sembra inevitabile FORNIRE Loro Ogni appoggio, Quale CHE SIA Loro la condotta privata. Del resto, è sempre possibile Trovare Nella Scrittura Passi Che Passano giustificare l'obbedienza all'Autorità. In proposito il testo più utilizzato Sarà Quello di Paolo Nella Lettera ai Romani: “CIASCUNO stia sottomesso alle Autorità costituite, poichè non c'è Autorità se non da Dio e quelle Che ESISTONO sono stabilité da Dio” (13, 1).

Non stupisce, quindi, Che Agostino d'Ippona (354-430), Che ha Vissuto buona parte della sua vita sotto un impero divenuto cristiano, nel De civitate Dei Elogi, senza accennare ad ALCUN Loro comportamento riprovevole, i politici Che Hanno la Protetto Chiesa. Anzitutto Costantino: “Il buon Dio […] colmo Costantino, Che non propiziava i demoni ma adorava lo stesso Dio vero, di tanti favori terreni quanti non si oserebbe desiderare. […] […] Egli fu sempre vittorioso nel dirigere e condurre le Operazioni belliche, ebbe successo sotto ogni aspetto nell'eliminare gli usurpatori, mori già avanti negli anni di malattia e di vecchiaia e lascio l'impero ai figli “(V, 25); e poi Teodosio, che” Dall'inizio dell'impero non cesso di soccorrere con leggi giuste e Clementi contro i miscredenti la Chiesa travagliata. […] Diede ordine Che gli idoli dei pagani fossero abbattuti In ogni parte dell'impero Perché capiva Che anche i valori terreni non sono posti in potere dei demoni ma del vero Dio “(V, 26,1).

Egli stesso, d'altronde, come Vescovo si era Reso Conto di Fosse Quanto importante godere dell'appoggio del potere politico. Terminata, infatti, la persecuzione scatenata nel 303 da Diocleziano, tanti credenti Che avevano Abbandonato la Fede Loro Erano tornati al cristianesimo, e Soprattutto Ciò Aveva provocato, in Africa, una profonda divisione tra chi era disposto al perdono e chi chiedeva la Loro definitiva esclusione Dalla Chiesa. Questi ultimi, donatisti Chiamati '' dal nome di un Loro leader, il Vescovo Donato, non riconoscevano, perciò, i Sacerdoti ei vescovi consacrati da chi Aveva tradito la fede e ritenevano Che i sacramenti non fossero validi se non amministrati da persone degne.

La situazione era complicata anche dal Fatto Che il movimento donatista si diffondeva uno macchia d'olio Perché sosteneva le rivendicazioni dei contadini in lotta contro i grandi proprietari terrieri, protetti da Roma, i Quali, pur dicendosi cristiani, continuavano a sfruttarli: i credenti, affermavano infatti i donatisti, Hanno il diritto di giudicare anche i Comportamenti delle Autorità terrene alla luce del vangelo. In Africa, quindi, Accanto a centinaia di vescovi cattolici ce ne Erano altrettanti donatisti e tra le fazioni a causa la convivenza non era affatto facile: le violenze Erano anzi all'ordine del giorno era ed urgente porvi fine. Ebbene, Agostino si impegna a fondo Nella lotta contro le idee dei donatisti, Che a suo parere, attribuendo ai Fedeli il diritto di giudicare la condotta delle Autorità Politiche e religiose, e Percio di rifiutare obbedienza a chi Fosse ritenuto indegno, renderebbero impossibile una società ordinata e pacifica.

I laici cristiani, invece, secondo Agostino non possono rifiutare l'Autorità di Vescovi e Sacerdoti debitamente consacrati Perchè l'Efficacia della Loro azione non Dipende Dalla Loro dirittura morale ma da Dio stesso, si che servono di Loro vengono di semplici strumenti: un sacramento amministrato da un prete indegno ha Percio gli Stessi effetti per chi Lo riceve Quello di amministrato da un prete Dalla condotta esemplare.

