“Donna-moglie” nei proverbi, nella letteratura e nella mentalita’ italiana

La professoressa Olga Butto insegna Lingua e Letteratura italiana a Krasnodar, nel profondo sud della Russia, vicino alle ridenti coste del Mar Nero, dove nel 2014, a Sochi, si terranno le Olimpiadi, e questo insegnamento che va avanti da solo cinque anni testimonia il profondo attaccamento della cultura russa per la cultura italiana, ritenuta una delle più profonde e valide culture umanistiche. Quest’anno ne sono usciti i primi laureati, campioni di un interculturalismo profondo e radicato. Olga, pronipote di un emigrato italiano, sposata e madre felice di una bimba di quattro anni, è attenta alla considerazione della donna nella tradizione popolare italiana e nella letteratura contemporanea più recente. In questo agile e spiritoso abrégé riassume i mutamenti avvenuti nella visione della donna sia nel costume che nella letteratura italiana del Novecento. Ancora una volta questa è la dimostrazione che l’insegnamento della lingua e della cultura italiana non è un retaggio dell’emigrazione, ma un vantaggio nella proiezione del Paese presso gli altri popoli.
Archimede L. Bontempi

Olga Butto, laureata in lingue e letterature moderne, insegna lingua e letteratura italiana alla Facolta` di Storia, Sociologia e Relazioni Internazionali della Kuban State University, Regione di Krasnodar nel Sud della Russia.
Ha pubblicato 15 articoli sull’espressione linguistica del concetto di matrimonio e di famiglia nella letteratura italiana, a partire dalla seconda metà del Novecento.
Di recente ha pubblicato, su riviste scientifiche russe, due lunghi articoli sul tema, dei quali ha riassunto qui di seguito gli elementi fondamentali.

di Olga Butto

Luigi Barzini nel suo libro “Gli italiani” definisce l’Italia “una cittadella in territorio ostile: entro le sue mura e tra i suoi componenti, l’individuo trova consolazione, soccorso, consiglio, nutrimento, prestiti, mezzi, armi, alleati e complici che lo aiutano nelle sue imprese” [2:252]. Il giornalista ritiene l’Italia non solo una nazione ma anche una federazione di famiglie. Nessun italiano che abbia famiglia è solo. La bandiera bianca, rossa e verde potrebbe avere una scritta, come motto nazionale : “tengo famiglia”, spiegazione e giustificazione di tutto.

Al concetto di “famiglia” sono collegati quello di “matrimonio”, e quello del ruolo di “donna-moglie”. Il matrimonio ha un posto molto importante nella categoria di valori per gli italiani ; e questo si riflette nel linguaggio.

Le peculiarità culturali dei concetti di “matrimonio” e “donna-moglie” sono espresse con intensità in proverbi e detti italiani; ma “saggezza popolare” e buon senso sono a volte fortemente condizionati dalla mentalità corrente con i relativi pregiudizi. Proverbi e detti dovrebbero essere indipendenti dai fattori temporali e personali [8:59].

Infatti essi si formano non solo per descrivere la società, ma soprattutto per interpretarla con oggettività di giudizio e devono essere in grado di convincere della loro verità e delle idee con essi espresse, in quanto rispondono alle esigenze della società contemporanea.

Il quadro della società creato dai proverbi riflette le peculiarità della “coscienza popolare”, “modello innocente del mondo” che trova espressione nel linguaggio e nella mentalità corrente.

La relazione tra l’informazione culturale contenuta nei proverbi e la vita della società si riflette nella scelta dei modelli e degli stereotipi che sono alla base dei proverbi, col relativo contenuto.

Proverbi e detti italiani correnti nel Nord Italia hanno creato il seguente stereotipo del carattere femminile: incostanza, volubilità, superficialità, autocommiserazione, verbosità; ma allo stesso tempo carattere forte e resistenza ai problemi della vita quotidiana : Le donne quando son ragazze han sette mani e una lingua sola: quando son maritate han sette lingue e una mano sola.

Ne “Il grande libro dei proverbi”, Anna Lisa Strada ci porta a concludere che la maggior parte dei proverbi riguarda aspetti negativi del carattere della donna :
• perfidia, capacità di rendere la vita dell’uomo insopportabile : Donne, danno fan uomini e li disfanno;
• volubilità: Donna e luna oggi serena e domani bruna;
• verbosità: E’ più facile trovar dolce l’assenzio che in mezzo a poche donne gran silenzio;
• capricciosità: La donna ha più capricci che ricci;
• ipocrisia : Le donne son sante in chiesa, angeli in strada, diavole in casa, civette alla finestra e gazze alla porta.

