Fino a qualche giorno, fa pensavo che per scudo fiscale si volesse parlare di misure di sicurezza per evitare che i “buoni” cittadini italiani portassero soldi di dubbia provenienza all’estero. Ivece si tratta di un vero e proprio favore che lo stato fa agli evasori. Nelle passate edizioni dello scudo fiscale dal 2001 al 2003, lo stato ha recuperato 80 miliardi e si stima che con quest’ultimo, l’obiettivo si aggirerebbe intorno ai 100 miliardi, stando all’Agenzia delle entate i capitali detenuti all’estero sarebbero di 500 miliardi. Per un cittadinio profano e ignorante in materia, nel periodo 2001/2003, sono rientrati in Italia circa 400 miliardi (d’euro). Sappiamo che 80 di questi sono finiti nelle casse dello Stato e i rimanenti 320 finiti di nuovo nelle tasche dei “buon cittadino anonimo” quale destinazione ha preso?
Bisogna partire dal concetto che chi evade le tasse, sia un criminale e non e’ detto che dopo la “purificazione fiscale” non lo faccia di nuovo! Tanto e’ vero che dal 2003 ai nostri giorni l’evasione e’ aumentata. Nel breve periodo e in momenti di crisi, lo scudo fiscale potrebbe anche allegerire l’emergenza, ma nel lungo periodo potrebbe diventare un circolo improduttivo tentente alla truffa legalizzata ai danni dei cittadini. Occorrono invece da parte dei governi di sinistra o destra delle leggi che criminalizzino l’evasione fiscale, in modo tale da far si che buona parte di quei 500 miliardi restino in Italia. Misure che andavano inserite nel pacchetto di sicurezza nazionale, criminale non e’ solo chi clandestinamente entra in Italia ma anche chi clandestinamente esce portando con se capitali “pubblici”. Perche’ e’ di questo che si tratta, chi evade sottrae soldi ai cittadini e andrebbero trattati alla pari. L’evasione fiscale si combatte con la deterrenza e non con quattro ave maria e un’offerta ai fate bene fratelli.