E non è diversa La situazione per Quanto Riguarda le Autorità terrene: Bisogna prestare obbedienza anche a Sovrani oa padroni ingiusti. Agostino sa bene, infatti, Che in genere i detentori del potere politico agiscono per brama di dominio e di ricchezza, tanto Che Ciò che Distingue i governanti dalle bande di briganti Spesso è solo l'Entità delle Loro rapine: “Se la banda malvagia Aumenta con l'aggiungersi di uomini perversi tanto Che Possiede Territori, stabilisce residenze, profes città, sottomette popoli, assume più apertamente il nome di Stato Che gli è accordato Ormai Nella realtà dei fatti non Dalla Diminuzione dell'ambizione di possedere ma da una maggiore sicurezza nell'impunità “(De civitate Dei IV, 4). Ma questo non è un motivo Sufficiente per non riconoscerne l'Autorità Perché ribellarsi ai superiori – lo afferma esplicitamente Paolo – significherebbe opporsi “all'ordine stabilito da Dio [… E quindi attirarsi] addosso la condanna “(Rom 13, 2).

Del resto Agostino sta elaborando una visione sempre più pessimistica della natura umana, segnata dal peccato originale: non CI SI PUÒ illudere di Creare una società giusta in un mondo di Peccatori. Se le ingiustizie sono inevitabili, l'accettazione delle sofferenze terrene accresce i nostri Meriti e ci prepara al Premio Celeste. La Bibbia, infatti, non Invita alla ribellione ma alla rassegnazione: una lettera attribuita uno Pietro, per esempio, esorta i servi uno restare sottomessi ai padroni QUESTI Quando anche fossero 'malvagi' (non e 'Difficili', come suona l'attuale traduzione ufficiale). Ecco il testo, Nella versione latina usata da Agostino: “Servi, subditi estote in omni timore Dominis, non tantum bonis et modestis Pravis sed etiam” (1 Pietro 2, 18).

La coscienza della fragilità dell'Uomo di fronte alla seduzione del peccato inducono, poi, Agostino uno RIVEDERE le Sue Posizioni Riguardo all'opportunità di imporre la fede con l'aiuto dello Stato. Infatti, Mentre prima riteneva che “nessuno dovesse Essere Condotto per forza all'unità di Cristo, ma si dovesse AGIRE con solo la parola” (Lettera 93, 5,17), cambia idea in seguito ai brillanti risultati Conseguiti col ricorso alla repressione. Le conversioni ottenute con le Minacce e con le punizioni si moltiplicano e anche tanti contadini tornano alla chiesa grazie alle frustate dei padroni Loro, come Accade per esempio uno Tagaste, la sua “città natale, Che Mentre prima apparteneva interamente al Partito donatista, s ' poi convertita alla Chiesa Cattolica per paura delle sanzioni Imperiali era “(ivi). Questa esperienza ha, quindi, RAFFORZATO Agostino Nella convinzione Che Bisogna obbedire sempre, anche se fossero colpevoli dei delitti Peggiori, non solo ai Responsabili religiosi ma anche a Quelli politici, IL CUI Sostegno è di Grande Vantaggio per la Chiesa nell'adempimento della sua missione : Guidare gli uomini all'eterna salvezza, l'unica cosa Che Conti assolutamente.

… E quindi dal Papa

Come in altri campi, anche per Quanto Riguarda La Concezione del potere le idee di Agostino avranno enorme successo e diventeranno Dottrina ufficiale della chiesa. Pochi anni dopo la sua morte infatti, il vescovo di Roma Leone I (440-461) ELABORA una ecclesiologia di tipo monarchico Che si consoliderà nel corso dei secoli, tanto Che Il suo autore per certificati versi PUÒ Essere Considerato il primo vero e proprio papà della storia: la Chiesa è una società gerarchica al CUI Vertice c'è il successore di Pietro, responsabile di tutta la Cristianità, poi i Vescovi, Responsabili delle Chiese locali, e infine il clero da ultimo i semplici Fedeli.

