Ho chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente, con una interrogazione pubblicata ieri e sottoscritta anche da altri senatori del mio gruppo (M5S), se dalle pregresse esperienze lavorative dell’avv. Michele Busciolano, ex della GdF e dei Servizi (A.i.s.e.), tuttora dirigente ENEL, non derivino conflitti di interessi od incompatibilità con gli incarichi assunti lo scorso anno in seno alla Regione Basilicata per volontà del Presidente Bardi, come il consigliere regionale Gianni Perrino ed esponenti dell’ambientalismo lucano avevano rilevato da subito. Dall’estate scorsa il Busciolano è infatti direttore generale del Dipartimento Ambiente ed Energia (con interim della direzione dei tre Uffici in cui quello si articola), è commissario pro tempore dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente in fase di riordino e membro della Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie per conto della Conferenza Stato-Regioni. Incarichi già delicati in sé e assunti, se non bastasse, nell’imminenza delle scadenze della concessione petrolifera decennale di ENI – SHELL in Val D’Agri, con relativa Variazione del programma dei lavori, e dell’accordo ventennale sulle compensazioni ambientali. Fa specie che in una regione dove, tra coltivazione di idrocarburi, accantonamento di scorie nucleari e dilagare delle cosiddette energie rinnovabili, la salute dei cittadini e l’ambiente sono costantemente esposti a gravi rischi, un cumulo di ruoli apicali e un così grande potere strategico-decisionale sia attribuito ad un unico professionista, di cui qualche anno fa gli atti dell’inchiesta “Black Monkey” della DDA di Bologna rivelarono, pur senza contestargli ipotesi di reato, plurimi contatti con il boss di ‘ndrangheta Nicola Femia.
Margherita Corrado (M5S Senato Commissione “Cultura” e Commissione “Antimafia”)