Nel Sud Italia lo stereotipo della donna riflette solo parzialmente quello dell’Italia del Nord. Proverbi calabresi e siciliani mettono in rilievo nella donna alcuni tratti caratteriali sopra indicati, ma allo stesso tempo sottolineano la sua “posizione dipendente” nella società: Fimmina a dicidott’anni o la mariti o la scanni (proverbio siciliano).

Nella maggior parte dei proverbi italiani la donna, la donna-moglie, richiamano alla mente problemi, affanni, complicazioni : Chi non fabbrica e non marita, non sa cos’è la vita.

Sulla base dell’analisi dei proverbi e dei detti dedicati al matrimonio e alla donna, si può formulare la sequenza “donna → moglie → matrimonio”, cioè : “tal donna tal matrimonio”.

La donna comporta problemi e complicazioni : Chi disse donna, disse danno; Le donne hanno lunghi i capelli ma corto il cervello.

La cattiva moglie è sinonimo di mali e guai : Chi piglia moglie, piglia doglie; Chi ha moglie, ha fatiche e doglie.

Il matrimonio infelice è fonte di sofferenze sia per gli uomini che per le donne, anche se si incontrano più proverbi che sottolineano guai per gli uomini : Chi si marita male, non fa mai carnevale ; Chi ha moglie al lato, sta sempre travagliato.

Per simboleggiare la donna-moglie la lingua ricorre non solo alla figura tradizionale del diavolo, ma anche a quelle delle immagini del “mare” e del “fuoco” come forze della natura distruttive : Di’ una volta a una donna che è bella, e il diavolo glielo ripeterà dieci volte ; Acqua, fumo e mala femmina cacciano la gente di casa ; Dal mare sale, e dalla donna male ; Donna e fuoco toccali poco.

Inoltre i proverbi italiani contengono dei simboli cristiani, come l’Inferno e il Purgatorio.

Questi hanno delle connotazioni nazional-culturali ulteriori che si rifanno alla “Divina Commedia” di Dante Alighieri : Chi ha cattiva donna ha l’inferno nel mondo, chi ha moglie cattiva ha il purgatorio in casa.

Prendendo in esame i proverbi italiani riguardanti il matrimonio, è facile notare che la moralità della vita di ogni giorno coesiste con il cosiddetto “codice morale”, la moralità “ufficiale”.

Da un lato troviamo proverbi a connotazione negativa : Chi si marita fa bene e chi no meglio, oppure, Chi non sa quel che sia malanno e doglie, se non è maritato prenda moglie. Ma non mancano, d’altro lato, proverbi a connotazione positiva : Senza moglie al lato, l’uom non è beato, oppure, Uomo senza moglie è uomo senza capo.

I proverbi riguardanti la donna e il matrimonio a connotazione positiva sono molto meno di quelli sullo stesso tema a connotazione negativa. Ciò si collega al ruolo secondario riconosciuto tradizionalmente alla moglie nel “matrimonio all’italiana”.

Solo a partire dalla seconda metà del ‘900 in Italia si rileva la tendenza al miglioramento dello status della donna-moglie nella famiglia. Si fanno strada pian piano valutazioni e proverbi a connotazione positiva : Chi incontra buona moglie ha gran fortuna ; La buona moglie fa il buon marito.

Infatti, per la linguistica, sono pieni di elementi su cui riflettere sia come testi che mantengono gli stereotipi culturali per anni, sia come modelli di comportamento che hanno delle particolarità nazional-culturali.

Vi è infatti in Italia anche un altro modo di considerare la posizione della donna nella società. La donna si idolatra, si adora, si rispetta. In Italia le donne sono abbastanza emancipate, fanno in pratica sempre di testa loro ; però è anche vero che a loro piace far finta di essere “pecorelle obbedienti”. In realtà si tratta di mera ipocrisia, perche è la donna che in effetti comanda in casa : Il capo sono io, ma chi comanda è mia moglie.