Questi ultimi non possono esercitare ALCUN controllo sull'autorità Perchè il potere non Viene dal basso ma dall'alto. Attraverso i Suoi successori è “Pietro [… ] non abbandona il Governo della Chiesa che “sicché, afferma Leone, è giusto che” si Onori Nella mia persona umile colui nel Quale persevera la sollecitudine di tutti i pastori e la cura delle pecore Che gli sono affidate Stato, E LA CUI Dignità non Viene meno neppure nell'indegno successore “(Terzo Discorso di S. Leone Nel suo giorno natalizio, Tenuto nell'anniversario della sua consacrazione). Ispirandosi al diritto romano, Leone Quindi sostiene che, come l'erede acquista lo stesso status del defunto, così il papa Eredita la Pienezza dei Poteri di Pietro. Grazie a questa distinzione tra la Dignità del Ministero Apostolico el'eventuale indegnità di chi ricopre Quella carica, la chiesa ha così assicurato la Stabilità di un'istituzione Che ha resistito nei secoli Nonostante La presenza di tanti Pastori davvero indegni.

Se questa teoria ha RAFFORZATO L'Istituzione Però ha privato i credenti del diritto di giudicare l'operato delle Autorità ecclesiastiche alla luce dei Criteri evangelici e li ha Trasformati in un gregge la fedeltà CUI VA Misurata col metro dell'obbedienza. E non va sottovalutato il Fatto Che Il primato del Vescovo di Roma teorizzato da Leone e Stato imposto per legge. Infatti Nel 445,, l'imperatore d'Occidente Valentiniano III (425-455) Emana un editto Che afferma che, in Virtù dei Meriti di Pietro e della dignità di Roma, Il suo Vescovo ha sempre avuto e primato della storia Che Ogni decisione Chiesa di Roma ha in tutta la Cristianità Valore di legge, la CUI Violazione costituisce reato di lesa maestà. Che si capisce nel racconto contesto Leone Possa non preoccuparsi troppo dei delitti commessi da Valentiniano, come del resto Agostino non si era preoccupato di Quelli commessi da Onorio (393-423), predecessore e zio dello stesso Valentiniano.

Nel Medioevo, Il potere della sede romana SI RAFFORZA Progressivamente: se nel Natale dell'800 è il papa Leone III Che da la corona imperiale uno Carlo Magno, nel 1075 Gregorio VII Proclama Che al Papa spetta il diritto di giudicare l'operato dell ' Autorità politica e Percio à lui “è lecito deporre l'imperatore” (Dictatus Papae, 12), Mentre il papa, “santificato dai Meriti del Beato Pietro” (ivi, 23), “nessuno lo PUÒ giudicare” (ivi, 19) . Alla fine del XII secolo Innocenzo III ad affermare Arriverà con Un'immagine molto efficace che “come la luna Riceve la sua luce dal sole […] similmente il potere regio deriva dall'autorità papale lo splendore della propria Dignità” (Lettera Sicut universitatis conditor ). Ormai è fuori discussione Che il potere Viene dall'alto e che c'è una sola Autorità suprema, Quella del Papa, DA CUI dipendono anche i Sovrani, I CUI Poteri possono eventualmente Essere LIMITATI dal Papa ma non dai sudditi. E infatti nel 1215 Innocenzo III Annulla con la Magna Charta libertatum CUI Giovanni Senza Terra accettava RESTRIZIONI al Suo potere imposte dal basso: i baroni inglesi, Che con quel documento avevano strappato al re una serie di diritti, appunto Vengono scomunicati Perché Hanno usurpato una prerogativa Che spetta solo al pontefice.

Le politiche Autorità, in sostanza, agiscono solo su delega del Papa, come agli inizi del '300 dichiarerà esplicitamente Bonifacio VIII: “in questa unica e sola Chiesa ci sono un corpo solo e una sola testa, non dovuto, Come se fosse un mostro [… E quindi] ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e materiale Quella [simboli dell'autorità spirituale e temporale]; una invero DEVE Essere impugnata per la Chiesa, l'altra Dalla Chiesa, la seconda dal clero, la prima Dalla mano di re o cavalieri, ma secondo la Volontà e col permesso del clero, Perché é necessário Che una spada dipenda Dall'altra E che l'Autorità temporale SIA soggetta uno spirituale Quella “(Bolla Unam sanctam).

