«La presidentessa Jole Santelli sia ragionevole e faccia un passo indietro nell’interesse dei calabresi. Eviti di proseguire nello scontro con il governo italiano e accetti, come il ministro Francesco Boccia le ha significato più volte, che lo Stato ha il compito e il dovere di definire modalità e tempi della Fase 2. Se la giustizia bocciasse l’ordinanza Santelli, perderebbe credibilità l’intero esecutivo regionale, che già si porta sulle spalle la responsabilità politica dell’inquietante vicenda di Villa Torano e delle analoghe di Chiaravalle Centrale e Bocchigliero». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5S Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito, Bianca Laura Granato e Paolo Parentela, che aggiungono: «Se per Santelli è più importante obbedire agli ordini di scuderia, lo dica chiaramente ed esca dalla retorica e dalla civetteria mediatica di questo tempo. Abbia il coraggio di confessare, se si ostina a confermare le sue scelte, contraddittorie, irragionevoli, pericolose e prive di sostegno scientifico, che per lei conta di più la sudditanza a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, invece che il bene dei calabresi. Se ha cambiali politiche da pagare, ne renda conto e non si nasconda dietro a un dito». «Santelli – incalzano i parlamentari del Movimento 5 Stelle – non si è ancora accorta di aver agito in maniera estemporanea e impulsiva, forse anche confortata da qualche incauto esponente del Pd che aveva chiesto riaperture immediate e poi tentato di aggiustare il tiro con argomentazioni fumose. Ciò che più colpisce, in questo momento così delicato, è che la presidentessa si mostri del tutto sorda; peraltro dopo aver confezionato figuracce plateali, per esempio a proposito del cambio del vertice della Protezione civile regionale». «Il governo della cosa pubblica – concludono i parlamentari M5S – richiede serietà e confronto quotidiani. Ancora una volta, perciò, invitiamo Santelli al buon senso e al dialogo costruttivo sulle misure per l’effettiva ripartenza della Calabria. Sicurezza contro il virus e vantaggi fiscali siano, come abbiamo già proposto, la bussola della politica di ogni colore e bandiera. Non possiamo permetterci guerre istituzionali e perdite di tempo».