Dietro ogni grande italiano v’è una grande donna : moglie, amante, più spesso madre. Le mogli italiane sono chiamate “regine della casa”, coccolano e viziano i loro figli, l’intera nuova generazione che non riesce a sopravvivere fuori della famiglia in quanto non è in grado di affrontare, da sola, le difficoltà della vita.

Lina Wertmuller dice che : L'italiano di una donna non può proprio fare a meno : prima la mamma, poi la moglie, l'amica, fino all'ultimo, quando la buona suorina gli chiude gli occhi [3:62].

Per questo motivo l’immagine della donna è sempre al centro nella letteratura italiana ; poeti e scrittori hanno continuamente cercato di scoprire il segreto dell’anima femminile. Alberto Moravia non fa eccezione. Secondo lo scrittore, “la donna è più sensibile, ma poco capìta dall’uomo” [5:163].

In un’intervista Alberto Moravia ha espresso così il suo pensiero nei confronti della donna : “Non ho un ideale di donna. La donna è comunque una tentazione. Mi piace la donna quando riesce a giocare con i suoi elementi naturali: con il sorriso, la grazia, l’astuzia, la bellezza, l’intelligenza ; quando riesce ad usarli in modo originale diventa sovrana della sua femminilità” [5:158-159].

La maggior parte delle protagoniste di Moravia sono in effetti donne decise, indipendenti, autonome, piene di desiderio di affrontare la routine della vita familiare. Moravia dice : La donna non sempre è amica dell’uomo, è spesso sua rivale, se non addirittura sua nemica . . . ; la donna rappresenta un elemento rivoluzionario, trasgressivo, mentre l’uomo è tendenzialmente un conservatore . . . ; la donna, inconsciamente o consapevolmente, è rivoltata, si affida ad idee e creazioni nuove, come gli artisti.” [7:26-27].

A conferma di queste parole è opportuno citare le repliche delle protagoniste tipiche di Moravia:
E poi colgo l’occasione per dirtelo: sono stufa, stufa, stufa! Guarda: la mia biancheria è a brandelli, porto calze che sono ragnatele, scarpe scalcagnate, questo vestito è di due anni fa. E il bambino è avvolto negli stracci e ha per culla un cassetto. Non ti basta? (A. Moravia, ”La faccia gonfia”).
Ho o meglio avevo un sentimento per te, sicuramente. E tu l’hai trattato come un’infatuazione, ci hai gettato sopra la doccia gelata dei tuoi scherzi (A. Moravia,“Il disprezzo”).

Ecco una visione del regista Federico Fellini: «La donna è anche uno specchio perché rappresenta la parte più oscura di te, perché è anche quello che abbiamo fatto di lei. Ne ho un rispetto profondo, la considero migliore, più innocente, più naturale, più vera: più vicina anche al senso religioso della vita, e credo non abbia mai colpa» [3:26].

Qualunque sia la valutazione degli italiani – del Nord o del Sud, cineasti, poeti o romanzieri – la donna, o la donna-moglie, restano il “centro” della famiglia, dell’ambiente, della società italiana.

La donna, la donna-moglie rimangono comunque oggetto delle attenzioni, delle considerazioni e dei desideri espressi o nascosti degli italiani.

L’uomo non può vivere senza la donna, nella speranza che incontri quella giusta.

B I B L I O G R A F I A

1. Bari, G., Proverbi e motti siciliani – Arte e folklore di Sicilia, Catania, 1983.
2. Barzini, L., Gli italiani., Milano, Mondadori, 1978.
3. Biagi, E., I come italiani., Milano: Nuova ERI Rizzoli, 1993.
4. Giusti G., Capponi G., Dizionario dei proverbi italiani., Milano, Veronelli, 1956.
5. Moravia A., Dialoghi confidenziali con Dina d’Isa. , Roma, Newton Compton, 1991.
6. Moravia A., L’automa ed altri racconti., Milano, Tascabili Bompiani, 1991.
7. Ravaioli C., La mutazione femminile: Conversazioni con Alberto Moravia sulla donna., Milano, Bompiani, 1975.
8. Strada A., Il grande libro dei proverbi e dei detti popolari., Alessandria, Piemme, 2001.
8. Vorcacev S.G., Peculiarità nazional-culturale del concetto “amore” nei proverbi russi e italiani // “Scienze filologiche”., Mosca, 1995. â„– 3.

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