In questa prospettiva, se non resta alcuna autonomia agli Imperatori, è evidente Che uno Maggior ragione i sudditi possono solo obbedire al Papa e ai Sovrani, sempre Che Siano costoro da lui approvati. Questa obbedienza, con Proclama la massima Solennità Bonifacio VIII, è infatti Condizione imprescindibile per la salvezza: “Pertanto noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo e affermiamo Che è assolutamente Necessario per la salvezza di Ogni creatura umana Che questa SIA sottomessa al Romano Pontefice” (ivi ). Privati del diritto di giudicare l'operato delle Autorità Politiche, e ancor più di quelle religiose, e obbligati uno un'obbedienza incondizionata, i Fedeli sono così ridotti alla Condizione di eterni minorenni.

Nessuno ci può giudicare

Quando comincia ad affermarsi la modernità, queste vecchie idee evidentemente Vengono messe in discussione e alla fine del Settecento nei Paesi all'avanguardia dal punto di vista economico e culturale si diffondono Quei Principi di libertà e uguaglianza Che sono incompatibili con la teoria tradizionale secondo la Quale Il potere Viene dall'alto ei sudditi debbono solo obbedire. Quindi Si comprende come, da poco scoppiata la Rivoluzione Francese, nel 1791 Pio VI ritenga necessario intervenire subito per ribadire che, Perché gli uomini Passano vivere in società, i diritti di libertà debbono essere “vincolati dalle leggi e Dalla suprema potestà dei Regnanti; da Ciò consegue Direttamente Ciò che insegna Sant'Agostino Dicendo: È un Patto generale della società umana ubbidire ai Propri Re. Pertanto, questa potestà non deriva tanto dal contratto sociale, quanto da Dio stesso, autore del retto e del giusto. Ciò Affermo puro Nella lettera l'Apostolo ai Romani, cap. 13, 1 “(Quod aliquantum). Segue E, come era facile prevedere, la famosa citazione di Paolo Secondo la Quale Ogni potere proviene da Dio e chi si ribella si avvia alla Dannazione.

Gli interventi Pontifici non valgono ovviamente ad arrestare la progressiva presa di coscienza dei valori di libertà e uguaglianza. Invano, infatti, riassume Pio IX nel Sillabo del 1864 Molteplici le condanne già pronunciate, rigettando tutte le idee nuove e proclamando Che il Romano Pontefice non PUÒ Né DEVE “riconciliarsi e venire uno composizione col progresso, col liberalismo e colla moderna civiltà” (LXXX ). Eppure, alla fine dell'Ottocento, sebbene l'idea della Sovranità Popolare trovi sempre nuovi sostenitori e la tesi dell'origine divina del potere appaia un relitto del passato, torna Leone XIII a ribadire la tradizionale Concezione e anzi ne offre la Formulazione più compiuta .

ESSENDO Nella sua ottica fuori discussione l'Autorità religiosa, il papa si preoccupa di ribadire Che i detentori del potere politico – Che lo abbiano ottenuto per motivi dinastici o in seguito al voto popolare oa un colpo di stato Coronato da successo – in ultima analisi lo ricevono da Dio: perciò, poichè “l'Autorità di chi governa proviene da Dio”, per i cittadini “è giusto e doveroso Seguire i dettami dei Principi e tributare ossequio Loro fiducia e con Quella sorta di devozione Che i figli devono ai genitori. […] Il potere Spregiare Legittimo, in s'incarni Esso Qualsiasi persona, non è lecito più di Quello che SIA l'opporsi alla Volontà divina: chi si oppone uno questa, precipitazioni in Rovina volontaria. “(Immortale Dei, 1885 ).

Se il potere 'in s'incarni Esso Qualsiasi persona' Viene dall'alto, è evidente Che i Sovrani “Loro tra i più sacri doveri devono porre Quello di Favorire la religione, difenderla con la Loro benevolenza, proteggerla con l'Autorità e il consenso delle leggi, nato Adottare Qualsiasi decisione o Norma CHE SIA contraria alla sua Integrità “(Ivi). In tutte le Questioni attinenti alla religione devono Quindi sottomettersi al Magistero della Chiesa, Perché “Tutto Ciò che Nelle cose umane abbia in qualche modo uno Che fare col sacro, tutto Ciò che riguardi la salvezza delle anime e il culto di Dio, racconto SIA Che per sua natura o Che appaia racconto per bene IL CUI si riferisce, TUTTO CIO Cade sotto l'Autorità e il giudizio della Chiesa “(ivi).

Promuovere l'influenza della Chiesa sulla società – Leone XIII ci tiene uno sottolinearlo – è nell'interesse stesso del potere politico: infatti, “Le ragioni della religione e dell'impero sono così congiunte STRETTAMENTE Che Quanto Viene Quella di uno scadere, di Altrettanto diminuiscono l'ossequio dei sudditi e la maestà del comando “(Quod Apostolici muneris, 1878), Mentre l'obbedienza alle leggi è favorita” Dalla religione, la Quale con la sua forza influisce Sugli animi, e piega Le stesse Volontà degli uomini affinchè obbediscano ai reggitori non Soltanto con l'ossequio, ma altresì con la benevolenza e con la carità “(Diuturnum, 1881).

Nel Novecento, con l'Eccezione della breve parentesi del Concilio Vaticano II, la Concezione del potere, non solo religioso ma anche Quello Quello temporale, non cambia. Certo, avanzando il processo di secolarizzazione e diffondendosi i Regimi democratici, diventa più difficile pretendere Che le leggi Siano confor ai dogmi della religione cattolica. Occorre, quindi, un escamotage Trovare Che consenta di mantenere la propria influenza sulla società. Ed ecco la soluzione: al Magistero spetta il Compito di Valutare l'operato dei governanti se non alla luce di una fede particolare, Cattolica Quella, Almeno sulla base della ragione, Capace di stabilire Principi universali fondati sulla natura umana.

La democrazia intesa nell'accezione corrente, e cioè come Attuazione della Volontà di una maggioranza formatasi in seguito uno libere elezioni, Non sarebbe infatti un Valore Assoluto. L'opera del legislatore, per Essere davvero Democratica, attenersi DEVE, sostiene Giovanni Paolo II, ai Principi della legge naturale: “La democrazia non PUÒ Essere mitizzata […]. Fondamentalmente, essa è un «ordinamento» e, come tale, uno Strumento di non ammenda e delle Nazioni Unite. […] Il valore della democrazia sta o cade con i valori Che questa incarnazione promuove e […]. Alla base di QUESTI valori non possono esservi provvisorie e mutevoli «maggioranze» di opinione, ma solo Il riconoscimento di una legge morale obiettiva Che, in Quanto «legge naturale» iscritta nel cuore dell'Uomo, è punto di riferimento normativo della stessa legge civile “(Evangelium vitae n. 70, 1995).

Ma della legge naturale la chiesa romana ovviamente si Proclama infallibile custode, e Percio la Sostanza non muta Perché ancora oggi la Gerarchia ecclesiastica Continua a rivendicare il diritto di richiamare i Parlamenti di quell'insostituibile Rispetto al 'punto di riferimento normativo', anche se, con terminologica svolta abile, i giudizi espressi dal Magistero sulla Legislazione degli Stati sono Presentati non venire esercizio di potere ma come forma di servizio. È evidente, quindi, Che il Vaticano si sentirà tanto più in sintonia con un Governo Quanto più Esso si mostrerà disposto ad accettare la sua supervisione e su Ciò nessun ripensamento Sarà possibile per le critiche ed eventuali di associazioni cattoliche e di singole personalità del laicato o del clero, verso CUI SI mostrerà Tuttavia Comprensione venire nei Confronti delle proteste di ragazzi un po 'ingenui e indisciplinati. Le scelte della Gerarchia ecclesiastica infatti – è ancora questa la teoria vigente – non possono Essere giudicate da nessuno, Mentre ad essa e non ai semplici Fedeli spetta il Compito di giudicare l'operato dei governanti.

Maggiorenni e minorenni

Se questa è la dottrina, non CI SI PUÒ Quindi stupire affatto del Sostegno delle gerarchie vaticane al presidente Che Berlusconi, poco prima di recarsi in Vaticano, alla trasmissione di Canale 5 'Panorama del giorno' dichiara: “L'attività del Governo non PUÒ Che compiacere il Papa e la sua Chiesa. parte della Siamo Dalla Chiesa. Crediamo nei valori della tradizione cristiana, nel Valore irrinunciabile della vita, nel ruolo della famiglia e Nella difesa dei diritti umani “(6/6/2008). Tanto Più che alle parole Seguono i fatti: difesa della famiglia tradizionale, Tutela della vita dal concepimento al Suo naturale Termine, Finanziamento della scuola cattolica …

Il precedente Governo, invece, non solo Aveva proposto di Riconoscere Alcuni diritti alle coppie di Fatto, anche se omosessuali, MA ADDIRITTURA Il Presidente Prodi formulava una tesi di carattere generale: i cattolici adulti, anche se laici, devono assumersi la responsabilità di Decidere autonomamente Seguendo la propria coscienza ei governanti devono Avere come punto di riferimento non i diktat vaticani ma la Costituzione Repubblicana. Per le gerarchie ecclesiastiche SI TRATTA evidentemente di una tesi inaccettabile Perché Mette in discussione la Loro pretesa di modellare per mezzo di docili governanti – sinceri credenti o atei clericali, poco importa – i costumi della società.

Ma senza la collaborazione dello Stato il Magistero ecclesiastico non riuscirebbe uno imporre i Propri Valori. Lo si è visto già nell'Ottocento: la secolarizzazione della Società Europea è Stata una conseguenza dello stato liberale, Che teorizzava la separazione tra sfera politica e religiosa. Ben a ragione Pio IX Aveva condannato tempestivamente la tesi per cui “è da separarsi la Chiesa Dallo Stato e lo Stato Dalla Chiesa” (Sillabo LV). ED ESSENDO L'uomo oggi, Che ancor più ai tempi di Agostino, incapace di resistere alla forza di seduzione del peccato, privare i Principi Morali iscritti Nella stessa natura umana del Sostegno della legge e affidarli al semplice convincimento interiore significherebbe Operare per la scristianizzazione di Una società Che diverrebbe al Contempo sempre più disumana.

Ecco perchè Tra i due uomini politici il Vaticano non PUÒ Che preferire Berlusconi. L'ha spiegato con tutta la chiarezza desiderabile l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga: «Alla Chiesa molto importa dei Comportamenti privati. Ma tra un Devoto monogamo Che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine Invece Che Da una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine »(La Stampa, 8/5/2009).

Verissimo: il patto d'acciaio Che Vincola il Vaticano all'attuale Governo nasce da un plurisecolare insegnamento, sintetizzato efficacemente, come abbiamo RICORDATO, Legittimo potere da Leone XIII: il cristiano ha il dovere di obbedire al ', in Esso Qualsiasi persona s' incarni 'e la chiesa buon diritto uno apprezza tanto più un Governo Quanto più Esso è docile al Suo Magistero, perche' tutto Ciò che Riguarda la salvezza delle anime […] Cade sotto l'Autorità e il giudizio della Chiesa '.

D'altronde, se la Gerarchia si permettesse di contestare i governanti corrotti, SAREBBE facile rinfacciarle l'obbedienza richiesta anche nei Confronti dei Papi Responsabili delle Condotte più scandalose. Una critica esplicita alle Feste di Palazzo Grazioli e di Villa Certosa Potrebbe risvegliare la memoria, per esempio, della corte di Giovanni XII (955-964) Che da Papa continuo a Vivere tra sfrenati Piaceri, tanto che “Il Palazzo del Laterano divenne un vero E proprio bordello, per venire il papa amò circondarsi di belle donne e bei ragazzi, in una vita depravata e completamente estranea agli interessi ecclesiastici “(C. Rendina, I Papi Storia e segreti, Roma 2001, p. 328).

Potrebbe magari lontano venire l'idea di divulgare la condotta di Innocenzo VIII (1484-1492), il Che ebbe sette figli ma, poiche Erano troppi per attribuirli uno Una Sola amante, ne riconobbe solo a causa, Mentre “gli altri passarono per NIPOTI alla sua corte “(ivi p. 594); Aveva Percio” Una Famiglia A CUI pensare e, trascurando la Riforma della Chiesa, si preoccupò Esclusivamente di accumulare denaro in Qualsiasi modo per sistemare i Suoi Problemi domestici “(ivi, p. 595).

E Si potrebbe richiamare l'Attenzione anche sul pontificato di Leone X (1513-1521), il Che fu una festa continua. Mascherate carnevalesche, spettacoli Ispirati alla mitologia classica, fastosi banchetti e battute di caccia: “è indiscutibile Lussuria CHE E Corruzione dei costumi giunsero sotto Leone X alle forme più abiette” (ivi, p. 616).

Meglio, dunque, sorvolare sui Comportamenti decisamente disinibiti Venuti alla luce Nella primavera del 2009, anche se SI TRATTA di notizie Difficili da smentire dal momento Che lo stesso protagonista, da tempo separato di Fatto Dalla Consorte, le Aveva in qualche modo anticipare Nell'autunno del 2008. Infatti, Mentre arrivava all'una di notte in una discoteca di Milano, Alcuni “ventenni Davanti all'ingresso lo avevano punzecchiato: presidente, ma non è un po 'tardi per stare in giro? Se dormo tre ore, poi ho ancora energia per fare l'amore per altre tre. Presidente, ma non si ferma mai? Vi auguro di arrivare a settant'anni Nello Stato di forma in CUI CI sono arrivato io “(La Repubblica.it, 6/10/08).

Anzi, non ci si limitazioni uno sorvolare: si usano espressioni piene di Riguardo Come se nulla fossa accaduto. Provocando lo Sconcerto di una parte della Stessa opinione pubblica cattolica, Nell'estate del 2009 Benedetto XVI non rinuncia infatti uno ribadire la sua stima nei Confronti di un presidente del consiglio CUI La credibilità è in caduta libera: “Onorevole Signor Presidente, l Mentre imploro 'assistenza di Dio su tutti i presenti al prossimo G8 de L'Aquila […], colgo volentieri l'occasione per esprimerLe Nuovamente la mia stima e, assicurando la mia preghiera, Le porgo un deferente e cordiale saluto “(Lettera del uno Papà Silvio Berlusconi per il G8 de L'Aquila, 1/7/09).

In conclusione, nell'ottica della Gerarchia sono Più che giustificati SIA gli attacchi al Governo Prodi Che i toni felpati usati nei Confronti di Berlusconi. Ma se questa linea, Che Appare uno MOLTI SCANDALOSA, non è una sbandata dell'attuale gruppo dirigente vaticano, non CI SI PUÒ certo aspettare dal ricambio di Esso un Mutamento di rotta. Smettendola di stupirsi di fronte uno Comportamenti assolutamente prevedibili, la giusta indignazione Dovrebbe Piuttosto indurre i credenti a trovare il coraggio di porre in discussione la Concezione Cattolica del potere e la Stessa struttura gerarchica della chiesa così come si è consolidata da Quando questa si è Alleata con L'Impero di Roma. È infatti evidente Che i cattolici, finchè accetteranno di Essere Trattati Dalla Gerarchia venire minorenni in campo religioso, non potranno poi pretendere Che questa Loro riconosca il diritto di AGIRE da persone adulte in campo politico!
(27-10-2009)

Sabato 31 Ottobre, 2009 Ore: 17:24

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